(e)-lezioni americane
Dopo la campagna presidenziale 2004, decisamente il rapporto tra web e politica non sarà più lo stesso. Se usiamo la macchina del tempo per un raffronto tra il sito, per esempio, di Forza Italia del 96 (che in quanto partito “virtuale” era allora all’avanguardia sulla Rete) e il sito di John Kerry del 2004, notiamo immediatamente come se nel 1996 avere un sito era un dippiù, qualcosa tanto per dire “siamo moderni, abbiamo anche il sito”, nel 2004 l’intera campagna elettorale si compenetra ed anzi viene guidata, anche a livello organizzativo, dall’online.
Kerry si presenta dunque con un web perfetto, e che inevitabilmente rappresentera’ per chi verrà dopo (già a partire dalle Europee) un paradigma completo di come comunicare, a livello di contenuti e di grafica (leggera e contaminata di blog, e quindi vicina alla grafica abituale del visitatore) ad un target preciso; un sito che prima buca il video con la sezione news (foto d’impatto fresca di giornata); poi subito a fianco incita all’iscrizione alla mailing list, per non rischiare di perdere il contatto fugace con il visitatore; infine espone la mercanzia, con i vari argomenti di discussione, ben elencati. Eppoi, perchè negli USA raccogliere soldi è importante come raccogliere voti, ecco apparire la richiesta di azione (contribuisci, contribuisci!).
Non ha ovviamente dimenticato che creare una community (reale e virtuale) è fondamentale: et voila’! forum per gli incontri online, calendario degli incontri offline, blog del candidato, che non può non avere un blog. E sa che la comunicazione coordinata è importante, ma anche costosa, e non è quindi una sorpresa la quantità di gadget cartacei da scaricare in formato PDF (e quindi uguali per tutti!) e da stampare a spese del sostenitore (dal cartello da sventolare alla convention al flyer per il porta a porta, dal modello di raccolta firme alla cartolina da ritagliare seguendo bene i trattini); ovviamente i capi di abbigliamento con il brand (perchè di brand si puo’ parlare a questo punto) sono a pagamento ed al servizio della causa, organizzati in un vero e proprio shop online.
Non manca il sito in lingua spagnola, ne’ la ricerca locale per stato (comunicate global, act local!). Anche il marketing “virale” online non è stato trascurato: dall’icona del MS Messenger da esibire ai propri contatti, al logo piu’ link per sponsorizzare il sito web. Se poi volete essere dei veri supporter sul web, la liste delle cose da fare è inclusa.
Insomma, in USA con il www non si scherza più. E i dati confermano: il 39% dei votanti in Iowa prima di partecipare alle primarie ha consultato i siti dei candidati [fonte: Des Moines Register], e il 50% (circa 20 milioni di dollari) dei fondi elettorali di Dean è stato raccolto online [fonte: G. Graff, portavoce di Dean].
Per le informazioni elettorali e il fund raising, la Rete ha dimostrato di essere il killer media avanti su tutti gli altri, e probabilmente individuando per sè stessa un altro percorso di sviluppo, molto diverso dall’e-commerce omnicomprensivo che tutti, anni fa, profetizzavano.
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