Bollywood sbarca su Kazaa (note sul dinamismo asiatico)
Non è una novità che i creatori di Kazaa, uno dei più popolari network P2P, abbiano delle ambizioni di sviluppo di un business “lecito” legato al file-sharing di prodotti musicali e cinematografici, il tutto nonostante le case cinematografiche “hollywoodiane”, le quali si rifiutano di comprendere che il P2P ormai esiste e che converebbe loro cercare una via legale per diffondere i loro prodotti all’interno di questi network.
Per questo motivo la società Sharman Networks, creatrice di Kazaa, ha stretto da qualche mese un rapporto di collaborazione con Altnet, società che gestisce un sistema P2P per la distribuzione di contenuti legali, musicali e cinematografici, dietro pagamento da parte dell’utente.
Nel campo cinematografico, se Hollywood non solo ignora ma contrasta questo sistema, la “gemella asiatica” Bollywood è la prima industria cinematografica ad intravedere i vantaggi di un sistema distributivo su scala mondiale: infatti è proprio una casa cinematografica indiana, la Aum Creates Unlimited, la prima a stringere un accordo con Kazaa ed Altnet per la distribuzione integrale di un proprio film, Supari, al costo di $2.99, e delle canzoni della colonna sonora per soli 0.90$ l’una.
Anche se qualcuno sottolinea, probabilmente a ragione, il rischio della riproposizione all’interno dei network P2P di contenuti “a scadenza” (strategia tanto cara alle major) - film e canzoni usufruibili solo da un pc o solo per un numero finito di volte - fatto di per sé negativo perché limita fortemente la libertà dell’utente di fruire dei contenuti legalmente acquistati, va sottolineato ancora una volta come le industrie “forti”, le major “occidentali”, non concepiscano altra strategia all’infuori del protezionismo e del controllo totale sulla distribuzione, mentre le aziende cinematografiche che si trovano in posizioni più deboli, come quelle asiatiche di Bollywood, comprendono il potenziale distributivo dei network P2P per aumentare rapidamente la distribuzione dei loro prodotti, il tutto anche a scapito del controllo sulla diffusione. Sembra, in altre parole, la riproposizione del conflitto europeo ed americano contro il dinamismo, nel campo dell’IT, di Cina ed India. A questo proposito basta citare un fatto significativo, che in un certo senso ci riguarda direttamente: è notizia di qualche settimana fa che sarà un’azienda cinese, Lenovo, a fornire i pc desktop, notebook, ed i server di rete all’organizzazione di Torino 2006, quindi proprio nella città dove “fioriva” un tempo l’Olivetti.
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9 aprile 2004 @ 10:10
[OT] : ma sapete che su IE una volta che finisco sul vostro sito è di fatto disabilitato il tasto “back” ?
9 aprile 2004 @ 10:23
Beh, hai sempre a disposizione la crocetta in alto a dx :)
Tornando al post di Sebastiano, ricordo anche che a Cesena c’è sempre uno degli ultimi assemblatori italiani che si sarebbe giovato particolarmente di una visibilità e di un po’ di fatturato: Olidata. Tanto più che stanno cercando di uscire dai confini nazionali. No, non è un caso che i brand si assomigliano.
9 aprile 2004 @ 11:12
[OT answer] Massimo, è per il redirect. Il back non funziona perchè tu digiti, o hai come link, http://www.imli.com, che rimanda poi a http://www.imli.com/imlog. se tu digitassi o mettessi nei tuoi preferiti direttamente http://www.imli.com/imlog potresti utilizzare il tasto back. In ogni caso come ben sai basta selezionare la freccetta accanto al tasto back e scegliere il sito a cui tornare. Comunque un consiglio: usa Mozilla! ;-)
9 aprile 2004 @ 12:05
Mozilla? Io uso Firefox, ovviamente! Ma metà dei miei lettori usa IE :)
9 aprile 2004 @ 12:06
cmq ho fatto come mi hai detto e ora è ok. thanks :)
9 aprile 2004 @ 12:25
Max, conosco la Olidata solo “di striscio”, in che senso non è un caso che il brand Olidata somiglia ad Olivetti? Olidata è stata costituita da persone uscenti da Olivetti?
9 aprile 2004 @ 14:08
Il deux ex machina di Olidata, l’ing. Savini, insieme al suo socio Rossi, sono sempre stati molto vicini a Olivetti.
9 aprile 2004 @ 17:58
Sembra un’azienda interessante, quanto meno mi sembra ben messa, e spero che sia in grado di espandersi almeno a livello europeo; sarebbe una bella sfida e la dimostrazione che anche in zona Euro si riesce a fare qualcosa, senza outsourcing selvaggio in asia o sud america. Chissà se cercano collaboratori ;) Ormai per me le aziende sono di due tipi, vista la mia situazione: quelle che cercano personale e quelle che non cercano personale. :/