In qualche mese di sperimentazione con alcune piattaforme di Social Networking (Linked In, Ecademy, Ryze), posso iniziare a fare qualche riflessione su questo strumento, in particolare per lo sviluppo di contatti professionali.
La piattaforma che più si distingue dalle altre è sicuramente Linked In, che con la sua traduzione pratica della teoria dei sei gradi di separazione, guadagna rispetto agli altri in termini di immagine e di reputazione. Personalmente ho scelto questa piattaforma come la più utile, ma su base empirica (ovvero in base ai contatti utili che ho potuto generare), e quindi la maggior parte delle mie riflessioni sarà relativa a Linked In.


E’ naturale che una piattaforma di Social Networking può avere successo solo con una base significativa di utenti intensivi (power users).
Ma cos’è un power user? In questo contesto può essere definito come una persona che è predisposta alla gestione dei propri contatti professionali in Rete, in grado in un certo senso di incentivare (se non obbligare) i suoi contatti professionali a gestire i propri contatti professionali tramite una piattaforma di Social Networking.
Queste piattaforme dovrebbero prima di tutto fornire all’utente ampie features per l’organizzazione della propria rubrica di contatti, permettendo l’integrazione con i più diffusi strumenti di comunicazione elettronica (Outlook in primis). Questo è il primo aspetto critico, perché Linked In è l’unico che ha dato segnali di aver capito questo fatto, fornendo ai suoi utenti la possibilità di acquisire i contatti esportando un file .csv da Outlook. E’ già qualcosa, ma niente di simile a quanto sarebbe ideale, cioè l’aggiornamento automatico della rubrica memorizzata in Outlook lato client (sul proprio pc), con la rubrica memorizzata in remoto (lato server) in Linked In.

Perché questa mia fissazione per la rubrica?
Diciamo che se Linked In e le altre piattaforme di Social Networking vogliono sperare di avere successo, devono eliminare gli ostacoli all’adozione dei propri strumenti; se io avessi la possibilità di mantenere automaticamente aggiornata la mia rubrica, sarei incentivato all’uso della piattaforma come strumento principale per la memorizzazione e l’organizzazione dei miei contatti professionali, e di conseguenza sarei incentivato ad invitare i contatti della mia rubrica non iscritti ad iscriversi a Linked In, per beneficiare dello strumento e della possibilità di instaurare un rapporto più stretto.
Bisogna, detto in altri termini, fare in modo che non solo gli utenti possano trovare contatti professionali utilizzando le funzioni di ricerca (peraltro ampiamente migliorabili) di Linked In, ma che prima di tutto gli utenti importino il loro network di contatti professionali all’interno della piattaforma.

In mancanza di questo le piattaforme di Social Networking rimangono degli (comunque utili) strumenti di ricerca di professionisti (una sorta di Who’s Who leggermente potenziato), e questo è confermato dalla grande quantità di utenti che dispongono di poche connessioni (uno o due contatti). Significa che per essi non è un fatto spontaneo gestire la propria socialità professionale con queste piattaforme, e che se non vengono incentivati a farlo, anche con semplici miglioramenti come quelli che ho descritto, sarà il fallimento degli obiettivi che queste attività si sono poste.

Ci sarebbe da aprire un altro capitolo sulla sostenibilità economica di queste iniziative; per ora mi limito a dire che l’unica possibilità è quella di introdurre un canone per la fruizione di tutto il servizio, oppure di una versione del servizio con l’aggiunta di significative funzionalità avanzate. Ma per convincere gli utenti a pagare, bisogna prima di tutto fargli capire a cosa può servire veramente il Social Networking, altrimenti il rischio è un flop clamoroso e la decimazione degli utenti registrati.

Per chi è interessato, il mio profilo su Linked In è qui.

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