Il marketing scopre l’opensource (e viceversa)
Sono passati quattro anni da quando parlai al Linux Meeting, e ricordo ancora bene l’apprensione nel parlare di “opensource per le aziende” a una platea composta di smanettoni duri e puri (tra l’altro qualche commento pepato c’è ancora in qualche forum, del tipo “era un commerciale…”). Alla fine, dissi, “va bene il webserver, il mailserver, l’instant messaging, ecc. ecc. ma quello che manca è qualcosa che possa essere usato dalle aziende per il proprio business, come un gestionale o un software di business intelligence…”
Dall’aria stupita della platea, si capiva molto bene quanto Linux e il movimento del software libero fossero lontani anni luce dal marketing, e niente lasciava presagire un loro utilizzo per software piu’ vicini alla realta’ quotidiana delle vendite, dell’analisi di marketing, della business intelligence, del data mining, del CRM.
Ho continuato a pensarlo fino alla lettura di questo articolo su Clickz.com, in cui si passano in rassegna diversi software web-based utili ad avvicinare l’azienda a sistemi che solitamente costano, solamente per le licenze, cifre fuori portata per realta’ medio-piccole. E non solo: se quattro anni fa, con il costo dei programmatori ai massimi storici poteva essere conveniente acquistare una licenza pacchettizzata, ad alto costo, purche’ fosse customizzabile in tempi brevi, nel 2004 la disponibilità e il costo dei programmatori si sono rovesciati.
Il mondo è cambiato: vale la pena di prendere in considerazione questi software liberi, anche a costo di spendere soldi in personalizzazioni successive.
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28 settembre 2004 @ 17:35
sono convinto che ci siano prodotti ottimi e che consentano un considerevole risparmio alle aziende. la cosa fondamentale, ovviamente, è avere persone in grado di utilizzarli al meglio.
In un’azienda per la quale ho lavorato siamo stati ad un pasos dall’installare un adserver open-source circa 2 anni fa, ma poi non se ne fece nulla. Cercando questo prodotto mi sono imbattuto anche in software di CRM e email marketing davvero ben fatti e soprattutto molto flessibili.
Ho il dubbio però che per ancora molti anni la maggior parte dele aziende preferirà affidarsi a marchi noti piuttosto che “rischiare” l’open-source…
28 settembre 2004 @ 18:05
Negli ultimi tempi le aziende preferiscono pagare di più ma avere dei costi *certi*. Migrare da un prodotto con costi facilmente budgettizabili con uno in aria di esperimento… risulta molto difficile. Chiaramente in futuro ci saranno sempre più informazioni e non sarà più un esperimento e allora ci saranno molti più software open source anche in ambienti come il mktg, il datamining e il crm. :)
29 settembre 2004 @ 18:48
Ma…ragazzi, Open Source significa semplicemente che il software adotta una licenza Gnu/Gpl, ed ha quindi sorgenti aperti. Il software open source non è soltanto quel software sviluppato da migliaia di smanettoni che fanno sperimentazione in un’ottica collaborativa.
L’open source è, in moltissimi casi, un software stabile, affidabile e sviluppato con criterio e competenza (non quindi un oggetto sperimentale ed inaffidabile) e in alcuni casi presenta vantaggi rispetto ad altre soluzioni. Merita per questo di essere preso in considerazione in maniera oggettiva.
Poi per carità, capisco benissimo le paure delle aziende, anche se temo che il problema sia sempre il solito: quando si tratta di fare delle scelte si preferisce il beneficio di breve termine a quello di medio-lungo termine, con il risultato di privilegiare scelte conservative senza aver nemmeno valutato strade differenti.