Mela in movimento
Non si può certo dire che la Apple non si stia dando da fare nel settore che in questo momento la vede maggiormente protagonista: la musica in formato digitale.
Due le recenti novità:
- innanzitutto l’apertura anche per il mercato italiano dell’iTunes Music Store. Come reagiranno gli apple users italiani? Questa volta voglio aspettare a dire la mia, dopo che per un paio di volte sono stato smentito dalle notizie uscite dopo l’apertura del negozio in USA e in UK (milioni di brani venduti in un picosecondo…).
- poi la customizzazione dell’iPod: iniziano gli U2, con un iPod nero e rosso con incisi gli autografi dei componenti della band e l’ultimo album già incluso in bundle, ma c’è da scommettere che sarà il primo di una lunga serie.
In questo momento non c’è che dire, la Apple è la regina di questo mercato ed è l’unica a proporre iniziative interessanti e innovative. Ma gli altri dove sono???
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27 ottobre 2004 @ 12:12
Geniale l’accoppiata contenuto (nuovo album U2) e contenente (Ipod dedicato)…gli altri dormono…
28 ottobre 2004 @ 12:03
Vi segnalo un bell’articolo di un giornalista dell’Unità che si è esplorato per bene lo store alla ricerca di artisti italiani. http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=38740
1 novembre 2004 @ 19:51
Ho letto l’articolo apparso su L’Unità, e se è sacrosanto il discorso della localizzazione italiana da perfezionare e rendere più effettiva, va tenuto conto (riguardo alla presenza di musica italiana) della quantità (infima) di dischi che si acquistano in Italia (e questo da prima del p2p). Questo spiega perché c’è Zucchero (artista italiano di nazionalità, ma internazionale) e Laura Pausini (idem come Zucchero), mentre Vasco Rossi è un best-seller garantito.
Semmai penso che il problema non sia più musica italiana per il mercato italiano, quanto il proporre contenuti speciali acquistabili solo sul sito di Itunes; il live di Laura Pausini citato nell’articolo è una possibilità, ma non l’unica pensabile. Insomma, c’è da sperare che alla Apple vogliano studiare bene le peculiarità del nostro mercato, non per venderci più dischi italiani, ma per riuscire a vendere più musica in generale.
14 maggio 2005 @ 04:29
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