Fare marketing oggi: il ruolo di un blog
Recentemente in un convegno che ho organizzato sulla televisione digitale terrestre, Michele Mezza, docente universitario e direttore Strategie Tecnologiche Rai ha aperto il suo intervento dicendo: “in un mondo di scarsezza tecnologica il problema era chi parla, nell’era dell’abbondanza il problema è invece chi ascolta”.
Ovviamente questo non vale solo per il futuro della televisione digitale ma per tutti i mezzi e gli ambienti di comunicazione il cui futuro vedrà una frammentazione delle audience e una maggiore competizione per l’attenzione.
I blog sono uno strumento molto importante ma il loro ruolo è in profonda trasformazione, soprattutto quelli di tipo collettivo come Imlog, che non esprimono solamente il “pensiero” di un solo autore.
Per questo io mi chiedo e chiedo a voi, proprio perchè mi occupo di marketing, quale è il ruolo o comunque quello principale di un blog di marketing o per dire meglio quale fra le seguenti istanze dovrebbe portare avanti con maggiore enfasi?
1) aprire un dibattito sui temi (cosa può offrire più di una mailing list?)
2) offrire informazioni selezionate (costruire un filtro per chi non ha tempo)
3) segnalare opportunità di business o di lavoro?
4) evidenziare le principali tendenze in atto?
5) creare un network fra blog e opportunità di relazione
6) segnalare case histories di successo o insuccesso
7) rappresentare le voci di critica e dissenso e segnalare abusi sul consumatore
Non vi è dubbio che il blog sia uno strumento partecipativo, quindi mi domando, quali sono le migliori modalità di utilizzo di un blog specifico come quello del marketing?
Nessun post simile.
28 gennaio 2005 @ 23:41
non so, continuo a pensare che il successo dei blog sia dovuto al fatto che non hanno (avevano) uno scopo preciso, se non quello di soddisfare l’ego e la voglia di condividere dell’autore, e di creare un circolo di persone che scrivono delle stesse cose o la pensano allo stesso modo… Nel momento in cui vogliamo dargli uno scopo preciso, l’oggetto muore. Imho.
29 gennaio 2005 @ 11:31
Risposta: All of the above.
E forse anche molte altre che al momento non mi sovvengono.
Mi sembra che tu abbia evidenziato le caratteristiche fondamentali che costituiscono uno strumento che, almeno in Italia,
1) è attore dello sviluppo della comunità del marketing, e non solo (io ad esempio sono forse più interdisciplinare, sebbene tendente alla tecnologia);
2) permette lo scambio di opinioni, e quindi non è un medium unidirezionale che “impone” la sua visione;
3) in più, rispetto alle mailing list, ha la presenza dei cosiddetti “autori”, ovvero di coloro che sistematicamente impegnano la propria autorevolezza proponendo “argomenti”.
…
29 gennaio 2005 @ 12:59
Molto interessanti le due posizioni direi agli antipodi di Stefano e Gianluca. Non si tratta di stabilire chi ha ragione, ma di prendere atto che il blog come strumento di comunicazione specifica (es. per parlare di marketing) si sta differenziando da quelli propriamente narrativi (di giornalisti, persone che hanno qualcosa da dire ecc)e stanno assumento caratterizzazioni diverse. Oggi parliamo di blog tout court, un domani con grande probabilità nasceranno tipologie specifiche. Per spiegare sostanzialmente la mia domanda, quello che volevo chiedere è questo: se le motivazioni di chi scrive possono essere abbastanza comprensibili (voglia di condividere, di mostrare delle competenze, di apparire, ecc) meno chiare mi appaiono le motivazioni di chi fruisce di un blog specifico come questo. Quali sono le sue aspettative, cosa si aspetta di trovare, su quali elementi stabilisce le sue preferenze? Mi sembra un tema davvero interessante su cui riflettere
31 gennaio 2005 @ 17:23
…
Le mie motivazioni principali per leggere e partecipare a un blog sul marketing come questo risiedono nella volontà e necessità di sviluppo formativo e professionale.
Sebbene le opportunità di business e lavoro (punto n. 3) siano alla base della mia piramide maslowiana dei bisogni, non mi aspetto che un blog mi possa aiutare molto in questo (ma sarei ben contento di essere smentito).
Quello che io chiedo, e che ho ritrovato fino ad ora, è lo sviluppo degli altri sei punti.
Il motivo principale però, che contiene quelli specifici che Maurizio ha elencato, riguarda la possibilità di fruire di una fonte di informazione e di opinioni libera e non vincolata a necessità editoriali o economico-lucrativo in genere, che probabilmente non contribuisce a pagarmi la pagnotta nell’immediato, ma è un investimento per un pranzo da Gualtiero Marchesi l’anno prossimo.
1 aprile 2005 @ 12:07
Cari amici di lettura. Fare Marketing oggi significa affrontare senza superficialità il problema forte e concreto della evidente metamorfosi subita dalle componenti del nostro contesto sociale ed economico. Sono saltate le miopie evidenti del modello di crescita seguito dal dopoguerra ad oggi.ogni modello può accompagnare la evoluzione per periodi brevi. Poi va adeguato. Quale nuovo modello possiamo definire ed adottare? Salvaguardando al massimo grado possibile gli interessi contrapposti dei diversi attori in gioco, quale scenario ci si prospetta nei prossimi5/10/ 20 anni?
Non è, evidentemente, un problema solo di affrontare i prevedibili venti e cicli di riequilibrio valoriale ed economico tra paesi con forte peso ponderale della distribuzione demografica, paesi con voglia di “occidentalizzazione” ed i paesi ricchi che fino ad oggi hanno diretto i giochi.
La offerta supera la domanda in moltissimi settori di mercato.
I mercati sono saturi, la offerta competitiva dall’est del mondo è una certezza. Quale modello di marketing politico per l’Europa, per l’Italia?
Quali investimenti di marketing politico possono contare su assets validi a sostenere il ruolo delle aziende italiane nel panorama competitivo tra paesi contrapposti?