Come sapete a Sanremo è stato siglato un “Patto” con il quale i Ministri Stanca, Urbani e Gasparri intendono colpire il fenomeno della pirateria e sviluppare il business dei contenuti digitali. Il Patto in questione, è stato firmato da diverse associazioni tra cui Assodigitale e Associazione Italiana Providers, che raggruppano diversi operatori del mondo digitale ma non sono rappresentative dell’interesse di tutti gli utenti internet.

Ancora una volta quando si tratta di internet, il legislatore e/o il Governo finiscono con il pronunciarsi senza sentire il parere di tutti gli utenti. Come hanno fatto notare Massimo Mantellini e Paolo Attivissimo non vi è traccia di innovazione nel Patto; sarebbe stata infatti una grande opportunità quella di tenere in considerazione le licenze di Creative Commons per introdurre livelli di più ampia flessibilità che sicuramente avrebbero ad esempio favorito la possibilità da parte di chi immette legalmente un file in rete avendone la proprietà, di decidere quale utilizzo possono farne i suoi pubblici. Molto spesso la tecnologia e la cultura in rete viaggiano più velocemente del “legislatore”.

Che il governo non sia sempre ferrato sugli sviluppi della “cultura della rete, si può comprendere, si domanda giustamente Mantellini come è possibile che le associazioni coinvolte abbiano firmato senza cercare di apporre qualche correttivo ad un Patto le cui finalità sono sicuramente comprensibili ma che nella pratica ha diversi spazi di miglioramento.

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