Era ora…
Finalmente. Finalmente. Finalmente.
In un mercato sottosviluppato dove impazza il pay per action, e dove qualche sottosviluppato lancia un motore di ricerca pay per performance (www.snap.com, che perde sempre più soldi) Google si è decisa a mettere in pratica quello che molti teorizzano da anni e cioè che ANCHE il web è ANCHE strumento di branding. La notizia è freschissima; d’ora in poi i clienti di Google avranno la possibilità di targhettizzare i propri adsense; la vera novità? Che si paga a CPM. Sì si pagano le vecchie e maledette impression. Il meccanismo sarà ad asta, come per il cpc e sarà ‘mischiato’ con i programmi che pagano in CPC.
Un aforisma di non ricordo chi diceva: “Una cosa non esiste finché non puoi venderla”; bene, adesso Google vende la web awareness e non più in una riga striminzita sopra i risultati di ricerca, ma con una targhettizzazione su siti verticali o che contengono sezioni verticali.
Che il prossimo ‘upgrade’ siano gli adsense ‘grafici’ e non più solo testo? Spero di sì…
Nessun post simile.
25 aprile 2005 @ 18:51
Non so se sia voluto, ma il segnale lanciato sul mercato è chiaro. Ora le agenzie, i clienti investitori che il marketing digitale non è branding oppure direct response, ma l’integrazione dei due mondi, più un terzo, quello della ricerca di mercato. Dico questo perché le informazioni raccolte in rete in modo diretto (survey,ecc) ed in modo indiretto (osservazioni sui comportamenti, sulle azioni e sulle mancate azioni) può sicuramente arricchire il sistema informativo di marketing. Saper ben dosare le tre dimensioni del marketing digitale, permetterà di trarre finalmente il meglio da internet, ambiente o medium che sia, di cui ancora non valorizziamo tutte le opportunità che ci offre, ma questo è colpa nostra, non di internet.
25 aprile 2005 @ 21:48
Federico, se a Mountain View impazzissero e si mettessero a vendere banner a CPM su Google saresti contento. E’ davvero così? :-//
25 aprile 2005 @ 22:00
detto questo, fino a che vendono su siti *altrui*, secondo me è un grande passo in avanti sia per Google sia per i gestori dei siti.
Invito comunque a non far finta di dimenticarsi che Google può fare questo che per ora è solo un test solo perchè hanno non solo la testa per pensare *oltre* e il nome e la capacità tecnica per gestire qualcosa di così complesso che i vari Tradedoubler etc. possono solo sognarsi, ma anche perchè hanno AdSense che funziona a click e dà loro una misura “minima” di quanto valgono le pagine (ovviamente se vuoi le pagine del sito X tutte per te col tuo banner e senza AdSense ed eventuali competitor, dovrai pagare un premium su quanto rende in media AdSense su quelle pagine. iMHO se il test va bene - ed essendo Google prima o poi andrà bene - è l’inizio della fine non solo per i vari TD ma anche per AdLink e compagnia…
25 aprile 2005 @ 23:05
Massimo ha ragione, a non tutti interessano i click, qualcuno vuole poter associare il suo brand a certi tipi di contenuti visti dai target di interesse. E’ intelligente da parte di Google completare il sistema di offerta, anche con una proposta simile. Fino ad ora non hanno ancora sbagliato un colpo
25 aprile 2005 @ 23:24
Google, i banner, il CPM
Sollecitato dal post di Massimo, vado ad estendere qualche riflessione sull’importante annuncio di Google il quale presenta una nuova funzione che permette ai suoi inserzionisti di esporre banner sui siti affilati con un modello di prezzo CPM. Da chiar…
25 aprile 2005 @ 23:37
sbagliato colpi no, ma fatto cose inutili direi di sì; da acquisizioni come keyhole a cazzatine come I’m feeling lucky. La battaglia dei motori si gioca solo sulla qualità dei risultati e non desktop search, 2 giga di mail, blog e alre cose satelliti; google sta sottovalutando il problema dello spam e sulle ricerce ‘brevi’, intendo una keyword soltanto in query, stanno perdendo terreno, puntando molto sulle stringhe lunghe (dove il db enorme dà un grande vantaggio). avete mai cerca to ’search engine’ su google? primo risultato sewatch; secondo lycos, terzo altavista e quarto…Dogplie. Google.com è solo quinto. Se cercate “madri”, in Italia, il primo sito è di web marketing (solo perché il nome a dominio è madri.com); poi ci sono le…schede madri. Per trovare le madri detenute dobbiamo arrivare in quinta posizione. Provate voi stessi a cercare “ladri”. è off topic rispetto al mio stesso post lo so; era solo per dire che si fa in fretta a fare la fine di Lycos o di Altavista. Basta mail da due giga e vediamo (vedano) di fare un motore semantico (dopo 7 anni di vita mi sembra il caso)…
25 aprile 2005 @ 23:52
Finalmente!
Finalmente Google inizia a vendere banner - su siti altri - a CPM. Fra chi ne è più o meno…
26 aprile 2005 @ 00:16
Di Google alcune strategie le ho intuite altre no, mi mancano infatti delle informazioni che non ho, aspettiamo a dire che certe acquisizioni erano inutili, vediamo dove andranno a parare e se i pezzi si combinano oppure no. Mi permetto di asèettare a giudicare, credo che potrei vedere il tutto in un’altra luce, nel bene e nel male.
26 aprile 2005 @ 00:30
se aspettiamo per giudicare che gusto c’è? :)
26 aprile 2005 @ 00:34
http://admaiora.blogs.com/maurolupi/2005/04/google_i_banner.html.
Interessante post di Mauro Lupi sul medesimo argomento del post. Lupi fa bene a parlare del problemna della click fraud. Purtsoppo è noto che è più facile simulare impression che click; quindi il problema si riproporrà nuovamente forse anche ampliato. Per non parlare del fatto che prima il posizionamento degli adsenbse era completamente irrilevante. Ora che si paga a CPM penso che cambierà la musica anche in questo senso. Sicuramente Google dovrà fare i conti con il sistema Automatoholic che gli piace tanto e nonostante il quale (non grazie al quale) ha avuto un enorme successo. Forse non basterà più rispondere ai clienti dopo qualche giorno con mailbots…
26 aprile 2005 @ 09:12
Federico, è verissimo che si fa prima a “taroccare” le impression che non i click. E le vendite sono ancora più difficili da taroccare. E’ (anche) per questo che tanti investitori investono solo “a prestazione”…
26 aprile 2005 @ 10:09
E’ una buona notizia per chi fa parte del network. E’ vero che le impression sono facilmente aggirabili, ma non credo che questo sia stata la causa principale della morte dell’advertising classico (pre contextual adv, per intenderci). Penso che la morte dell’advertising classico sia stata soprattutto la mancanza di targetizzazione (banner assolutamente decontestualizzati dalle pagine in cui venivano viste). Penso che se qualcuno deciderà di fare pubblicità sulle pagine di un certo sito, offrendo quindi un guadagno maggiore del pay per click al webmaster, questo si terrà stretto l’inserzionista e non cercherà di “truffarlo” con i vecchi reloads, ad esempio.
Inoltre penso che Google farà da “garante” sulla non fraudolenza delle impression, cosa affatto difficile, dando serietà all’offerta.
Saluti
26 aprile 2005 @ 11:38
cosa affatto difficile vuol dire che è molto difficile ;) mi sa che volevi dire il contrario. Cmq io non parlerei di ‘morte’, ma di letargo. Per quanto riguarda la decontestualizzazione, beh sarebbe una delle cose che avvicina la pubblicità web a quella della TV o della stampa, molto vicine allo spam del cialis per quanto riguarda la targhettizzazione.
Cmq, FYI, vi incollo ma mail che mi è arrivata da Google AdSense.
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AdSense di Google™
Gentile Publisher,
Recentemente abbiamo apportato numerosi miglioramenti ad AdSense di Google. Per maggiori informazioni legga la presente email.
Aumento dei guadagni attraverso nuove forme di pubblicità
Allo scopo di aumentare i guadagni generati dal suo sito, Google ha introdotto una serie di nuove funzioni per gli inserzionisti, che avranno un impatto diretto su di lei come publisher AdSense.
Prevediamo che queste funzioni produrranno nuove opportunità di guadagno derivanti dalla pubblicità nella rete dei siti di contenuti in quanto offrono agli inserzionisti nuovi modi per raggiungere i propri obiettivi.
Stiamo attualmente testando queste funzioni con un gruppo ristretto di inserzionisti e prevediamo di renderle disponibili prossimamente ad un maggior numero di inserzionisti;
Targeting per sito: il pubblico come centro dell’attenzione
Gli annunci con targeting per parola chiave che è abituato a vedere sulle sue pagine ora verranno visualizzati insieme ad un nuovo tipo di annunci con targeting per sito. Gli annunci con targeting per sito consentono agli inserzionisti di selezionare i siti che considerano più adatti per la loro campagna e di pubblicare i loro annunci solo su tali siti.
Crediamo che gli inserzionisti sfrutteranno la nostra tradizionale pubblicità con targeting per parola chiave utilizzata in tutta la rete AdSense e la nostra nuova pubblicità con targeting per sito, aumentando così le entrate dei publisher.
Offerta CPM: un nuovo metodo per generare guadagni
Con la pubblicità con targeting per sito, gli inserzionisti fissano la loro offerta per il CPM massimo, ovvero il prezzo che vogliono pagare per mille impressioni, e pagano a impressione. Questo significa che, diversamente dagli annunci pay-per-clic, lei ottiene un guadagno ogni volta che un annuncio CPM viene visualizzato sul suo sito.
Per ciascuna impressione valida, sia gli annunci pay-per-impression che quelli pay-per-clic competono nella stessa asta. Il nostro sistema visualizzerà automaticamente sulle sue pagine gli annunci con il miglior rendimento.
Annunci di testo estesi: test dei nuovi formati
Stiamo anche eseguendo un test con annunci di testo che si espandono fino a riempire tutto l’insieme di annunci, in modo che nell’insieme in questione verrà visualizzato solo un annuncio. Al momento, questo test si applica solo agli annunci di testo in una campagna con targeting per sito e ai formati banner o più grandi. L’annuncio di testo pay-per-impression esteso deve battere tutti gli annunci concorrenti prima di essere visualizzato; i publisher possono quindi essere sicuri dell’elevata competitività degli annunci di testo estesi. Questi annunci verranno utilizzati in qualsiasi insieme di annunci con testo abilitato e rispetteranno le impostazioni dei colori dell’annuncio di testo.
Più annunci illustrati
Grazie a queste nuove funzioni disponibili per gli inserzionisti, il numero di annunci illustrati nella rete pubblicitaria di Google aumenterà. Per approfittare di questi annunci e del maggiore potenziale di guadagno che questi offrono, la invitiamo a rivedere la sua preferenza di annunci illustrati nella pagina Impostazioni account di AdSense.
Può anche impostare la preferenza per gli annunci illustrati formato per formato quando genera il codice dell’annuncio. Per i publisher che desiderano sfruttare al massimo gli annunci illustrati, mettiamo attualmente a disposizione una scelta di solo annunci illustrati.
Il vostro inventario degli annunci illustrati includerà un numero limitato di annunci flash da un gruppo test di inserzionisti. Questi nuovi annunci aderiranno al limite dimensionale di 50KB degli annunci illustrati, e saranno revisionati secondo le nostre linee guida per i contenuti.
Infine, abbiamo aggiunto il formato skyscraper largo (160×600) offrendo così un totale di 5 formati che supportano gli annunci illustrati. Se sceglie gli annunci illustrati, si assicuri di utilizzare uno di questi formati in modo da consentirci di inviare gli annunci illustrati alle sue pagine.
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Carina la traduzione italiana di impression con “impressione”; che si tratti di un lapsus? ;)
6 maggio 2005 @ 18:07
“Che il prossimo ‘upgrade’ siano gli adsense ‘grafici’ e non più solo testo?”
Non esistono già da un pezzo ?
24 giugno 2005 @ 03:45
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