Al riparo contro la Cookie Crisis
Sebbene ci siano alcuni che ‘risolvono’ il problema non ammettendolo, a poche settimane dai dati impressionanti di Jupiter in merito alla cookie fate, ora sembra che molti stiano correndo ai ripari. IAB, Dynamic Logic e Carat si stanno dando da fare per cercare di capire come risolvere il problema. A mio parere le azioni che intraprenderanno avranno poco successo (comitati, gruppi di studio etc.). Parlare tanto di questo argomento significa metterlo in evidenza e quindi provocare ulteriore ‘crisi’; semplicisticamente parlando, se nessuno sapesse dell’esistenza dei cookie, funzionerebbero benissimo. Quindi penso che l’unica alternativa sia tecnologica. fare dei cookie che non siano cancellabili o che siano sconosciuti (già in parte ci sono, quelli di Macromedia). Non vedo altre possibilità. Le statistiche più interessanti, inoltre, sono quelle di soggetti ‘inconsapevoli’. Per la news sulla battaglia contro la crisi dei cookie, potete cliccare qui.
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29 aprile 2005 @ 16:22
la gestione di macromedia con nuove tipologie di cookie avrà vita breve. Cito un ricordo di Mauro Lupi…”Ricordo che un manager di una banca d’affari internazionale mi disse una volta che l’esistenza di un furbo presuppone sempre la presenza di un ingenuo”
beh ecco, nuove tipologie di cookie gia’ mi fanno pensare a nuove tipologie di spyware che si baseranno su tale tipologia di cookie.. e nuovi software antispyware che puliranno i nuovi tipi di cookie.
Io invece dico due termini.. e sono quasi sicuro che sia questa l’unica direzione da seguire per avere un minimo di tracciabilita’… il primo termine si chiama:
TCPA / Palladium
http://en.wikipedia.org/wiki/Trusted_Computing_Platform_Alliance
il secondo, ancora piu’ banale si chiama Mac_adress
http://en.wikipedia.org/wiki/MAC_address
sono entrambi acronimi. il primo di un processo di alleanze per gestire il software e le licenze basandosi sull’id del processore del device (pc, telefonino o che) e sulle autorizzazioni (leggi licenze) ad usare un software… il secondo molto piu’ banale all’indirizzo assegnato ad ogni device connesso ad una rete.. affinche’ venga “ritrovato”…
chi per primo trovera’ il modo di gestire la “tracciabilita’” degli eventi in questo modo avra’ fatto bingo…
certo il mac adress e’ un concetto che permette vari escamotage.. o “cambi di mac adress”… e dimestichezza di sniffing e war driving mi fanno capire quanto sia debole l’anello del mac adress.. sebbene sia il primo utilizzabile per costruire ql.sa di sensato…
chi volesse..(IAB, TD, CJ, etc…) chi mi volesse per un progetto del genere.. sappia che io ci sono! ;)
29 aprile 2005 @ 23:37
gia’ ce lo vedo, l’extension di firefox ‘per rimuovere i cookies che non si possono rimuovere’ :-)
ciao!
2 maggio 2005 @ 10:56
da quando leggo sti post su imli, cancello i miei cookie almeno una volta al giorno…
3 maggio 2005 @ 15:05
Mah. Secondo me in Italia la “cookie crisis” non esiste.
3 maggio 2005 @ 15:17
esiste solo nelle nostre menti malate? :)
scherzi a parte credo anch’io che l’utente italiano in genere sia abbastanza ingenuo e abbastanza poco smanettone. la maggior parte manco sa cos’è un cookie… però sicuramente in prospettiva futura può rappresentare un problema. o no?
3 maggio 2005 @ 18:51
“l’utente italiano in genere sia abbastanza ingenuo e abbastanza poco smanettone.” non credo proprio.. o meglio, lo e’ ma non da essere così ingenuo, non nel medio periodo, sicuramente non lo sarà nel lungo e sicuramente non lo è se per un motivo o per l’altro si trova con il pc bloccato e l’amico smanettone di turno gli spiega da che cosa siano causati i blocchi.
il fenomeno degli spyware non solo non e’ un fenomeno nuovo, ma e’ un fenomeno che sta esplodendo negli ultimi mesi. sono stati capaci di detronizzare il palcoscenico dell’attenzione che prima era prestato ai virus. cit. da chip di questo mese in edicola:
” da un indagine svolta da earthlink su un campione di 4000 aziende, circa il 90% dei personal computer… omissis ;) … è infettato da programmi spia con una media di 25 per ogni pc”. ed e’ vero che “l’89% delle persone interpellate da NCSA (acronimo della national cyber security alliance) dichiara di non essere in grado di rintracciare all’interno del proprio pc il software maligno”.
pertanto dovrebbe avere ragione mafe. il punto critico diventa che nel momento in cui il pc “rallenta”, il pc si “blocca”.. questo 90% di pc infettati e 89% delle persone inizia ad interessarsi. Paragonando al cancro e’ un po’ come il disinteresse generalizzato di ciascuno di noi davanti a questo male.. salvo poi diventare iper esperti su argomenti quali chemioterapie o su come e quanto aloe prendere..
ed ecco che a quel punto ti meravigli di trovare segretarie che ti parlano di come si sentono “tranquille” ora che usano questo o quell’altro software, colleghi che ben volentieri ti avvertono di non aprire allegati che arrivino da msn messenger senza il consenso e ti invitano a scaricare l’antispyware et bla bla bla…”
inoltre piccola considerazione. Coloro che sull’online stanno dal 95/96/97 considerano o tendono a considerare sempre gli utenti web approdati alla rete dopo di loro (dopo il 2000) come …”neofiti”.. meno “ricettivi”.. meno “pronti”.. quasi che non fossero capaci a navigare se non trovano un mega bottone che gli spiega esattamente come fare (potrei fare una carrellata di idiozie su approcci.. per “utenti web che hanno appena preso il pc!”)… beh, non e’ così. apprendono forse con maggiore rapidita’ l’uso degli strumenti, e per quanto stolti su certi argomenti (vd. spyware) ho la straconvinzione che una volta che ne percepiscano il danno vadano ai ripari.
si potrebbe lanciare un sondaggio.. non su imli.. lo leggono solo esperti! :P
scherzo. un saluto a mafe e a tutti quanti.
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