Blogging Company
Leggevo con interesse la notizia commentata sul blog di Constantin
Basturea sul riconoscimento che il CEO di Sun Microsystem,
Scott
McNealy, ha voluto esprimere attraverso un "award" interno
alla blog community aziendale.
Sicuramente un bell’esempio di una gestione già matura e intelligente per
uno strumento relativamente molto giovane e ancora tutto da scoprire
nelle sue potenzialità, tanto più in ambiente corporate.
Particolarmente illuminanti i commenti di Andy Lark, vice-president of
global communications in Sun.
"Molte aziende pensano di introdurre i blog. Non possono. I
dipendenti introducono i blog. Lo stesso vale per i blog dei clienti,
degli azionisti, e anche per quelli dei top manager."
Alla domanda se non fosse preoccupato per quello che poteva emergere in
un ambiente così incontrollato, Lark ha espresso un punto di vista più
unico che raro: "Perchè nascondere la tua voce? I nostri dipendenti
sono persone brillanti e alla fine fanno sempre la cosa giusta. E alcuni
di loro scrivono veramente bene. I blog migliorano la comunicazione,
all’interno come all’esterno. In realtà i dopendenti hanno compreso che
sono responsabili della reputazione dell’azienda in cui
lavorano."
Il messaggio di Lark in definitiva è: non cercate di combattere i blog.
Lo staff aziendale parlerà in un modo o nell’altro, perciò è più
intelligente essere un facilitatore che un controllore della
rete.
Il buon Andy mi fa un po’ ricredere sul mio pessimismo in merito al
rapporto tra aziende e Blog. Anche se, diciamolo, non so quanti Andy Lark ci siano in giro…
Nessun post simile.
29 aprile 2005 @ 09:04
voglio vedere cosa farà lark quando prima o poi un dipendente sputtanerà per un motivo magari anche giusto e palese la Sun all’interno del blog..
29 aprile 2005 @ 09:29
Certamente, è una scelta: con tutti i suoi rischi continua a sembrarmi l’unica che, quanto meno, minimizza i danni.
29 aprile 2005 @ 09:51
La scelta che minimizza i danni resta sempre quella di non pubblicare un blog aziendale :)
29 aprile 2005 @ 11:25
beh certo, anche il modo migliore per non perdere in borsa è non investire… :)
Però io credo che con un adeguato calcolo dei rischi, e per un determinato tipo di imprese, un blog aziendale ben fatto e “corretto” possa giovare moltissimo alla corporate image
29 aprile 2005 @ 11:34
Un po’ di tempo fa ho letto questo interessante articolo. Cosa ne pensate?
http://future.iftf.org/2005/03/blogfriendly_co.html
Eugenio
29 aprile 2005 @ 12:08
Beh Matteo se non conosci il mercato, te lo sconsiglierei vivamente di investire in borsa. Ti bruceresti le mani. In alternativa vai per tentativi, ma il rischio molto alto rimane.
Sai come la penso. In borsa la probabilità di guadagnare è (IMHO) molto più alta e il costo di gestione anche professionale è molto più basso (sempre IMHO).
29 aprile 2005 @ 12:16
Non sono contrario ai blog aziendali in assoluto. Le questioni vanno distinte: da una parte l’approccio di Sun riguarda il blog come strumento pubblico interno, nei cui confronti le riflessioni di Lark mi sembrano corrette. Altro è il blog “fatto dall’azienda per se’” e qui sicuramente avrei anch’io molti dubbi. Tuttavia se l’azienda ne coglie la “natura”, anche un blog può divenire uno strumento di comunicazione dell’azienda verso definite comunità. Il pericolo maggiore è sicuramente quello che le aziende pensino di gestirlo come un sito aziendale aggiuntivo.
29 aprile 2005 @ 12:20
Sempre a proposito di blog, vi segnalo una interessante ricerca pubblicata su Blogads (http://www.blogads.com/survey/2005_blog_reader_survey.html) che cerca di disegnare un profilo del blogger. Riassumo i risultati, tratti da un campione di 30.000 blogger:
- il 75 % dei blogger sono maschi, di oltre 30 anni;
- il 43 % dichiara un reddito familiare superiore a 90.000 dollari all’anno;
- solo il 4,7% dei blogger hanno meno di 20 anni (questo un po’ sorprende…)
- il 25 % circa degli intervistati riserva alla lettura dei blog circa ill 20 % del tempo dedicato ai media
- solo il 28 % utilizza i feed RSS per la lettura dei blog: la maggior parte li consulta esattamente come dei normali siti web.
29 aprile 2005 @ 14:03
@max: è esattamente quello che dico. io non conosco il mercato azionario quindi non investo perchè rischierei troppo, e lo stesso deve fare riguardo ai blog un’azienda che non ha una adeguata cultura web o cmq le competenze giuste. ma tu ne sai di borsa e investi con rischi minimi, così come le aziende che conoscono il mondo dei blog possono fare lo stesso con i corporate blog
@Eugenio: io sono molto d’accordo con quello che c’è scritto nell’articolo, che tra l’altra segnala proprio SUN come esempio
@Enrico: il blog aziendale può essere un buonissimo strumento di community ed è sicuramente un modo più diretto (e quindi di solito più apprezzato) per l’azienda per comunicazre con i clienti. Molto meno asettico e più informale di un’area news o peggio uno spazio da cui scaricare comunicati in .pdf
29 aprile 2005 @ 14:46
Matteo se ne sapessi di borsa…
Le aziende che hanno le competenze per gestire i blog sono poche e il rischio che si brucino le mani è altissimo. IMHO non conviene investire nel blog, c’è tanto altro da fare prima del blog, veramente tanto, meno rischioso e forse più profittevole.
29 aprile 2005 @ 15:16
Certo, sarebbe bene che le aziende si dedicassero prima a quello che già hanno, ovvero i loro siti e i servizi(quando esistono) connessi. Avete mai provato a inviare un email con una richiesta di aiuto urgente a un servizio di homebanking ? Il server della banca è sparito mentre ero a metà di un bonifico: era andato ? non era andato ? La risposta email è arrivata 4 giorni dopo…. e solo perchè avevo minacciato il loro ufficio stampa di scrivere a un paio di testate…..
29 aprile 2005 @ 15:39
scusate, ma il fatto che la maggior parte delle aziende abbia anche molte altre cose importanti a cui pensare non significa che non debba fare anche altro. E’ chiaro che il corporate blog non è e non sarà mai un asset fondamentale dell’azienda, ma dico solo che in certi casi e per certi settori potrebbe essere un buon mezzo per aumentare la fiducia e il coinvolgimento dei clienti. poi è chiaro che se mando una mail a info con una richiesta e non mi rsipondono mi arrabbio anche se hanno il blog più bello del mondo
29 aprile 2005 @ 16:56
@Matteo: sono d’accordo, ribadisco che se l’azienda coglie la sua “natura”, anche un blog può divenire uno strumento di comunicazione efficace in specifiche aree. Ma, in termmini di priorità, mi sembra comunque corretto che le aziende, prima di avventurarsi nell’utilizzo di uno strumento nuovo, riflettano prima sullo stato e sull’efficacia di quello che hanno già messo online.
29 aprile 2005 @ 17:09
Giusto per offrire altri contenuti sul tema, vi segnalo l’intervento sui blog aziendali di David Sifry, fondatore e CEO di Technorati. Lo trovate qui:
http://weblog.infoworld.com/techwatch/archives/001320.html 172
5 maggio 2005 @ 13:19
Com’è, come non è, Microsoft punta sui blogger come evangelist per Longhorn. Per approfondimenti e commenti andate a
http://news.yahoo.com/news?tmpl=story&u=/pcworld/20050503/tc_pcworld/120693
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