La vicenda del Rapporto USA sull’uccisione dell’agente Calipari (per un riepilogo di ciò che è avvenuto puoi leggere su Macchianera qui ) rappresenta, a mio modo di vedere, il “segno” della fine del giornalismo così come lo conosciamo; intendiamoci, non penso che i giornalisti di Repubblica o del Corriere debbano temere per la propria poltrona (seggiola o seggiolina che sia) e tuttavia siamo entrati in una fase nuova nella storia dell’opinione pubblica in italia.

Se guardiamo alla nascita ed allo sviluppo dei giornali come strumento di comunicazione e di condivisione delle informazioni risulta evidente come ben presto nel nostro paese il giornalismo sia riuscito a vivere SOLO strutturando rapporti di interdipendenza con settori del mondo economico/politico.

Quello che è successo ieri, con la notizia della pubblicazione del rapporto in .pdf, lo scoop di Neri e la sucessiva omissione della fonte da parte di tutti i principali organi di informazione, dimostra quanto importante possa essere questo “movimento” di parola.

E non si tratta di libertà di informazione, come alcuni politici in vena di strumentalizzazioni si sono affrettati a dichiarare, ma di “rinascita” di una sfera pubblica autonoma ed indipendente, che è tanto più forte quanto più risulta onesta agli occhi di chi partecipa alle sue discussioni.

E’ la fine del giornalismo, di quel giornalismo che serve solo a far vendere una copia in più di un DVD o di un corso di ceramica; la sfera pubblica ha trovato un nuovo strumento per rappresentare e rappresentarsi.

Insomma, ora possiamo davvero dirlo; per fare informazione non serve più essere iscritti ad un ordine professionale, basta aprire un blog :)

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