Riflessioni su Imli in una bella domenica di primavera
E’ domenica, le persone si rilassano e dedicano tempo alla famiglia e agli amici.
Spesso, quando siamo rilassati ci vengono le idee migliori e talvolta il pensiero corre in tutta libertà. Credo che nessuno fino ad esso abbia cercato riflettere su cosa rappresenti Imli come blog del marketing. Ed è è stata proprio questa la mia riflessione in questa domenica mattina piena di sole. E’ evidente che i diversi “aficionados” che seguono il progetto, una ragione per farlo, la avranno trovata. Vorrei tuttavia fornire nuove possibili chiavi di lettura di Imli.
Personalmente ritengo che ci siano due possibili strade per leggere i post dei diversi contributors.
Una prima strada è data dallo spunto. Partendo da diverse stimolazioni (i diversi post), i “lettori” possono approfondire i diversi temi proposti e arricchire così il loro processo di formazione permanente con ulteriori letture, magari seguendo le indicazioni suggerite (i link), oppure possono verificare se le loro idee sono in linea con le opinioni di chi scrive o se divergono sui vari temi.
Una seconda strada è data dal percorso. In questo caso i “frequentatori” di questo blog fanno parte di un ambiente nel quale “vivere” un nuovo marketing che viene creato e sperimentato giorno dopo giorno, secondo un processo di approssimazioni successive. In tale modo ci si addentra nell’esplorazione di un nuovo linguaggio che non viene imposto dai teorici, ma che si forma collettivamente grazie all’apporto di tutti.
Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra di percepire un gap tra quanto appreso dalle “teorie del marketing tradizionale” e quanto sperimentato giorno dopo giorno nella vita professionale. Su questo siamo tutti sulla stessa barca, non ci sono su questo blog persone che scrivono ed altre che leggono, ma un insieme di individui che si confrontano sull’evoluzione del marketing in tutta libertà, con la consapevolezza che la verità non la possiede nessuno.
Il marketing tradizionale come lo abbiamo studiato, è incentrato su una concezione di consumatore inteso soprattutto come animale razionale. Le aziende hanno a disposizione una serie di leve di marketing prevalentemente utilizzate in una ottica di stimolo/risposta.
Credo che nessuno contesti questa impostazione, che però mi sembra di capire, viene percepita da molti come una visione parziale della realtà. Il consumatore non esiste, è una definizione del tutto teorica, esistono invece le persone che vivono e che consumano perché hanno delle necessità o dei desideri, ma anche perché attraverso il consumo si esprimono o danno dei giudizi.
Ecco perché i vari dibattiti che hanno avuto luogo su Imli e che hanno riguardato ad esempio la querelle Bmw-Alfa, il commercio elettronico, la tv digitale ecc, possono essere considerati come argomenti del tutto slegati fra loro, oppure possono essere riletti come diversi punti di osservazione dello stesso problema. Si è dimostrato, credo in modo inequivocabile, che internet e gli altri mezzi digitali sono ambienti vivi e che il nuovo marketing non può più concentrarsi nel costruire meccanismi incentrati sullo stimolo-risposta, ma che deve essere in grado di creare in questi nuovi ambienti le condizioni in cui far sviluppare dinamiche di relazioneche alla fine portino allo sviluppo di nuovo business, ma anche valore per tutte le persone coinvolte.
Se i frequentatori di Imli, ritengono che la seconda strada possa essere un modo più stimolante per affrontare le nuove sfide professionali, allora non possono più limitarsi a leggere i post, ma dovranno partecipare più attivamente al dibattito in corso per poter costruire insieme una nuova ecologia del marketing.
Scusate vi devo lasciare perché devo portare le mie due figlie al parco.
Nessun post simile.
8 maggio 2005 @ 12:29
Sono d’accordo sul percorso da seguire e sul salire sul carro di coloro che si confrontano e non solo leggono. E’ nella collaborazione e scambio informativo che sorgono le migliori intuizioni.
Da frequentatore di ambienti accademici per motivi didattici, ti dico che la teoria di marketing non è così indietro, del resto si parla di marketing relazionale da tempo, da prima dell’arrivo della rete come fenomeno di massa. La teoria di marketing è IMHO lenta a seguire la veloce evoluzione dei desideri e bisogni (che la rete aumenta velocissimamente) e nella formulazione/applicazione di strategie per non perdere posizioni di mercato, specie nei contesti innovativi (mercato ICT, Internet come canale per i beni di consumo di massa, etc., TV digitale)
E’ altresì vero che le dinamiche di relazione di cui parli sono il fulcro degli ambienti digitali e che nostro compito è capirle e proporre nuove idee per nuovi business e anche per altre iniziative che aumentino il benessere collettivo (non solo € nei nostri obiettivi).
Mi unisco a Maurizio, invitando gli altri a postare in modo costruttivo e mi ripropongo di contribuire allo scambio di idee in questo blog, fortunato punto di incontro di appassionati di innovazione.
8 maggio 2005 @ 16:58
Metti 10 persone in una stanza.
Chiedi a ciascuno di tirar fuori 1 euro, posarlo sul tavolo e riprenderne uno: alla fine tutti avranno in mano… 1 euro.
Chiedi a ciascuno di esporre un’idea ad alta voce: alla fine tutti avranno in mano… 10 idee. Magari saranno 10 “stupidate” ma sicuramente ciascuno si sentira’ un minimo piu’ ricco.
(P.s. la storiella l’ho sentita raccontare da Enrico Cogno)
Questo per dire che spesso non ci si sente (io per primo) all’altezza degli altri “contributors” e non si posta la propria idea, ma e’ ora di finirla! :-)
Io nel mio piccolo, derivante da un approccio “esperenziale” (e molto poco teorico) al marketing, faro’ del mio meglio (peggio) per “inquinare” il maggior numero di post possibile (interesse e tempo permettendo) :-)
E con questo mi son presentato e mi son giocato tutta la mia (minima) “reputazione” :-)
8 maggio 2005 @ 20:13
Caro Roberto, lo sai anche tu, di marketing relazionale si parla da tantissimo tempo, anche di Crm eppure quante aziende lo mettono in pratica. In teoria il marketing dovrebbe mettere la persona al centro dell’attenzione, ogni manuale lo predica, eppure la maggior parte delle aziende parla ancora di prodotti e non ascolta. Io non riproverò al marketing di non avere teorie, di quelle ne abbiamo fin troppe, rimprovero invece agli uomini di marketing di non ascoltare abbastanza. Lo sai che Andrew Rolfe l’ex CEO di Pret à Manger, una delle catene di fast food più di successo in Inghilterra, due volte all’anno obbligava tutto il suo management lui compreso a lavorare in cucina per ricordarsi che tutti devono essere al servizio dei clienti. Quale azienda italiana lo farebbe mai? Oggi la catena è stata venduta a Mac Donalds.
L’Italia è il Paese dove la maggior parte dei negozi ti dicono “ci dispiace, non diamo prezzi per telefono”. Ne abbiamo di strada ancora da fare, il servizio non è certo nel nostro DNA. Purtroppo su questo non mi sbaglio proprio. Se qualcuno mi smentisse ne sarei solo felice.
9 maggio 2005 @ 12:31
Fin dall’inizio ho pensato ad Imlog come ad un think tank, non di certo come un sito di news sull’internet marketing o marketing interattivo che sia. Credo anche di aver condiviso questo pensiero con i fondatori del sito. Fondazione alla quale mi onoro di aver contribuito, umilmente, partecipando sin dall’inizio.
Credo che sia questa la strada…anche se sul sito non mancano gli avvistamenti e le news, ciò che più mi interessa sono le visioni future (i pensieri laterali), quegli esercizi di immaginazione che l’ambito professionale spesso non ci permette di fare.
9 maggio 2005 @ 17:42
Caro Sebastiano,
il progetto di Imli è chiaro, ma affinché questi propositi si concretizzino sarebbe auspicabile una più ampia partecipazione.
Molte persone sono intimidite invece non dovrebbero esserle, nessuno ha la verità,
nessuno può dare voti, ci si confronta
in tutta libertà. Ed è a questo che punto.
Ci sono molte persone che hanno interessanti
esperienze che potrebbero condividere, personalmente ritengo che i commenti siano altrettanto importanti. Io li seguo con grande interesse.
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