Trasbordare il brand (e salvare capra e cavoli)
Aprendo pigramente sabato mattina il cellophane della consueta rivista settimanale economica in abbonamento, ho notato che il solito pieghevolino incluso riportante le offerte degli stessi portatili della settimana precedente aveva qualcosa di insolito. Mancava qualcosa, per la precisione.
Erano le tre letterine magiche, quelle che rappresentavano la scelta sicura di un qualsiasi acquirente attento a non farsi male: I-B-M.
La vendita VIP dell’anno ha quindi sorpassato la ‘fase comunicativa-finanziaria’ ed è entrata nel vivo della fase marketing: il dilemma che si pongono alla nuova IBMLENOVO è sicuramente come salvare il succo della fedeltà alla marca, dal sapore di sicurezza e affidabilità che faceva vendere i portatili neri anche in presenza di un prezzo oggettivamente più alto della concorrenza, essendo obbligati a buttare la buccia del rassicurante brand tri-letteruto.
Ci riusciranno, alla Lenovo?
La tattica pare finora quella delle venti piccole differenze, cambiare ogni tanto qualche dettaglio, in modo da rendere il passaggio indolore, almeno in apparenza.
Sarà una interessante case history verificare, tra qualche mese, quanto la perdita del brand principale sarà stata compensata dall’innalzamento dell’awareness del brand di prodotto (ThinkPad), e quanto del premium price i cinesi riusciranno a mantenere, in sua mancanza.
Anche se, secondo me, la partita non si giocherà, come pensano forse alla comunicazione Lenovo, sul calibrato cocktail di font ’soliti’ e di puntini rossi a ricordo, ma nel sottobosco degli amanti traditi, pronti al varco a discutere sui blog e sui newsgroup delle vere, grandi o piccole differenze della nuova era dell’IBM “cinese”, se ne valga effettivamente la pena ricomprarsi un portatile nero. Per adesso, sul sito si legge un tentativo di rassicurazione:
Lenovo ha una posizione di leadership nel mercato in più forte crescita al mondo. L’acquisizione del settore PC di IBM rende Lenovo il terzo fornitore mondiale di PC. Inoltre, sono ora parte del team di Lenovo tutti coloro che lavoravano in IBM per i portatili ThinkPad e i desktop ThinkCentre: gli specialisti, i rappresentanti commerciali, i team di produzione e i business partner. In breve, le persone che già conosci. Le persone di cui ti puoi fidare.
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9 maggio 2005 @ 17:44
Su indicazione dell’amico Italo (www.italovignoli.com) sono andato a rileggere un commento dell’analista Rob Enderle che già il 9 Marzo affermava senza mezzi termini che i beneficiari dell’accordo IBM-Lenovo sarebbero stati: in un primo momento Dell e HP; successivamente Oracle, Microsoft, Intel, VIA e AMD. Tra i beneficiari noterete l’assenza di IBM, di Lenovo e dei clienti delle due aziende. Mi sa che ci vorrebe ben altro che i tentativi di rassicurazione online… Basta molto meno di quanto è successo per “snaturare” l’offerta di una azienda.