SPAM: il fantasioso business underground che è sbarcato in Borsa
Che lo spam sia fastidioso siamo tutti d’accordo. Ce lo troviamo al mattino in quantità industriale nelle nostre email e con il “cancella” giù lì a toglierlo. Che ci sia un modello di business dietro è pacifico: costa poco e porta comunque dei risultati a chi lo fa (vedi il nigerian scam, 3° settore di entrata di un seppur povero paese….). Ma era troppa la curiosità di scoprire cosa c’è dietro il financial spam: quelle decine di email che tutti i santi giorni ci dicono di comprare azioni sul Nasdaq o Nyse a prezzi stracciati, di società sull’orlo del fallimento, che valgono 0,08 cents e informandoci che domani ci sarà una mega-operazione di risanamento e che guarda caso ce lo dicono a noi, solo a noi! Figuriamoci gli italiani che stanno investendo tutti nel mattone, si mettono a comprare azionacce sul Nyse…. Naturalmente in caso di rialzo dell’azione per acquisti degli spammati più ingenui, gli spammatori e i loro committenti vendono le azioni e il titolo (ri)crolla.
Ebbene si, a parte il dato non di poco conto che lo spam rappresenta il 90% del traffico d’email e che il 27 marzo sono passate su Internet solo il 2,5% di email serie o semiserie, quanto meno non spam, scopriamo anche che il financial spam è 40% di tutto lo spam, ha superato alla grande il porno e i pasticconi di qualsiasi medicina che vuoi e che a Marzo ne arrivato tanto perché siamo alla fine dell’anno fiscale USA, e allora quale miglior rimedio di una bella spammata per rimediare agli errori nella gestione aziendale…
Ma lo spam è marketing-oriented! Eh certo, è un’attività sistematica globalizzata, perché dovrebbe sfuggire alle logiche del target? E’ principalmente diretto verso i paesi English-speaking (con un invio si contatta milioni di persone che comprendono il contenuto), sposta modello di business dal porno che non rende più (almeno nel formato spam…) e come tutti i business ha un suo distretto industriale (la Florida) e una capitale (Boca Raton, appunto FL), dove la gran parte degli ISP fa quello più o meno alla luce del sole, causa leggi fallimentari che consentono di andare avanti un po’ di più e leggi US più tolleranti in tema di invii di email unsolicited.
Bello il commento:
Della serie: di furbi e ladri il mondo è pieno..
Oh, che nessuno prenda spunto! In Italia abbiamo la legge sulla Privacy più punitiva e stringente del pianeta.
Nessun post simile.
10 maggio 2005 @ 12:54
Di Spamming ne ricevo anch’io tutti i giorni e su tutte le caselle e-mail. Sinceramente a me non dà affatto fastidio, ma questo penso che sia dovuto al fatto che guardo allo spamming come a una manifestazione di creatività e di ingegno umano. L’unica cosa che abbiamo ottenuto con la nostra (durissima) legge italiana è che adesso riceviamo solo mail di miliardari nigeriani, di venditori di W1agra (better than Ciallis)etc. Ma questo non è spam, è qualcosa di diverso. Lo spam ’sano’ è quello di una ditta che vuole vendere i propri prodotti/servizi e non che vuole truffare il prossimo. A mio parere la legge italiana antispam è servita solo a eliminare lo spam ‘buono’ e a lasciare solo la fogna che ci ritroviamo ogni giorno in mail. Molti pensano che lo spam ‘buono’ non esista, ma a pensarci bene, se vi arrivasse in mail un messaggio di Barilla o di Audi, che differenza ci sarebbe rispetto a uno spot di 30 secondi che interrompe un film o un talk show? Direi che nel caso della posta il messaggio è molto meno invasivo e molto meno ‘disturbante’, dal momento che possiamo anche evitare di leggerlo senza perdere più di un secondo, mentre lo spot televisvo (la sequenza di spot) ci obbliga a cambiare canale, a fumarci una sigaretta, ad andare sul balcone etc. Un messaggio spam è un messaggio ‘non richiesto’. Ma gli spot televisivi e radiofonici, le pagine pubblicitarie nelle riviste e nei giornali sono forse richieste? Chi pensava che la legge antispam italiana potesse tutelarci dallo spam vero e proprio (quello che non ha nessuna regola e che tende verso la truffa)si ritrova con la casella ancora più intasata. La legge antispam ha avuto lo stesso effetto della legge antiimmigrazione del governo attuale; serve solo per impedire l’arrivo di chi non è male intenzionato….
10 maggio 2005 @ 13:31
Mi ribello Federico, anche io la pensavo come te. Nel 1996 ho scritto un articolo pubblicato da Internet News, dal titolo la “la gestione strategica della posta elettronica” in cui con altre parole parlavo di “spam buono” se indirizzato e rilevante. Oggi non lo penso più. Credo fermamente che il marketing su tutti i mezzi digitali debba essere rigorosamente PERMISSION BASED anzi con MECCANISMO DI DOPPIO OPT IN.
Mi sono fatto la convinzione che è inutile cercare di vendere qualcosa a chi non la vuole acquistare come è inutile urlare di più se qualcuno non vuole ascoltare. Sono consapevole che lo spam lavora sulla legge dei grandi numeri e anche con redemption basse potrebbe funzionare ma non è questo il punto. Un brand non si può permettere lo spam. E’ un attività di guerrilla di chi non ha budget. In generale credo che non vi siano dubbi che sono contrario e ho portato questa posizione anche all’interno della Associazione Italiana Marketing di cui sono consigliere. Per me è un punto fermo davvero importante
10 maggio 2005 @ 14:18
Io dico che ci ribelliamo solo quando ci dicono di farlo. La mia - come sai - era solo una provocazione. La prova che siamo delle capre che seguono il pastore del momento è che al momento del referendum per gli spot TV non passò una legge che - con tutti i suoi difetti - cercava di limitare il fastidio della pubblicità in TV. Il trend pubblicitario che vede i messaggi crescere da un secolo a questa parte ha avvantaggiato soltanto un soggetto: chi vende pubblicità. Inizialmente se ne sono avvantaggiati anche gli advertiser, che convincevano le persone ad acquistare prodotti (tipologie di prodotti intendi) di cui non si era mai sentita l’esigenza. Adesso anche gli advertiser cominciano a vedere che la pubblicità costa sempre di più e fa vendere sempre di meno (tranne qualche eccezione che qui non ci interessa). La pubblicità stile anni 80 funziona quando la fiducia nel futuro è tanta e le persone spendono più facilmente. Ma perché io dovrei scegliere fra una volvo e una bmw se nemmeno arrivo a fine mese? Siamo sempre più in cerca di una pubblicità che ci aiuti a scegliere e invece assorbiamo solo pubblicità che ci dice quali sono le nostre esigenze. Se penso che i maggiori spender sono le acque minerali mi viene da ridere. Perché devo scegliere quale acqua mi depura di più se quella del rubinetto va benissimo? Adesso riceviamo quasi 5 volte il numero dei messaggi pubblicitari rispetto agli anni ‘70. Ma possiamo spendere 5 volte tanto? Per invertire una famosa frase: “So che il 95% della pubblicità che ricevo non mi interessa. Il bello è che so anche qual è…”
Lo spam - sinceramente - mi sembra l’ultimo dei problemi…
10 maggio 2005 @ 15:07
Federico, sono d’accordo su tutto il tuo intervento. La risposta è una ecologia del marketing in cui ci si rende conto che il marketing collaborativo è quello più efficace. Be lo spot è fastidioso ma è sempre un patto non scritto tra chi mi offriva un contenuto gratuito che altrimenti avrei dovuto pagare. Sono d’accordo che questo patto si è rotto causa l’affollamento eccessivo, ma perché vuoi tollerare lo spam di chi non paga una lira per intasare la tua casella di posta. Lo sai che lo spam è un cost per le aziende? Il tuo discorse segue un filo logico e avrebbe più senso se dicessi che non esiste lo spam e che ve ne sono tanti altri, invece distingui tra spam buono e spam cattivo e solo li dove io non mi sento di seguirti. Pensa se si cominciasse con lo spam sui cellulari, esuriresti la memoria in 3 minuti, sarebbe intollerabile. No combattiamo lo spam e subito ed è meglio per noi e per il marketing.
p.s sotto il mio nome ho inserito il progetto di conferenza a cui sto lavorando. E’ spam?
Mi sono poi inventato un indirizzo di posta elettronico che invia a te E’ spam? Attenzione non sappiamo dove ci conduce lo spam.
10 maggio 2005 @ 15:16
io dicevo solo che il 99% della pubblicità che ci sorbiamo ogni giorno è spam e per quantoriguarda lo spam buono e cattivo (delle mail) volevo solo dire che preferireri che lo spam che ricevo non fosse tutto di nigeriani e farmacisti improvvisati. Cmq sempre in chiave provocatoria. prima gli advertiser andavano bene ‘grazie’ alla pubblicità. Adesso alcuni vanno bene ‘nonostante la pubblicità’ e molti vanno proprio male. Io come consumatore ne avrei piene le tasche (se non fosse che amo vedere anche la pubblicità dei pannoloni per anziani..). Lo spam non va bene, è ovvio ma scommetto che se ci fosse di nuovo il referendum per gli spot TV, ci troveremmo di nuovo di fronte a una schiera di servi che ci convincerebbero a votare in favore della ‘libertà di advertising’, perché altrimenti non potrebbero più produrre i programmi di jerry scotti…
10 maggio 2005 @ 16:01
Scusa Federico, perché abolire gli spot tv? Aspettiamo che arrivi il Digital Video Recorder e che abbia costi abbordabili vedrai che la pubblicità in Italia si allineerà con il resto degli altri Paesi che lo hanno sperimento: oltre il 75% degli utilizatori di DVR la eviterà, gli altri andranno in cucina a farsi una birra come accade oggi, con buona pace dei pubblicitari che non vogliono cambiare
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