Il marketing della pigrizia
Durante un viaggio mi è capitato di ascoltare una trasmissione radiofonica in cui si presentava un libro su come oziare e vivere bene in azienda. Incuriosito dal tema azienda, non dall’ozio ovviamente :), ho ascoltato l’intera trasmissione in cui due professoroni universitari e un consulente di azienda hanno discusso di un libro che molto probabilmente non avevano mai letto.
Il libro in questione è quello di Corinne Maier “Buongiorno pigrizia“. Un titolo che l’ufficio marketing dell’editore francese ha immaginato potesse destare l’attenzione di migliaia di impiegati e quadri. Obiettivo centrato!
In realtà il libro è un trattato contro il sistema capitalistico e una presa per i fondelli di tutte le manie che si trovano in azienda: dal gergo impossibile di certi personaggi, ai consulenti che cercano di farsi percepire come i massimi esponenti della tuttologia aziendale.
Ecco alcuni brani da cui si può capire il tono del libro:
L’informatica è il futuro: uno slogan che si sentiva già alluniversità negli anni ‘70. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono figlie dei computer e di Internet; è da due decenni che le imprese investono sfrenatamente in queste nuove tecnologie, sperando in fenomenali impennate di produttività (…)
Il coach non è l’unico parassita che sfrutta la bestia aziendale. L’impresa versa milioni a vari specialisti di audit e consulenza, remunerati per dire ciò che l’interlocutore vuole sentirsi dire e confortare le intuizioni di chi è in testa al processo decisionale.
Un libro che si legge in un pomeriggio, ma alla sera vi renderete conto che qualsiasi altra attività sarebbe stata più utile e sicuramente più salutare. E io che mi fido ancora di giornalisti e professori universitari…
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16 maggio 2005 @ 16:59
Caro Max, quanto hai ragione! L’Italia è piena di docenti universitari che parlano di argomenti che non conoscono. Io stesso ho assistito a più di una conferenza in cui parlavano notissimi docenti di internet e che hanno candidamente confessato di non avere mai navigato in vita loro.
Quanti sono poi quelli che fino a qualche settimana fa ho incontrato e mi hanno detto che la televisione digitale è una grande bufala, vogliamo scommettere che domani li incontreremo ai grandi convegni sul palco dei relatori.
Poi ci siamo noi che nel nostro piccolo non abbiamo mai fatto grandi previsioni, ma rischiando in prima persona abbiamo scritto, divulgato quanto avevamo imparato a costo di fare errori. Mi chiedo se alla fine non siamo noi ad avere sbagliato? Siamo dei sognatori, utopisti e forse anche un po’ snob, ma a noi piace davvero tanto condividere. Ecco perché continuiamo a perseverare. Spero solo che ne valga la pena
16 maggio 2005 @ 17:18
Caro Maurizio, caro Max,
non sono mai “uscito” da una visita su IMlog senza aver imparato qualcosa di nuovo o trovato comunque uno spunto di riflessione per la mia professione. Ne vale la pena, tranquilli ! ;-)
16 maggio 2005 @ 17:40
anch’io ci sono cascato..a mio scusante il fatto che l’ho acquistato appena uscito in Italia a scatola chiusa…da leggere in Metropolitana…nulla di più…
16 maggio 2005 @ 17:51
Ah ecco, iniziavo a pensare di aver lasciato troppo spazio ad altro :)
16 maggio 2005 @ 18:02
Fortunatamente dopo aver visto un intervista all’autrice del libro mi sono convinto di non comprarlo e ancor piu’ importante di non leggerlo.
17 maggio 2005 @ 19:42
Buongiorno pigrizia (o no?)
Ho letto Buongiorno pigrizia. Di positivo c’è che mi ha fatto capire anche molte cose del mio lavoro. Ma comunque non mi ha convinto e non sono il solo a quanto pare.
Non è vero che non si può avere soddisfazione dal proprio lavoro. Pasolini diceva che b
30 maggio 2005 @ 17:28
Caro M.Bancora
Sò per certo, che la sua esperienza, è già maturata nei luoghi Comuni, che Corinne Maier descrive nelle sue 158 pagine (scritte pure grosso)a €9,90. Purtroppo mi pento di avere speso quella cifra, che è soltanto servita a confermare che (come diceva mio nonno ) “la pubblicità è l’anima del commercio”.
30 maggio 2005 @ 18:21
Caro Zobeide, capisco che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, come diceva qualche nonno, ma da te un minimo di fiduci me lo sarei aspettato ;)
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