L’introduzione della prospettiva ha radicalmente cambiato la pittura.
La progressiva diffusione dei mezzi interattivi sta cambiando radicalmente il modo di comunicare.


La comunicazione pubblicitaria ha sviluppato nel corso degli anni schemi ed artifici retorici oramai consolidati. L’idea creativa è la base per sviluppare nuove modalità di generazione e mantenimento dell’attenzione.

Internet ha evidenziato l’importanza della capacità di generare attenzione soprattutto in presenza di audience che tendono a frammentarsi.
I portali, i motori di ricerca i siti a largo traffico, hanno svolto e continuano a svolgere il ruolo di mediatori dell’attenzione ad esempio tra un brand ed i suoi pubblici. Detto in termini molto pragmatici “l’acquisto di traffico” o come molti pubblicitari amano dire “l’opportunity to see”.

In rete è possibile acquistare l’attenzione attraverso investimenti pubblicitari esattamente come avviene nel mondo off line, solo che la pianifacazione è a consumo, paghi solo per le esposizioni oppure per i contatti reali.

Il fallimento di molte dot.com ha tuttavia dimostrato che l’attenzione è solo il punto di partenza e non è una condizione sufficiente per generare empatia, partecipazione e per coinvolgere i propri pubblici.

Molte aziende e molte agenzie di pubblicità si trovano oggi in grande difficoltà, perché sono abituate a pensare in termini di pianificazione pubblicitaria, non avendo compreso che nel futuro sarà sempre più importante la capacità di favorire nuove dinamiche relazionali, tra un brand ed i propri pubblici, ma anche all’interno di comunità che vi ruotano intorno.

Il passaggio dall’attenzione alla partecipazione, sicuramente farà fare un salto di qualità alla comunicazione esattamente come è avvenuto con l’introduzione della prospettiva in pittura. L’elemento centrale è la capacità di alimentare un processo di mutua conoscenza tra i diversi soggetti coinvolti, basato sulla fiducia ovvero il trust.

Nel link che ho proposto in apertura di questo post è visibile una citazione molto bella di Erwin Panowsky, che non conoscevo che dice:

“La storia della prospettiva può essere concepita sia come una sistematizzazione del mondo esterno, sia come un ampliamento della sfera dell’io.”

Se mi è consentito il parallelo, mi piacerebbe poter affermare che attraverso la partecipazione “attiva” dei suoi pubblici un’azienda viene a conoscere in profondità quale è il suo vero d.n.a.

E’ relativamente facile, avendo i budget pubblicitari a disposizione, pianificare un investimento pubblicitario, molto più difficile, aprirsi, mettersi in discussione ed instaurare un dialogo sincero.

Fare pubblicità attiene alla sfera del dire mentre essere “presenti” in rete attiene a quella del condividere

Come potete leggere dal link che vi ho proposto: scopo della prospettiva in pittura è dare tridimensionalità a un’opera, rendendola più vicina alla realtà.

Attraverso la partecipazione ci si propone invece di rendere un brand più vicino alla realtà che vivono i propri pubblici quotidianamente. L’espressione “in prospettiva vuol dire infine in lontananza, con riferimento al passato o al futuro”. Speriamo che questo futuro non sia tanto lontano, quando invece parliamo di una nuova ecologia della comunicazione.

Le tecniche, gli strumenti non servono poi a molto se non si capiscono i principi che ne stanno alla base.

E’ ora se volete possiamo tornare a parlare di Google che in questo discorso non c’entra assolutamente nulla ma che mi ha consentito di farvi leggere questo pesante post fino alla fine :)

Oppure mi sbaglio?

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