Blog e comunicazione interna
Torno a parlare di blog, stimolato da un post apparso su CorporateBlogging relativo ad una ricerca di Nordisk Kommunikation eseguita su un campione di 12.000 impiegati. La survey vuole fare il punto sullo stato della comunicazione interna aziendale. Pur essendo uno spaccato che si riferisce al mondo scandinavo, credo che i risultati siano comunque interessanti e probabilmente estensibili ad altri paesi europei.
In generale devo dire che, nella mia esperienza, la comunicazione interna è, un po ‘come il crisis management, una disciplina largamente ignorata o gestita senza troppa attenzione. I risultati della survey sembrano confermare:
- Il top mangement non è ritenuto credibile e comunque non è visibile. Solo 4 dipendenti su 10 ritengono che i top manager facciano realmente ciò che dicono.
- La comunicazione della strategia non funziona: solo il 50% ritiene di conoscere obbiettivi e strategie aziendali
- il 50% ritiene di non essere sufficientemente informato circa i cambiamenti che interessano l’azienda.
E qui, naturalmente, veniamo al ruolo che i blog interni potrebbero ricoprire nell’informare e nell’ottenere feedback.
Senza naturalmente tralasciare l’eventuale ruolo del “blog del grande capo” ovvero di colui che dovrebbe affermare e rafforzare il suo ruolo di leadership interna.
Ovviamente i blog non bastano, e la perentoria affermazione del buon Jonathan Schwartz (Sun) “If you want to be a leader, I can’t see surviving without a blog” può essere condivisa, ma senza eccessi.
Il blog è uno strumento con un grande potenziale in questo senso, ma non può certo essere l’unico. Inoltre, come ho sottolineato in altre occasioni, la natura interattiva , conversazionale, deve essere ben compresa da chi ritiene di utilizzarlo; comunque sempre nell’ambito, sarà bene chiarirlo, di una politica di comunicazione interna complessiva e ben definita nei suoi obbiettivi e strumenti.
Resta il fatto che l’utilizzo di blog, podcast e altre tecnologie di rete offrono una grande opportunità per recuperare il tempo perduto e per focalizzare l’attenzione del management su un tema così rilevante della vita aziendale.
Nessun post simile.
25 giugno 2005 @ 20:33
credo che l’idea di blog sia interpretata un po’ troppo estensivamente. il top management avrebbe potuto comunicare regolarmente, con un linguaggio umano, gia’ da anni attraverso la mail e riceverne feedback.
quello che voglio dire, è che non è la disponibilità di un facile strumento per creare il contenuto (il blog) che creerà automaticamente questa volontà.
ciao
27 giugno 2005 @ 09:16
Certo Gianluca, la questione di base è sempre culturale. Sicuramente il blog offre uno strumento capace di accelerare l’”apertura” di un canale di comunicazione, ma non c’è dubbio che, e questo vale per qualsiasi utilizzo della tecnologia, senza una piena “consapevolezza” nell’utilizzo non ci può essere nessun valore aggiunto. Del resto quando parlo della necessità di una politica di comunicazione interna complessiva, mi riferisco esattamente al problema di “volontà” che tu poni.
27 giugno 2005 @ 15:10
Che qualcuno in IAOC legga assiduamente Imlog ? E per di più legga i miei post ?! Non sono così presuntuoso ;-), tuttavia proprio oggi ho scovato sul blog della IAOC questo contributo sul tema : Blogs ‘n’ Wikis: Business Models or Drinks at a Social Gathering? ricco di spunti per chi vuole approfondire.