Dvr, non se ma quando
Ne abbiamo già parlato diffusamente, la penetrazione del digital video recorder è inesorabile e più rapida di quello che molti analisti prevedevano, come ci indicano le ultime rilevazioni di eMarketer (che mi segnala Federico Riva). Oramai per quanto concerne l’Europa, non è più questione se arriverà mai il Dvr, ma quando. Rilancio pertanto il mio invito ai broadcaster, ai pubblicitari e alle aziende. Preparatevi perché il DVR imporrà nuovi modelli di comunicazione. Non dite poi che non vi abbiamo avvertito :)
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29 agosto 2005 @ 16:57
http://punto-informatico.it/p.asp?i=54609
29 agosto 2005 @ 17:23
Si Lorenzo, la svolta di BBC è di fondamentale importanza, dappertutto in Europa si lavora sull’alta definizione, su nuovi palinsesti, su nuove modalità di progettazione dei contenuti, e qui in Italia discutiamo ancora sul presidente della Rai e ci concentriamo solo sul digitale terrestre, una visione miope a mio modesto parere.
29 agosto 2005 @ 23:31
Scusate ma di che cosa stiamo parlando? Se con DVR intendiamo cose tipo il TIVO della Philips allora si tratta di apparecchi ancora di là da venire. Se invece per DVR si intende un semplice videoregistratore ma digitale, beh allora c’è dasvegliarsi. Questo tipo di device è già presente in tantissimi punti vendita di elettrodomestici. Certo non sono moltissimi gli italiani che hanno un apparecchio di questo tipo ma si tenga presente che i prezzi stanno scendendo abbastanza velocemente. Un DVR con hard disk da 160 Gb costa all’incirca 600 euro.
Per quanto riguarda, invece, l’articolo di Punto infomatico sulla BBS mi si permetta di dire che è un po’ una snobberia dire che la Tv inglese va oltre il digitale terrestre. Prima o poi pure la gloriosa tv di stato inglese sarà costretta dalle leggi europee ad adattarsi a tale formato di trasmissione. Il player proprietario, poi, mi sembra una cosa abbastanza anti-moderna nel senso che va contro la tendenza ad uniformare gli standard di fruizione dei contenuti mediali. Ma l’Apple Quick Player, Windows Media Player, il RealPlayer e i formati DivX, l’Mp4, ecc. non bastavano già?
Un reale vantaggio per gli utenti finali sarebbe una tendenza ad uniformare gli standard tecnologici piuttosto che a crearne dei nuovi.
E poi, se davvero di Tv on demand si tratta nel caso della BBC, allora possiamo dire che la Rai c’era già arrivata da tempo con RaiClick, partita in concomitanza con i servizi Fastweb (difatti la tecnologia era fornita dal gruppo e-Biscom).
30 agosto 2005 @ 10:05
Smeerch, mi scuso se il mio pensiero non era chiaro, non avrei dovuto mettere in un commento cose diverse, perché ho finito con il creare confusione. Riguardo il Dvr, può essere un device venduto stand alone, inserito in un set top box, o fornito attraverso un servizio come fa Fastweb. Il Dvr favorisce una doppia pratica, la prima è lo skipping della pubblicità, circa l’80% degli utenti di dvr, non guarda gli spot, e dall’altra parte favorisce il timeshifting, ovvero la visione di un programma in leggera differita, proprio per bypassare le pubblicità. Queste due pratiche da una parte liberano lo spettatore dalla tirannia del palinsesto ma dall’altra impongono ai broadcaster e pubblicitari la riprogettazione di palinsesti e di formati pubblicitari.
Per quanto concerne la realtà italiana, non volevo fare una polemica tra piattaforme, ma semplicemente dire che in Italia siamo così presi dalla Tv Digitale Terrestre (importante) che trascuriamo tutto il resto come l’innovazione di contenuto, cosa che sta facendo BBC. Il risultato è sotto gli occhi di tutto, la programmazione attuale del digitale terrestre è pressoché simile a quella sui canali analogici, creando un circolo vizioso tra spettatori che ritardano ad acquistare il decoder perché non trovano programmi attrattivi e programmatori che non creano programmi attrattivi perché non trovano spettatori. Smeerch se leggi bene l’articolo di Punto Informatico, ti accorgerai che il progetto di BBC va ben oltre il concetto di Tv on Demand come lo intendiamo noi, si tratta di un nuovo modo di concepire i palinsesti e non solo di offrire i contenuti.
30 agosto 2005 @ 10:23
Smeerch, quando parlo di dvr in Europa, intendo una penetrazione adeguata nelle famiglie, infatti negli U.S, Forrester ha rilevato che quando la penetrazione dovesse raggiungere il 30% delle famiglie, i principali investitori pubblicitari ricosidereranno le loro scelte relative alla tv.Il dvr si diffonderà a mio parere non perché sarà spinto dai produttori, ma probabilmente perché soggetti come Fastweb e Sky lo introdurranno massicciamente come è avvenuto con BskyB in ottica antichurn, con grandissima soddisfazione degli utenti. Dal lato di device stand alone, probabilmente un prezzo accettabile non dovrebbe certamente superare i 150 euro, ma questa è un’altra storia.
30 agosto 2005 @ 12:03
Sulla situazione italiana e il digitale terrestre: http://www.performance-management.it/articoli/2005-08-televisione-digitale.pdf