Gmail. A pensare male si fa peccato…ma…
Penso che valga la pena farne un post ad hoc, per questa notizia che - mea culpa - non conoscevo, anche se è strettamente correlata a quanto diceamo due post fa. Cmq il fatto è questo: Google Gmail, come quasi tutti sanno, è ‘a invito’, come per Orkut e tanti altri prodotti not-google, per avere un account Gmail devi essere invitato da qualcuno che già ce l’ha. E fin qui tutto bene, anche se la cosa potrebbe essere criticabile. Ma le cose adesso finalmente cambiano! Dopo più di un anno di ‘beta’ (as usual) Google annuncia adesso che sarà possibile iscriversi a Gmail senza essere invitati! Basterà…fornire il proprio numero di cellulare. Il motivo? Solo così Google sa che a iscriversi è stata ‘a real person’.
“Sign up for Gmail”
8/24/2005 05:44:00 PM
Posted by Keith Coleman, Gmail Product Manager
It’s pretty exciting to see those words on the Gmail homepage. For the last 16 months, a lot of people have been asking us how they can sign up for Gmail, and today we’re happy to be able to say, “Just go to gmail.com.” From there, you can get an invitation code sent to your mobile phone, and with this code, you can create a Gmail account. Once you have Gmail, you can try out our brand new IM and voice service, Google Talk.
Why use mobile phones? It’s a way to help us verify that an account is being created by a real person, and that one person isn’t creating thousands of accounts. We want to keep our system as spam-free as possible, and making sure accounts are used by real people is one way to do that.
We’re also working on some new mobile features that will make your Google account more useful and secure, such as SMS alerts and password recovery. When you sign up using your mobile phone, you can choose to save your number with your account so you can use these features as soon as they become available.
Right now, sign-ups only work with U.S. mobile phone numbers, but we’re eager to support others. With Gmail now available in 29 languages (and counting), we’re already working hard to bring you “注册 Gmail 邮箱,” “Зарегистрироваться в системе Gmail,” “Abra sua conta no Gmail” and many more.
A parte il giudizio di ‘not real person’ per chi non possiede un telefono cellulare (francamente pazzesco), mi sembra evidente che questo sistema nulla ha a che fare con l’evitare lo spam (che cosa c’entra?), ma con il correlare gmail-google talk e numero di cellulare alla medesima persona (che cosa vuoi di più dalla vita?).
Questa novità non sarà ‘evil’, ma non mi sembra molto ‘fair’…Certo potete dire che uno può non aprirsi Gmail e usare un altro provider. Vero, ma fino a un certo punto; prevedendo l’enorme diffusione di GoogleTalk, ci sarà un momento in cui tutti più o meno saranno ‘indotti’ a utilizzarlo; un po’ quello che è avvenuto con il ‘passaggio’ da icq a msn messenger. Tutti gli ‘amici’ con cui parlavo in ICQ (tranne qualche ‘incorruttibile’) adesso vogliono parlare solo con msn. Quando accadrà questo anche per GoogleTalk (che magari permetterà di telefonare pc2phone gratuitamente) allora accadrà che sarà obbligatorio iscriversi a Gmail (altra anomalia di questo messenger/futuro Voip) e quindi sarà necessario dare il proprio numero di cellulare.
Tutto bene. Ma non ditemi che serve per vedere se sono una persona…reale.
Purtroppo il 99% delle persone se la berrà così.
Nessun post simile.
3 settembre 2005 @ 10:00
Lo ripeto Federico, se vuoi chattare o parlare via pc puoi sempre farlo con Skype, come faccio io. Se non ci piace Google abbiamo comunque delle alternative. D’accordo le critiche, ma non ce l’hai un pochino con il Googleplex.
3 settembre 2005 @ 10:21
veramente ho spiegato il meccanismo per cui saremo ‘forzati’ a usare googletalk. Cmq solo il tempo lo potrà dire. Poi non si tratta di quello che faremo io e te ma di quello che faranno la maggior parte delle persone.
3 settembre 2005 @ 12:06
Personalmente concordo sul fatto che la “microsoftizzazione” di Google non è cosa nuova, intendendo con questo una strategia di diffusione di tecnologie innovative aperte e servizi integrabili proprietari. Eppure non riesco a non apprezzare la prima decisa spinta “di massa” -per così dire- verso la convergenza.
In effetti, a pensaci bene, Google sta gettando le basi -più di altri perché ne ha la forza finanziaria, probabilmente- per la futura vera “convergenza digitale” tra mobile, con i suoi relativi servizi ancora in potenza, e web.
Con questo intendo dire che il vero punto non è tanto che Google rischi di cedere alla tentazione monopolistica, ma se gli altri, Yahoo! in primis, sapranno seguirne la filosofia della convergenza.
Spero, cioè, ad esempio, di poter usare il mio credito telefonico non solo per pagare un abbonamento a un servizio targato Google, ma anche, per esempio, un abbonamento a Flickr, o un paio di canzoni su iTunes, o un biglietto ferroviario…
3 settembre 2005 @ 12:51
Io gradirei che la filosofia della conergenza non fosse indotta, ma fosse volontaria. Cmq forse mi sbaglio. Google fa tutto. Però voglio che quando perdo le chiavi di casa le posso trovare su google :)
4 settembre 2005 @ 09:14
il numero di cellulare servirà per fare SMS marketing. dai, Federico, sono Google, mica Godado! ,-)
4 settembre 2005 @ 09:30
beh veramente godado lo fa da un anno e mezzo l’sms merkting ;)io cmq non sono qui come ‘godadiano’ ma come ‘federico riva’; se vuoi giocare a prenderci per il culo comincio quando vuoi, right?
4 settembre 2005 @ 10:32
ah, lo fate.
no, non era per prendersi per il culo, è solo che con Google sono un po’ come gli aficionados della Mela quando qualcuno tocca Apple…
4 settembre 2005 @ 10:48
qualcuno ha toccato Apple? (disse mayer digitando dal suo amatissimo powerbook) :)
Scherzi a parte, discutiamo, scontriamoci, ma prego tutti di mantenere un livello “alto” ed evitare le polemiche “biscardiane”.
Non è un accusa verso nessuno, ma è meglio prevenire che curare, no?
4 settembre 2005 @ 23:36
Federico, hai scritto: “Io gradirei che la filosofia della convergenza non fosse indotta, ma fosse volontaria.”
Beh, in tutta sincerità, credo che se qualcuno non cercasse di realizzare dall’alto una convergenza, le possibilità di realizzarla dal basso siano piuttosto scarse, e rimarrebbero allo stadio di desiderio… insomma, non è che creda più molto a Babbo Natale ;-)))
Certo, se a Google volessero il nostro cellulare per fare davvero dell’sms marketing vorrebbe dire che sto sopravvalutando un bel po’ quella gente…
5 settembre 2005 @ 08:52
Mi pare abbastanza ovvio che il motivo possa essere quello dell’sms marketing, non a caso ad esempio in questo periodo google sta testando nuovi tipi di advertising come quello su carta stampata. Non a caso poi google ha recentemente acquisito Android società specializzata nella realizzazione di software per disposivi mobili…In breve, google era partito con il dover essere SOLO un motore di ricerca e sta finendo per essere anche mille altre cose, collegate in modo più o meno diretto al concetto di ricerca.
5 settembre 2005 @ 09:03
Pasquale, tranquillo. non si sono bevuti il cervello. Non si mettono a fare SMS Marketing.
5 settembre 2005 @ 09:55
Guarda Massimo che il mobile marketing, sms marketing o come tu lo voglia chiamare è un sistema molto intelligente ed efficace di pubblicità/promozione. Perché dici ‘bevuti il cervello’?
5 settembre 2005 @ 13:19
Gmail a mio parere è un ottimo servizio: capienza più che soddisfacente, ricerca efficace tra i messaggi e costo zero. Rimane ad essere sinceri qualche dubbio sulla privacy per gli adword che appaiono in alcuni messaggi, ma il matching tra le keywords in fondo è automatico, quindi in teoria non più invasivo di molte ricerche che si fanno su Google stesso.
Inoltre trovo interessante e strategica l’integrazione che recentemente propongono con Google Talk, il software di istant messaging e comunicazione via Internet di Google (www.google.com/talk/), che è rappresenta una marcia in più rispetto ai messanger della concorrenza.
La faccenda degli sms per l’attivazione credo sia legata prevalentemente al fatto di limitare le sottoscrizioni multiple da parte di certi utenti che (so per certo) spesso si autoinvitano ad aprire più caselle di posta su Gmail che poi vengono utilizzate come archivio on line gratuito grazie all’ottima capienza.
Certo che sarebbe però un peccato non utilizzare tutti questi numeri telefonici a disposizione…
5 settembre 2005 @ 21:37
Max, è una (pessima) battuta la tua, vero? Lo spero. Davvero.
Federico: non so, a me l’SMS marketing sa di tavanata galattica, esattamente come l’email marketing, peraltro.
Ma tavanata galattica è una cosa, comportamento scorretto è un altro. Se ti ho dato il mio numero di cellulare perchè voglio pubblicità via SMS, benissimo. I gusti sono gusti, d’altronde. Ma se invece te l’ho dato per una qualsiasi altra ragione, è scorretto e probabilmente anche illegale - come tutto l’email marketing di tutti i portali, peraltro.
5 settembre 2005 @ 23:49
Ciao, Massimo,
giusto per non farti scandalizzare del tutto ti faccio presente che davo per scontato l’utilizzo di tali numeri con l’esplicito ok dei legittimi proprietari, non certo “a sorpresa”, mossa che sarebbe controproducente oltre che, come da te correttamente evidenziato, illegale.
Per quanto riguarda l’SMS e soprattutto l’email marketing sono di parere completamente diverso dal tuo, ma non è il caso di andare fuori tema…
Buon lavoro a tutti,
Max
6 settembre 2005 @ 08:33
Ciao Max,
ma in teoria adesso è vietato anche dire “se vuoi iscriverti al servizio x” (ISP, o email gratis, o altro servizio che non sia in sè l’invio/ricezione di pubblicità via email o sms) devi obbligatoriamente “acconsentire” anche alla ricezione di pubblicità, vero? (ovvero: i database di tutti i portali sono illegali, o comunque anche se la Legge non è retroattiva perlomeno non possono continuare a costruirli così. giusto?).
Sulle virtù (o meno) dell’email o sms mktg in effetti servirebbe quasi un blog a parte per discuterne a fondo. Quando dico che è una tavanata, mi riferisco ovviamente al comprare da parte delle aziende la possibilità di mandare un messaggio pubblicitario via email o via sms a qualcuno, non al mantenere anche via email o sms (e blog e sito e rss etc) un contatto con un utente interessato alla mia azienda e ai miei prodotti o servizi. Dico che è una tavnata perchè se va bene, è una scorciatoia (”compro” l’interesse invece di guadagnarmelo), solo che poi finisco per non fare altro che comprarlo e mi convinco che lo si possa comprare e non me lo guadagno mai, quindi imho alla fine è una scorciatoia che finisce per portarmi fuori strada.
Massimo
6 settembre 2005 @ 15:36
Ciao Massimo. Mi pare che effettivamente sia proibito iscrivere automaticamente a una newsletter ‘pubblicitaria’ (o similia) al momento dell’iscrizione a un servizio (anche se l’opt-out in questi casi mi pare sia concesso). Ci sono comunque dei sistemi più smart come quelli adottati dai messenger (che, come sai bene tu) ti obbligano a vedere pubblicità o di servizi di e-mail che ti ‘obbligano’ a ricevere pubblicità nel body della mail o da altre parti. Per quanto riguarda la situazione di illegalità o paralegalità delle newsletter degli attuali portali, sinceramente non saprei. Pur non in regime anglosassone, anche in Italia la legge è interpretabile. Io so per certo che a una società attualmente sotto indagine, sospettatta di non avere rispettato le normative sulla privacy, è stata chiesta la documentazione SCRITTA di tutti i permessi a ricevere e-mail, il che appare assurdo a chiunque. In sostanza è stato chiesto di produrre documentazione cartacea in merito alle autorizazioni a ricevere e-mail pubblicitarie. Ci sono anche degli spam-fighters che consigliano di procedere in questo modo (chiedere l’autorizzazione scrita) quando si ricevono ‘unsolicited e-mail’) il che è ovviamente ridicolo. A parte queste cose (che sono un po’ tecniche) vorrei capire bene perché dici che e-mail marketing e mobile marketing sono delle tavanate; l’e-mail marketing non è una tavanata di certo dal punto di vista dei volumi commerciali che genera (ovviamente questo non è un giudizio qualitativo sulla sua efficacia ma senza dubbia pone dei dubbi sulla sua ‘tavanatitaet’). Per quanto concerne invece il mobile marketing, ritengo che sia un’eccellente strumento e fra poco cercherò di spiegare il perché; rimane senza dubbio il fatto che attualmente la percentuale di budget spesa per il mobile marketing è ridicola rispetto ad altri media, ma ritengo che questo fatto sia imputabile anche a ragioni tecnologiche oltre che al rinomato conservatorismo di centri media and company. Tutto il mondo è ‘usa follower’, nella pubblicità e nel marketing ancora più che in altri campi e gli U.s.a. hanno sempre avuto problemi nella ‘compatibilità’ delle varie compagnie telefoniche (in sostanza difficoltà a mandare un sms da un operatore all’altro) e questo senza dubbio ha frenato molto l’utilizzo degli sms e anche l’eventuale sviluppo di strategie di marketing legate ad essi. Di fatto, i dati che abbiamo a disposizione finora parlano di una grandissima efficacia del mobile marketing, dovuta a diversi fattori, tra i quali sicuramente o l’enorme diffusione di questo strumento (più di TV, più di pc, più di radio etc.) e il fatto che è possibile targhettizzare il messaggi. La tua avversione verso l’interruption marketing è condivisibile, ma penso che anche questa critica debba essere fatta ‘cum grano salis’ e alla luce di tutta una serie di variabili. L’interruption marketing è fastidioso soprattutto quando è ‘fuori target’; se io sono un maschio di 32 anni, difficilmente sono interessato a ricevre pubblicità di assorbenti o colle per dentiere. penso anch’io che i vecchi schemi funzionano sempre di meno, ma penso anche che il permission marketing è solo un passo ‘dopo’ il marketing tradizionale. In sostanza, il permission marketing parte dal presuposto che il ‘ricevente’ sappia quello che vuole, dove andarlo a cercare etc, ma questa, oltre a essere una premessa non vera è anche una premessa scorretta, nel senso che elimina quel grande potere ‘creativo’ che ha la pubblicità tradizionale e per creativo intendo dire capace di creare una curiosità verso qualcosa che non si conosceva precedentemente. L’interruption marketing ci sta esasperando non solo perché i messaggi da 1000 al giorno sono diventati quasi 4000 (anche se le statistiche variano), ma anche perché alla crisi dell’interruption marketing si è risposto semplicemente con un’amento dell’esposizione (e quindi una diminuzione dell’attenzione). ritengo che il mobile marketing sia eccellente perché ha la ‘novità/creatività’ di uno spot alla TV o di un cartello per strada e allostesso tempo può essere targeted secondo le carfatteristiche della persona che lo riceve. In un ‘mondo pubblicitario erfetto’ io potrò allora ricevere pubblicità di prodotti che possono interessarmi e non certo di pannolini o omogeneizzati, una sorta di contextual adbvertising, solo che il contestgo non è una pagina web ma sono la nostra età, il nostro sesso, etc etc. Con tutti i limiti della psicografia (posso essere maschio di 32 anni e mangiare omogeneizzati) penso che questa sia una possibilità in più per aumentare la qualità delle ‘interruzioni’, rendendole più interessanti e informative e quindi più simili al’amato permission marketing. quindi il mobile adv mi sembra una bella cosa, certo meglio degli spot in tv, meglio della pubblicità alla radio e forse anche meglio del contextual advertising che - a oggi - funziona maluccio.
6 settembre 2005 @ 22:38
Ciao Federico,
è proibito ma l’opt-out è concesso?
vuol dire che lo fanno, quindi?
(allora sono quasi contento che debbano produrre le prove cartacee…)
per il resto, vagamente concordo su tutto, tranne su quell’aggettivo “amato” prima di permission marketing, che è uno dei libri/idee più nefasti di sempre…