Il grande rischio del Contextual Advertising
Ne parlava proprio lunedì scorso Massimiliano, ipotizzando il rischio di esporre un messaggio pubblicitario di un prodotto o servizio in una pagina i cui contenuti sono molto critici nei confronti dell’azienda o del prodotto o servizio pubblicizzato.
Ebbene non solo il rischio è reale, ma può capitare anche molto di peggio, come riporta Mock on che ci mostra gli effetti devastanti di una pubblicità di un Hotel a New Orleans, inserita in una pagina del sito della Cnn che descrive la terribile innondazione che ha devastato la città del jazz.
Mi sto convincendo che la pubblicità contestuale può essere molto efficace, ma è opportuno sia dal lato dell’offerta sia quello della domanda, che vengano prese tutte le precauzioni in modo da evitare non solo spiacevoli conseguenze per gli investitori pubblicitari, ma soprattutto di dovere poi riparare i danni di immagine per avere irritato l’opinione pubblica.
Nessun post simile.
3 settembre 2005 @ 10:27
Sono d’accordo con te. La pubblicità contestuale a volte non funziona, ma attualmente, come direbbe Churchill
“Contextual advertising is the worst form of advertisement except for all those others that have been tried”.
Intanto a destra dei nostri post…Il cielo è sempre più blu :) se vuoi scopreire perché, vai su google…
3 settembre 2005 @ 12:21
Il modello pubblicitario è giovane ma in costante evoluzione. Personalmente penso che i benefici sono talmente tanti che i lati negativi possiamo sobbarcarceli per ora. Inoltre, poichè la politica di Google e delle altre ADV company è quella di fornire pubblicità mirata e qualitativa, penso che in breve tempo avremo pubblicità sempre più “funzionale”, “utile” e “controllata”.
Gia ora vengono applicati molti filtri per il controllo dei contenuti e l’attinenza contenuti/inserzioni/utilità degli annunci.
La strada è ancora lunga, ma i risultati per ora mi sembrano discreti.
Certo, poter avere maggior controllo sui siti dove compaiono gli annunci è auspicabile.
Ricordiamoci però che Google non è dio, anche se molti cominciano a pensarlo, e che personalmente non posso che lodare un’azienda che in pochi anni è riuscita a creare un sistema di ADV che, almeno per ora, non è intrusivo e che pone sempre molta attenzione agli utenti, ricordandosi ogni giorno che sono loro i loro veri padroni. (Forse l’ho sviolinata troppo, ma quando vedo cosa fanno gli altri…)
3 settembre 2005 @ 12:57
Gia ora vengono applicati molti filtri per il controllo dei contenuti e l’attinenza contenuti/inserzioni/utilità degli annunci.
quali?
tipo quelli di chi cerca info sul disastro della louisiana?
4 settembre 2005 @ 11:00
La “colpa” di link sponsorizzati completamente fuori luogo nonostante la presunta attinenza, come il caso riportato da Mock on, ricade anche su chi pianifica le campagne di keyword advertising, che sia un’agenzia SEM, un centro media o la persona che fa da sè.
Gli strumenti per evitare questi abbinamenti ci sono, solo che molti non li conoscono perchè credono che pianificare su google sia semplicemente l’operazione “aggiungere parole chiave + creare titolo e descrizione”.
Se poi accadono tragedie come, ad esempio, quella di New Orleans, come gli attentati di Londra o lo tsunami dello scorso inverno, il buon senso invita a stoppare tutte le campagne (sicuramente la parte “content”, attualmente incontrollabile, e magari anche quella legata alle ricerche) che includano parole chiave “a rischio”.
4 settembre 2005 @ 17:28
Ritengo che il problema sia a monte. Buona parte del successo di Google adwords sta senza dubbio nel fatto che è possibile attivare una e più campagne in maniera autonoma; in sostanza, Google non ha un vero e proprio customer care e quindi non c’è nessun filtro per chi desidera pubblicare i propri annunci, salvo poi vederli sospesi in qualsiasi momento e senza nessuna spiegazione. Sarebbe auspicabile che Google attivasse un vero customer care, sia per gli adsense, sia per gli adwords, perché solo in questo modo sarà possibile evitare i ‘problemini’ che accadono spesso con gli adwords. Sono ancora lontani i tempi in cui le macchine potranno capire che c’è qualcuno (un essere umano) che le sta ‘foolando’; a parte questo, sono convinto che non sia casuale il fatto che ci si mascheri dieto a una ‘automaticità’ delle procedure (dove non essendoci un uomo non c’è nemmeno responsabilità); questo vale per tutto: non sono per ol’advertising, ma anche per l’indicizzazione e il ranking.
5 settembre 2005 @ 14:44
AdSense for domains allows domain name registrars and large domain name holders to unlock the value in their parked page inventory. AdSense for domains delivers targeted, conceptually related keywords and advertisements to parked domain name pages by using Google’s semantic technology to “understand” the meaning of each domain name. Powering over 3 million domain names, AdSense for domains is the industry’s leading parked page service.
Vorrei solo far notare che tutti i motori di ricerca attuali (google compreso) non sono semantici ma sono lessicali. Ovviamente parte dei problemi della pobblicità contestuale nascono da qui , dal momento che il contesto è semantico e non lessicale.
federico
5 settembre 2005 @ 16:10
“Meridiana:scopri le offerte su http://www.meridiana.it o 199111333
*Toronto: Airbus da parigi finisce fuori pista e si incendia, oltre 300 a bordo.Nessuna vittima”
(da un messaggino di TIMspot)
letto oggi su punto informatico.
non so se sia contestuale o sfortuna pura.
5 settembre 2005 @ 16:14
beh, questo accade anche senza contextual, sai quante campagne sono state tolte o aggiornate all’ultimo momento a causa di disastri aerei o simili? eviaggi ha dovuto cancellare Sharm el sheick dal proprio banner ed Expedia idem con Londra se non sbaglio
15 settembre 2005 @ 16:33
Con i nuovi strumenti occorre più attenzione che con quelli consolidati, ma il problema sollevato da Mock mi sembra un falso problema, o, meglio, un problema che riguarda la pubblicità in generale, come già commentato da altri.
Ricordo solo ai meno giovani il problema di Renault quando lanciò la 19 in Italia, lo “squalo”, pubblicizzata da un filmato che riprendeva uno squalo che divorava la spiaggia… purtroppo nel Tirreno ci fu un tragico incidente con uno squalo e dopo qualche giorno Renault blocco gli spot: a parte le valutazioni sulla sfiga, bloccare le adwords è molto più veloce, economico ed indolore che interrompere e cestinare una campagna tv!
15 settembre 2005 @ 16:52
Scusa Domenico, me sembra tu ti stia contraddicendo. Se dici che il problema non è solo relativo alla rete, siamo tutti d’accordo, se invece dici che è un falso problema, devo dissentire. Se utilizzi solo Adwords è relativamente semplice, ma quando lavoravo in un centro media, pianificavamo su un numero molto elevato di siti, stoppare una campagna sul web è senza dubbio meno costoso rispetto ad una campagna tradizionale, (solitamente non ci sono costi, perché è una possibilità offerta dalle concessionarie), ma comporta un’attenzione costante.