Il Jackal Marketing su Katrina
Alcuni si sono scandalizzati per un personaggio bizzarro che pare voglia vendere una bibita chiamata ‘Katrina’, con la seguente tagline: “Get Blown Away”. .
Sicuramente questo tipo di “Jackal Marketing” non è molto professionale e per un motivo ben preciso; rischia di essere troppo ‘diretto’ per funzionare davvero.
Posto che non credo che la bibita sarà mai effettivamente prodotta, penso che lo sciacallagio sia parte integrante del marketing; soltanto, normalmente viene fatto in maniera più sottile.
Nessun post simile.
22 settembre 2005 @ 12:31
Si tratterebbe di due non meglio identificati avvocati. L’iniziativa sembra anche ma di pessimo gusto (nell’etichetta potrebbe esserci una foto satellitare dell’uragano).
Io comunque non credo che iniziative come questa possano portare grossi risultati, visto anche il sentimento diffuso di solidarietà e partecipazione legato a questo tipo di eventi.
22 settembre 2005 @ 13:02
Ottimo post Federico, questi casi sono vergognosi e squalificano chi li fa.
Casi di sciacallaggio da marketing purtroppo ve ne sono tantissimi.
Detesto anche quei marchi che si appropriano del lustro altrui per emergere. Esiste una marca di abbigliamento che si chiama Evita Peroni, lo trovo rivoltante, è un caso borderline. Oppure alcuni caseifici tedeschi che hanno lanciato il formaggio cambozola in aperta concorrenza con il mostro gorgonzola, è sicuramente legale ma di dubbio gusto. Io lo ripeto, quei prodotti non li acquisterò mai.Gli altri facciano come gli pare.
22 settembre 2005 @ 15:11
Grazie maurizio; quando però parlo di sciacallaggio del marketing in generale non faccio riferimento a casi come quelli da te citati, ma al marketing ‘an sich’ che non solo per sua natura tende a sfruttare le debolezze e l’ignoranza dell’uomo per vendere dei prodotti, ma che è diventato così forte da creare queste stesse debolezze. At the end of the day, questo tizio della bevanda ‘Katrina’ non fa male a nessuno, fa solo la figura del pirla e appunto dello scicallo. Mi fa più pensare il fatto che devi bere l’acqua rocchetta per stare bene dentro apparire bello fuori, che se hai le macchie sulla pelle sei un rottame e che se sei grasso devi elettrificarti mentre guardi la tele. Il marketing fa molte più vittime di Katrina. La differenza fra questo sciacallo della Louisiana e i marketer professionisti è che questi non sono così ingenui e fanno dei danni molto più grandi. Il marketing ‘buono’ non esiste.
22 settembre 2005 @ 16:58
Federico, il marketing buono c’è è il
Marketing Usabile :) Sono un sognatore?
forse, ma da qualche cosa si dovrà pur partire a cambiare le cose.
22 settembre 2005 @ 17:08
sei un marketer. più che sognatore dovresti fare sognare gli altri ;)
cmq cosa vuoi cambiare? Non si può cambiare niente. Non ci cambia Gesù, figurati il marketing :)
22 settembre 2005 @ 17:42
Il marketing non deve cambiarci, deve solo essere solo essere al servizio di chi vuole comprare. Deve essere utile.
Purtroppo non è così.
22 settembre 2005 @ 18:23
Il marketing non deve cambiarci, deve solo essere al servizio di chi vuole comprare. Deve essere utile.Purtroppo oggi non è così.
22 settembre 2005 @ 18:56
Forse in un altro mondo ;)
Il marketing deve essere utile a chi compra, ma il marketer deve essere utile a chi lo paga DIRETTAMENTE; quindi deve essere utile alla società per cui lavora; se la società vende creme antirughe il marketer deve fare vendere più creme antirughe possibili; solo questo e nessuno di noi rifiuterebbe un lavoro del genere per una grande azienda pur sapendo che la crema non mantiene quello che promette.
If you think advertising doesn’t work, consider the millions of Americans that now think yogurt tastes good.
- Joe L. Whitley
E inoltre:
We need marketers only to explain why our advs do not work. Not how to make them work.
- H. Ford
23 settembre 2005 @ 01:00
In linea con la conversazione vi suggerusco, qualora non l’avesse letto questo post: http://www.searchadvertising.it/marketingblog/2005/09/siti-di-contenuto-con-pubblicit-vs.html
Buona lettura
31 maggio 2008 @ 08:58
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