Il costo dei blog
Dei vantaggi che le aziende possono trarre dai blog abbiamo abbondantemente scritto.
Per andare un po’ controccorrente, riporto l’articolo di AdAge.com che avrebbe calcolato in 551.000 anni (commerciali), l’ammontare totale del tempo sprecato nell’anno 2005 da oltre 35.000 dipendenti delle aziende americane per visitare i blog.
Queste sono le classiche notizie di tipo sensazionalistico che non offrono alcun valore al lettore. Si potrebbe calcolare l’ammontare del tempo perso davanti alla macchinetta del caffè, o al bagno o a visitare siti di diversa natura. Mi sembra di tornare indietro alla demonizzazione di internet come luogo di pedofili e pornografi.
Siamo sicuri che eliminando i blog, tornerà la voglia di lavorare?
ERRATA CORRIGE: Per una svista mi sono saltati tre zero, leggasi 35 milioni di impiegati
Nessun post simile.
25 ottobre 2005 @ 09:43
Quale e’ la definizione di “sprecato” secondo questi signori?
Insomma, soprattutto per chi lavora nella comunicazione leggere sempre e tutto e’ la base dell’innovazione.
Per me quei 551.000 anni commerciali sono in gran parte R&S per quei 35.000 dipendenti.
25 ottobre 2005 @ 16:17
Beh l’interpretazione di questo articolo dipende, come al solito, dai punti di vista. Per rientrare nella questione sollevata da Zambardino sui feed, va bene che levano il “flavour” della pubblicazione, ma riducono di qualche secolo uomo il costo della lettura dei blog. ;-)
In passato feci una ricerca, per un’università italiana, sui professionisti dell’advertising online, bene la maggior parte degli intervistati alla domanda sulla formazione rispondevano che l’azienda non ne faceva ma loro si attivavano individualmente seguendo le varie mailing list /comunità professionali e le discussioni sui temi legati alla loro professione. Questa era la formazione. Oggi credo valga lo stesso discorso per i blog.
Ciao Lorenzo
25 ottobre 2005 @ 16:34
Ovviamente la mia è una provocazione, ma credo che questo tipo di articoli di natura sensazionalistica, anche pubblicati da testate prestigiose, non ci offrono elementi utili alla discussione, per le ragioni che spiegavano Stefano e Lorenzo.
26 ottobre 2005 @ 00:38
Per quanto riguarda anche me e il resto del Web Marketing team della nostra azienda, i blog sono assolutamente la prima fonte di conoscenza e innovazione… e’ anche vero che in casi limite possono sconfinare nella chat, come in questo vecchio post. Memorabile il commento dell’autore:
20 commenti in 100 minuti. per fortuna che il PIL del Paese non dipende da noi ;-)
26 ottobre 2005 @ 12:43
concordo, la lettura dei blog è, per gran parte, formazione a gratis per l’azienda. e per il resto è pausa caffe’ digitale :-); la lettura della gazzetta.it c’era prima dei blog.
26 ottobre 2005 @ 15:01
a lavorareeee…scansafatiche…
26 ottobre 2005 @ 17:14
tempo sprecato??? perchè invece non parlare di investimento.
27 ottobre 2005 @ 15:09
Onestamente più che del tempo per leggere i blog mi preoccuperei del tempo che gli “impiegati” dedicano a scrivere sui propri blog personali in orario di lavoro. Si potrebbe forse dire, rilanciando con un’altra provocazione, che chi più posta meno produce (o meno ha da fare …)
Ovviamente la mia è tutta invidia dal momento che fra impegni familiari e di lavoro, sono silente da un pò …
:D
Ciao!
27 ottobre 2005 @ 15:53
Roberto sbaglia :) E’ solo questione di organizzazione del lavoro. Qui scatta il consiglio. Alcuni post hanno contenuti “freschi” e quindi vengono fatti ogni giorno, altri invece, quelli di “riflessione” possono essere preparati in orari calmi (serali), archiviati e pubblicati man mano. Possiamo quindi seguire una prassi che le riviste seguono da tempo. Quindi devo confermare, è tutta invidia :)) Io ci rimango male quando vengo sul tuo blog e i contenuti non sono aggiornati :)))))