Google Base
Ormai non deve neanche più sorprendere: si scopre qualcosa, una qualsiasi novità, legata a Google, ed immediatamente
- si impenna il titolo al NASDAQ (superata anche la soglia psicologica di 350 Us$ ad azione, con alcuni analisti che hanno elevato il target price a 430 Us$, qualcuno addirittura a 450 Us$)
- sui blog e sui forum di settore si inizia a fantasticare su quali ripercussioni questo potrà avere sul business legato al Web (ma non solo): si dice tutto ed il contrario di tutto
- i suoi competitor hanno una ragione in più di preoccuparsi
- i mass media cercano di capire come la nuova trovata di Google potrà cambiare il nostro modo di vivere, cercando lo scoop o, comunque, l’articolo sensazionalistico (scrivendo, spesso, sensazionali cazzate).
Con Google Base è successa la stessa cosa: neanche smaltita l’euforia per un Q3 superiore alle attese degli analisti, premiato con l’ennesimo rialzo del valore di GOOG in borsa, che casualmente (casualmente? Ci sono persone che trascorrono le proprie giornate a caccia di segreti di Google, visto che svelare qualcosa di nuovo su G significa notorietà a livello planetario) viene scoperta la URL base.google.com (al momento in cui scrivo è ancora non funzionante) che mostra questo.
Ovvero, riportando quanto scritto sulla pagina di benvenuto (messa offline da Google poche ore dopo la scoperta):
“Post your items on Google.
Google Base is Google’s database into which you can add all types of content. We’ll host your content and make it searchable online for free.
Examples of items you can find in Google Base:
• Description of your party planning service
• Articles on current events from your website
• Listing of your used car for sale
• Database of protein structures
You can describe any item you post with attributes, which will help people find it when they search Google Base. In fact, based on the relevance of your items, they may also be included in the main Google search index and other Google products like Froogle and Google Local.”
Una pagina, cioè, che invita i navigatori ad inserire in questo nuovo database di Google i propri annunci, le proprie note, i propri commenti (pro o, magari, contro qualcuno/qualcosa), il calendario di eventi… tutto quello, insomma, che vorremmo far sapere a chi utilizza Google, senza la necessità di dover avere un sito indicizzabile (implicazione, questa, non da poco).
E’ il segno di una svolta epocale per Google, non più solo “crawler centric” ma anche “user centric” per il reperimento delle informazioni da inserire nei propri DB?
I giornalisti, appropriatisi della notizia, l’hanno subito vista come “la sfida di Google ad eBay”; cosa che, in futuro, potrebbe anche essere (non dimentichiamoci che Google Base non è neanche nella sua fase alpha, bensì in quella fase di sviluppo che ha una direzione suscettibile di innumerevoli cambiamenti), ma che sul breve periodo è una notizia troppo forte da lanciare, considerando che eBay è uno dei più importanti inserzionisti (direttamente, o attraverso la sua sterminata rete di affiliati) di Adwords.
Google base sarà, comunque, molto di più. Potrebbe diventare addirittura un nuovo modo di fare PR.
Tiepidi i commenti di Google a questa scoperta.
Danny Sullivan, sul suo blog, riporta il contenuto di un’email di risposta avuta da Google in merito:
“This is an early-stage test of a product that enables content owners to easily send their content to Google. Like our web crawl and the recently released Google Sitemaps program, we are working to provide content owners an easy way to give us access to their content. We’re continually exploring new opportunities to expand our offerings, but we don’t have anything to announce
at this time.”
Mentre poco di più compare sul blog ufficiale di Google.
Quali le novità e le implicazioni di Google Base?
Google, che per anni si è vantato di voler diventare “il più efficace punto di partenza per arrivare alle informazioni di interesse disseminate sul web”, continua così la sua conversione a portale o, meglio, a “one stop shop” per tutto quello che riguarda le informazioni (search, Google News, Google Video…) ed il commercio (es. Froogle), finendo però con l’entrare spesso in competizione con quelle realtà che sono anche tra i suoi principali inserzionisti.
Google Base si muove nella direzione contraria rispetto a quello che uno potrebbe aspettarsi da G: non si basa infatti sullo spidering ed indexing degli annunci posti su altri siti (attività che ne incrementerebbe il traffico, con soddisfazione per i relativi editori), bensì sul portare gli utenti ad inserire direttamente i loro contenuti su Google, e trattenendo gli utenti sulle pagine di Google.
Quindi, di fatto, G “ruberà” traffico ai siti di contenuti e li costringerà ad investire maggiormente in link sponsorizzati per riguadagnare quell’attenzione che “big G” ha sottratto ai loro utenti. Immaginatevi, in questa situazione, chi farà i salti di gioia e chi no.
Una delle domande che, di fronte a Google Base, è inevitabile porsi è: in un’epoca in cui molti di noi vorrebbero una giornata di 48 ore visto che 24 ormai ci stanno strette, avremo il tempo di andare su Google Base a compilare tutti i campi necessari per inserire le nostre informazioni?
Se è vero, ad esempio, che si parla tanto dell’impressionante numero di blog che vengono creati quotidianamente, meno risalto ha l’altrettanto elevato numero di blog che vengono abbandonati per mancanza di tempo/interesse per tenerli aggiornati.
Google Base, quindi, potrebbe essere un’altra tremenda opportunità per le agenzie SEM ;-)
PS: Google Base ha fatto passare in secondo piano un’altra operazione di Google, l’investimento di 350.000 Us$ per sviluppare i progetti di software open source di due università statunitensi; indirettamente, un’altra “frecciatina” a Microsoft.
Nessun post simile.
27 ottobre 2005 @ 10:34
Sembra una specie di blog globale, un contenitore destinato ad ospitare di tutto un pò.
Dal punto di vista di Google l’idea di mantenere gli utenti all’interno delle proprie pagine per finalità di advertising ha senso, ma mi domando l’utente che vantaggi possa avere a gestire le informazioni tramite questo strumento in alternativa a strumenti come il proprio sito o blog.
27 ottobre 2005 @ 11:25
Da una prima, sommaria idea che mi sono potuto fare (in attesa di approfondire il discorso), credo che per molti Google Base sarà aggiuntivo al proprio sito e/o al proprio blog (che, da soli, non è detto acquisiscano visibilità nei motori), non sostitutivo, proprio con l’obiettivo di dare maggiore visibilità a quanto hanno da dire/comunicare/promuovere.
Poi c’è sempre da considerare quanti non hanno (o non vogliono) il sito o il blog, ma hanno comunque (magari solo saltuariamente) informazioni che vogliono condividere attraverso G.
Queste, come detto, le prime ipotesi. Come hanno scritto anche in uno dei tanti articoli usciti sull’argomento, ci vorrà tempo (e fantasia:-) per capire tutto quello che si potrà fare con Google Base.
27 ottobre 2005 @ 11:52
la butto li, ma se nelle intenzioni di G si trattasse solo di un “motore” sul quale “vestire” applicazioni di terze parti (penso a quello che hanno fatto con GMap)…
27 ottobre 2005 @ 11:59
Potrebbe essere; è una delle ipotesi lanciate, ad es., anche in questo articolo
http://www.vnunet.com/vnunet/news/2144842/vnunet-com-analysis-google-base
27 ottobre 2005 @ 17:47
Visto che di GoogleBase in realtà si sa pochissimo ci possiamo divertire a fare ipotesi su quello che potrebbe essere.
Io mi lancio, tanto non costa niente, e dico che è qualcosa che ha a che fare con il web semantico, una piattaforma che potrà essere adattata a qualsiasi tipo di servizio web.
30 ottobre 2005 @ 12:24
Ultimamente si parla di Google Base anche come possibile concorrente di eBay, per via della possibile integrazione di “Google Purchases”, piattaforma per i micropagamenti, nel progetto.
30 ottobre 2005 @ 12:26
Ultimamente si parla di Google Base anche come possibile concorrente di eBay, per via della possibile integrazione di “Google Purchases”, piattaforma per i micropagamenti, nel progetto.
1 novembre 2005 @ 10:50
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