BzzAgent: passaparola ‘pungente’
Su segnalazione di Marco Montemagno ho scoperto BzzAgent, un’interessante azienda che si occupa di creare “buzz” attorno ad un prodotto o un evento tramite una serie di agenti.
In pratica i “buzzer” hanno un proprio account tramite il quale vedono le campagne attive, scelgono la campagna più adatta e si candidano come BzzAgents. Una volta approvati ricevono un campione del prodotto, una serie di informazioni, una guida e le indicazioni di dove e come creare il “movimento”.
Il funzionamento è spiegato molto bene sul sito, in questa pagina.
Il meccanismo è sicuramente interessante (tant’è che secondo B. lo usa anche la sinistra italiana…) e, a giudicare dai clienti, anche redditizio. Fossi un’azienda con un brand di un certo tipo però sarei un po’ preoccupato del fatto che “gente” sconosciuta vada in giro a parlarne.
E’ vero anche che il passaparola di per sè non è controllabile, quindi tanto vale dare comunque delle direttive di massima.
So che un importante operatore di telefonia sta per lanciare un’iniziativa simile.
Non appena sarà ufficiale magari ne parlerò in un nuovo post.
PS: hanno anche un blog
Nessun post simile.
24 novembre 2005 @ 17:51
uhm sono scettico sul buzz creato a tavolino, mi sembra tanto una moda passeggera, ma posso sbagliare; sarei curioso di sapere gli effettivi risultati.
ciao
24 novembre 2005 @ 18:00
Secondo me il passa parola rimane cmq un colonna portante per molte strategie…
Condivido il discorso: Fossi un’azienda con un brand ecc ecc….
24 novembre 2005 @ 18:42
@Gianluca: anch’io vorrei sapere i risultati, ma quando ho visto tra i clienti Goodyear, Dockers ecc. ho pensato che forse non sono proprio degli scappati di casa ;-)
@io: probabilmente hanno raggiunto uno status che consente loro di avere la fiducia dei clienti. temo che in Italia sarebbe molto + difficile riproporre una cosa simile…
24 novembre 2005 @ 19:28
ha ragione Gianluca, il vero problema è la misurazione dell’efficacia.
25 novembre 2005 @ 12:52
Non lo so signori…non mi convince del tutto!…
Sono pienamente d’accordo sul fatto che il passa parola sia un’asset imprescindibile a livello strategico per molti business…basta pensare al nostro mestiere…più della metà dei miei clienti provengono dal passa parola di clienti soddisfatti.
Il punto è forzare il sistema, funziona?…E’ applicabile in Italia?
Io non ne sono convinto, mi sembra troppo sistematico per un’attività spontanea come quella del passaparola
…sento sintomi di “shortcut marketing”(le fantomatiche scorciatoie di chi sogna “la killer-application che rivoluzionerà tutto”)…
…in ogni caso ammetto, bella idea e bel modo di comunicarla!
25 novembre 2005 @ 13:52
A proposito di passaparola vi segnalo un bell’articolo sull’argomento, tratto da uno studio di eMarketer (http://www.emarketer.com/)
eMarketer ha analizzato i dati provenienti da centinaia di fonti per misurare l’influenza, l’efficacia e la diffusione delle campagne di word-of-mouth marketing. Secondo le stime effettuate, basate su dati aggregati ed interviste con diversi esperti di word-of-mouth, nel 2006 almeno la metà dei marketers online utilizzerà forme di word-of-mouth marketing o campagne di marketing virale. Nel 2007 sarà la maggioranza dei marketers ad utilizzare queste forme di marketing non-convenzionale.
http://www.ninjamarketing.it/articoli/details.php?cat=Home%20pages&ID=352
27 novembre 2005 @ 02:30
Avevo letto qualcosa sull’argomento parecchio tempo fa. Una tecnica che sembra durare, crescere e inglobare anche clienti importanti.
Il successo credo che sia nella capacità comunicativa e nella fiducia che un operatore riesce a trasmettere.
Oltre al fatto che il passaparola è un ottimo strumento pubblicitario perchè il contatto diretto con persone che parlano dell’argomento e senz’altro migliore di una pubblicità vista su un giornale, internet, tv.
Comunque è da complimentarsi con chi riesce a creare, organizzare e guidare uno staff che sarà sicuramente numerosissimo.
14 dicembre 2005 @ 15:03
Carissimi, conoscete Azoomma? si tratta di una community di mogli coreane, che è diventata un’agenzia di word-of-mouth marketing.
Ad Amburgo alla conferenza sul WOM a cui abbiamo partecipato io e Alex di NinjaMarketing abbiamo avuto il piacere di conoscere Inus Hwang, la sua fondatrice che ci ha illustrato una case history davvero significativa realizzata per una marca di Bacon.
Vi segnalo un blog su cui uno dei partecipanti alla conferenza ha fatto un dettagliato report della case. Buona lettura!
http://wom-study.blogspot.com/2005/10/buzz-in-hamburg-azoomma-marketing-lab.html
16 gennaio 2006 @ 13:33
pare si siano accaparrati ben 13,75 milioni di $ da un VC, non male :)
via Clickz
31 marzo 2007 @ 23:50
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