Un giorno sarà realmente troppo tardi
In un vecchio post ho cercato di mettere in guardia le agenzie di pubblicità ed i loro clienti e le ho invitate a non sottovalutare la portata dei cambiamenti in atto, che avvengono più velocemente di quanto possiamo pensare.
Ho scritto a più riprese del DVR preannunciando che sarebbe stato introdotto in Italia da Sky Italia, cosa che è puntualmente avvenuta.
Alcuni giorni fa ho anticipato che la Direttiva Tv Sans Frontierè sarebbe stata rivista e che questo avrebbe comportato grandi cambiamenti nel panorama della pubblicità.
Anche in questo caso non mi sono sbagliato. Il Commissario Europeo Vivianne Reding ha infatti proposto una nuova direttiva che è stata approvata dal collegio di Bruxelles e che dovrà passare all’esame dell’Europarlamento che ritengo possa approvarla, anche se con qualche modifica, entro il primo trimestre del 2006.
In questa direttiva se verrà approvata viene abolito il tetto di affollamento giornaliero della pubblicità, mentre rimane il vincolo di affollamento orario massimo di 12 minuti.
La nuova direttiva disciplinerà anche le nuove forme di pubblicità televisiva come quella interattiva, quella virtuale e le diverse forme di splitscreen
La grande innovazione è l’introduzione del product placement anche in televisione a condizione che l’elenco dei prodotti inseriti nei programmi venga trasmesso all’inizio del programma.
Le innovazioni sono e saranno tante e tali che a molte agenzie di pubblicità risulterà difficile starvi dietro, proprio per questo è da oltre cinque anni che ho ipotizzato l’avverarsi degli scenari che si stanno delineando anche prima di quanto pensassi.
Ecco perchè per l’ultima volta torno a ripetere che se non ci si renderà protagonisti del cambiamento, per qualcuno potrà essere troppo tardi.
Meglio saperlo per tempo, non siete d’accordo?
Nessun post simile.
16 dicembre 2005 @ 14:33
Sorbole.
Suonino le sette trombe dell’apocalisse, e la missione dei quattro cavalieri sia…
PIU’ BANNER PER TUTTI!!
16 dicembre 2005 @ 15:26
Caro Paolo, purtroppo sai che non sto scherzando, stiamo parlando di futuri budget e di posti di lavoro oltre che della competitività del comparto della comunicazione in Italia.
Visto che tu stai dalla parte del cliente sai esattamente di ciò di cui sto parlando.
16 dicembre 2005 @ 18:26
Caro Maurizio, per me ognuno è a suo modo corresponsabile della qualità del comparto in cui opera. Entrambi abbiamo vissuto da colleghi un mercato in cui il valore generato non era proporzionale ai fatturati e agli stipendi. Per esemplificare, si parlava di CPI e non CPM. Già nel 1999, pero’, leggevo un commento di Dettori su una rivista di comunicazione (sarebbe divertente recuperare il pezzo), suonava pressapoco cosi’: “Occhio, il costo contatto dei banner e’ superiore a qualsiasi altro mezzo”. Io mi intendo piu’ di Internét che del resto, però nessun media alla lunga si sottrae alle leggi della selezione darwiniana dei budget. Il succo: “se hai mangiato troppo prima, non lamentarti dopo se arriva il conto” (la massima del venerdi’ sera…)
Visto che parli della mia posizione da “cliente” (ma poi, e’ sempre cosi’?… bisognerebbe cercare di remare tutti nella direzione buona e giusta, no?): il comparto comunicazione si presta ancora a tentativi di overselling. Che la cosa mi riguardi poco, poichè nell’ambito in cui lavoro è molto più facile valutare la validità o meno di di un investimento (questioni di modello di business), è un’altra storia. Spesso vedo atteggiamenti curiosi (se guardi il costo di acquisizione sei un pezzente profittatore, se butti i soldi senza guardare il ROI sei nobile, evoluto ed illuminato, un Mecenate da citare nello slideware degli eventi), ma francamente non me ne curo. Dovrebbero farlo altri, iniziando a domandarsi come mai alcuni budget rimangono li’, mentre altri spariscono dopo il primo trionfale strillo sul daily net.
Chiunque scelga di occuparsi di determinate cose ha il diritto di subire passivamente, oppure di muoversi proattivamente in una direzione diversa. La legge del mercato non ammette ignoranza. Chi lavora in pubblicità, e (si) vanta (di) una finezza intellettuale superiore alla media, evidentemente ha già avuto modo di fare i propri calcoli, strutturando tre reazioni possibili:
1) mi muovo e lavoro per generare valore
2) mi muovo per cambiare lavoro o per riuscire a raggiungere la situazione 1)
3) non so/non capisco/aspetto
Quindi: 1) nei limiti del possibile, non avra’ problemi 2) ha qualche speranza e qualche preoccupazione 3) sono cavoli suoi e neanche Maurizio Goetz dovrebbe preoccuparsi di un profilo simile, c’e’ gente che ha problemi più gravi e anche piu’ meriti, altro che problemi del “comparto comunciazione”. Gli ignavi hanno cittadinanza ovunque, mi sembra superfluo operare determinate distinzioni.
Ora che ti ho tramortito con questo pistolotto, prima volevo solo sdrammatizzare: se il “comparto comunicazione” riesce a far girare tali e tanti miliardi nonostante critiche, minacce, aleatorieta’ e quant’altro, stiamo sereni. Vuol dire che chi lo governa e’ abastanza smart da sopravvivere senza problemi, in barba alle nostre orazioni da Cassandra. Se le bolla scoppierà, amen: e’ piu’ grave una carestia, e ci sono tragedie molto più immeritate: come quelle dei locali che offrono aperitivi, che si troveranno di fronte ad un’improvvisa e inspiegabile contrazione delle serate :-)
16 dicembre 2005 @ 19:11
Visto dal tuo punto di vista Paolo, il tuo ragionamento non fa una piega. Da una parte ci sono i grandi gruppi pubblicitari che comunque vadano le cose andranno sempre avanti, dall’altro clienti smart che se ne fregano giustamente di mode e modi e sono molto attenti al ritorno sull’investimento che hanno in tanti anni imparato a misurare. In mezzo tante piccole realtà di cui non dovremmo curarci perchè la selezione naturale ci penserà a premiare o decimare se faranno bene o male. Quindi il ragionamento è ognuno è padrone del suo destino e responsabile dei disastri o delle cose buone che ha prodotto.
I nostri blog sono luoghi di discussione, non abbiamo alcun interesse da difendere o da portare avanti se non cercare di capire tutti insieme cosa sta succedendo e che impatti e ricadute ci potrebbe essere sul mercato e sulle nostre attività. E’ evidente che non cerchiamo di fare proseliti, ognuno è libero di pensare come vuole, ma almeno togliamoci lo sfizio, visto che blog come questo, sono assolutamente “luoghi” democratici, di dire e dirci le cose come stanno. Se poi a qualcuno non piaceranno, potrà dissentire, esprimere liberamente la sua opinione o smettere di frequentare. Credo che il nostro scopo sia quello di stimolare il dibattito in modo che ognuno possa formarsi consapevolmente la sua opinione e fare quello che meglio ritiene giusto. Comprendo molto bene le motivazioni che ti hanno portato al ragionamento che hai esposto. Spero che tu abbia compreso quelle che mi spingono ad insistere sui temi dell’innovazione. Se poi ritieni che sia fiato sprecato, diciamo che l’ho fatto allora per le due persone che si sono dimostrate fino ad ora interessate e comunque ne sarà valsa la pena.