Da Bertelsmann l’anti Google ?
Secondo il Financial Times di lunedì scorso il gigante dei media Bertelsmann sarebbe pronto a sostenere “Quaero”, il progetto di search engine europeo.
Il progetto gode già del supporto di un gruppo di aziende che comprende Thomson, France Télécom, Deutsche Telekom, Thales, Bertin Technologies, Exalead, e Vecsys.
Del progetto si è interessato direttamente nientepocodimenochè il presidente francese Chirac, che ha “innestato” sulla cosa una polemica di tipo “culturale” contro l’egemonia americana.
In realtà, come ha rilevato Rick Summer, un analista che segue Google in Morningstar, sul piano pratico Google ha davvero poco da temere da un progetto del genere, dato che la posizione che ha acquisito potrebbe essere minacciata solo da una proposta alternativa sostenuta da un enorme sforzo promozionale e che proponga contemporaneamente anche sostanziali innovazioni tecnologiche.
Sotto un altro punto di vista, prosegue Summer, l’unico vero pericolo potrebbe nascere nel momento in cui qualche governo dovesse decidere di introdurre forme di regolamentazione del search. Staremo a vedere.
Nessun post simile.
18 gennaio 2006 @ 16:24
mi chiedo: ma a parte Exalead, le altre aziende tirate in ballo hanno qualche conoscenza di search?
18 gennaio 2006 @ 17:34
eh no, è proprio per fare un po’ di esperienza che lo fanno :)
18 gennaio 2006 @ 19:38
Mi piacerebbe capire se di investitori italiani in questo progetto non ce ne sono perchè hanno capito che potrebbe essere una sfida persa… o perchè sono ancora una volta miopi?
18 gennaio 2006 @ 22:47
Marco, leggono tutti i giorni il blog sulla Long Tail, e quindi hanno deciso di diventare il nuovo Blockbuster… ;-)
19 gennaio 2006 @ 10:09
Evitare il “monopolio” Google quale convettore anarchico e principale (di gran lunga avanti rispetto i secondi) di accesso alle informazioni (in quato le rende reperibili + o - facilmente) lo vedo come un dovere in primis anche degli Stati che probabilmente stanno sottovalutando il fenomeno e le sue conseguenze, o più semplicemente non riescono a contrastarlo.
Qualcuno obietterà dicendo che esistono molti altri strumenti di ricerca. Ma, come dice Massimo, le competenze e le iniziative sul fronte della proposta di strumenti di ricerca inovativi e funzionali sembra ben lontana e dimostra che il distacco accumulato da Google è quantomeno preoccupante…
19 gennaio 2006 @ 11:21
apprezzo le virgolette sulla parola “monopolio” :)
c’è da dire però (mi ripeto, lo so) che un monopolio SCELTO dagli utenti non mi sembra così pericoloso. Il distacco accumulato da Google non dipende quasi più dalla efficacia dell’algoritmo ma da tutto quello che sta intorno al “Gworld”.
se un presidente del consiglio viene eletto con 75% è un dittatore (non con elezioni bulgare ovviamente…). E cmq un presidente del consiglio nquando ce l’hai te lo tieni, menter un motore di ricerca, o un archivio di news, o un IM, ci metti pochi secondi (letteralmente) per cambiarlo se vuoi.
un sistema operativo no, ma un motore di ricerca sì :)
19 gennaio 2006 @ 13:16
Non so perché ma ho il vago sospetto che sarà un clamoroso buco nell’acqua.
19 gennaio 2006 @ 13:24
Concordo. Oltra alla capacità di Google, è’ la concorrenza che “latita” clamorosamente. Forse è per quello che, vista la latitanza dei privati si stanno muovendo le istituzioni.
In ogni caso i monopoli vanno evitati anche se scelti dagli utenti magari inizialmente per la bontà del prodotto (vi ricordate Microsoft e il suo sitema operativo “gratuitamente” istallabile su pc da copie pirata non perseguite; non mi dirai che oggi scegli Microsoft…).
Chi li detiene acquisisce talmente tanto potere da poter influenzare il futuro, nel bene o nel male. Basti pensare a Microsoft, Telecom, Televisioni (grazie anche alle quali cambiare un premier, come vedi, non è così facile).
Nel caso di Google, inoltre, non stiamo parlando di un “semplice” monopolio, ma di un possibile monopolio negli strumenti di accesso alle informazioni online.
19 gennaio 2006 @ 14:31
è un monopolio inesistente. non si può mettere un limite all’autorevolezza. è come se si mettesse un tetto agli utenti che possono leggere repubblica.it.
L’importante p che le alternative ci siano, poi è l’utente a scegliere. se volgio cercare posso usare yahoo, alltheweb, msn search ecc. se voglio chattare posso usare MSN messenger, ICQ ecc., e così via.
il problema ci sarebbe se le alternative non ci fossero. ma sul web non si pone il problema, almeno per il momento.
19 gennaio 2006 @ 15:16
Stiamo parlando di “prevenzione”, e non di cura, anche perchè se si parlasse di cura sarebbe un bel guaio..
:)
19 gennaio 2006 @ 15:27
vero, Matteo, ma potenzialmente Google è ancora nella propria infanzia. Presto avrà più dati di chiunque altro grazie a Google Analytics, e poi potrebbe usare la propria rete di megacomputer per fare hosting, oppure non solo regalare un proprio SO ma anche dare parte delle revenue derivanti dall’avere Google preimpostato come motore di ricerca su questi computer…
19 gennaio 2006 @ 15:38
sembra che questi dati li rubi :)
ce li ha perchè la gente sceglie di utilizzare Analytics, ma ce ne sono 1.000 di software grauiti per le statistiche.
non è la posizione dominante che viene punito per legge (peraltro giustamente!), ma l’abuso della stessa!
finchè non ne abusano non possono essere puniti nè limitati.
e poi è vero che Google è nella sua infanzia, ma anche tutto il web lo è. quanti altri neonati possono vedere la luce nei prossimi 5 anni? se c’è uno spazio in cui il pericolo di monopolio è basso (almeno dal punto di vista dei servizi) è proprio il web
21 gennaio 2006 @ 10:33
Ciao Matteo,
non sono molto d’accordo. Cioè, per carità, loro sono un’azienda e (almeno i due fondatori che ho conosciuto) anche delle persone fantastiche, simpatici, affabili, alla mano, per nulla pieni di sé. I dati non li rubano, ci mancherebbe. Solo che non so se esistono soluzioni del livello di Urchin (ora Google Analytics) sul mercato, e certo di soluzioni gratuite non ne esistono che valgono neanche la metà. E non solo non ne esistono, ma non ne possono esistere, per così dire. Ovvero: Urchin costava un sacco di soldi, ed è tutto tranne che banale fornire un servizio del genere anche solamente dal punto di vista tecnico, come dimostrato dai problemi che hanno avuto a Mountain View pur con tutti i loro 27,000 (o mi sono sognato?) server. Vi è un abuso di posizione dominante? NO.
Al tempo stesso, vi è anche molta meno concorrenza ‘vera’ di quello che sembri voler credere, come dimostrato dal fatto che tutte ste nuove ’società’ web2.0 puntano a vendere ad altri… O, per dirla in altre parole, il ‘monopolio di fatto’ è dato dalla tua forza, perchè quando hai 400,000 advertiser al mondo, puoi fare il bello e il cattivo tempo perchè tu puoi rendere profittevole qualcsiasi cosa, e loro no. Peggio, puoi rovinare il loro business che era profittevole rendendo i servizi per cui i loro clienti pagavano gratis, come è successo nel campo delle statistiche e forse succederà in altri campi, tipo dating o piccoli annunci, si Deus Quiser, cioè se Dio (Google) vorrà.
E dico ‘peggio’ anche se può sembrare meglio per il consumatore finale perchè c’è già un’altra azienda che ha eliminato la concorrenza sui SO per rendere la vita più facile ai ‘consumatori… Remember? :-)
21 gennaio 2006 @ 14:26
quindi bisogna impedire a Google di “regalare” Ananltics e costringerli a farlo pagare?
oppure bisogna mettere un tetto a 200.000 advertiser e per gli altri mettere un link dicendo: rivolgetevi a Yahoo! o MSN?
non lo dico polemicamente, solo che non vedo soluzioni alternative. in che modo si puo’ arginare questo monopolio in modo “corretto”
21 gennaio 2006 @ 16:08
No, per carità. Non dico nulla di tutto ciò. è solo una fase. stiamo andando verso un nuovo monopolio. siamo passati da quello dell’hardware (IBM) a quello del software (MSFT) e stiamo andando verso quello dei servizi e della pubblicità (GOOG). Un giorno magari arriverà qualcuno che farà fuori anche Google. Probabilmente sarà qualcuno che partirà da qualcosa di ancor più ‘piccolo’ (dai cellulari?). Pensa: dai computeroni di IBM a un SO complesso che deve essere spedito e installato su centinaia di milioni di pc che devono però essere ancora venduti a, tutto sommato, un’applicazione sì molto complessa come Google ma che non deve essere installata, non deve essere spedita, gode già del fatto che ci sono centinaia di milioni di computer e tutta una rete di connessioni Internet. Però, voglio dire, non pensiamo che lo spazio sia davvero ‘aperto’. YouTube è una figata e va benissimo, ma non potrà MAI, da sola, fare competizione a Google per la pubblicità ‘televisiva’ tracciata da Internet. Venderà a Yahoo! o a MSN o a Murdoch, è inevitabile. Sbaglierò ma penso che la famigerata “exit strategy” ormai è quella di vendere, e che le IPO di società relativamente piccole come Shopping.com (peraltro ‘rientrata’, visto che hanno venduto a eBay) Meetic e Tradedoubler e la futura IPO di Zanox siano quasi le ‘ultime’ di questo settore, almeno fino a quando non arriverà un nuovo autentico spostamento di paradigma come quello di Google a cui stiamo assistendo.
Massimo
21 gennaio 2006 @ 16:14
o forse sto dicendo una stronzata. SixApart andrà in Borsa di sicuro, però anche loro come Meetic, Tradedoubler, Zanox, Shopping.com sono una società nuova ma non nuovissima, e anche loro hanno goduto della possibilità di svilupparsi in un momento in cui Google non era certo ancora ciò che è oggi.
22 gennaio 2006 @ 20:39
Se google darà i dati alle autorità americane vedo molti spazi per Quaero.
25 novembre 2006 @ 23:33
mi spiegate come si chatta? sono 2 ore che cerco di chattare e dopo altre 200000 ore di noia esce la scritta ” impossibile visualizzare pagina” ma dove viviamo… nella preistoria??? oh,cosa sto dicendo loro erano piu’ ” sapiens”