Il web 2.0 è partecipazione
Grazie ad un bellissimo articolo apparso sull’ultimo numero di Internazionale apprendo che Jeff Skoll, uno dei fondatori di eBay, dopo aver lasciato l’azienda ha deciso di utilizzare gli svariati milioni di dollari accumulati con la quotazione per fondare una casa di produzione cinematografica indipendente, la Participant Porductions.
E’ quella che, per intenderci, ha prodotto tra gli altri “Syriana”, “Good night, and good luck”, “Fast food nation”.
In pratica è una casa di produzione “etica”, o “socialmente attiva”, come la si voglia chiamare. Ogni film risponde ad un’esigenza sociale e denuncia o sensibilizza riguardo ad uno specifico tema: la libertà di stampa, la dipendenza degli stati dal petrolio, i diritti civili per le donne ecc.
Cosa c’entra con web 2.0? Immagino che qualcuno di voi se lo stesse chiedendo :)
Collegato a Participant c’è il sito Participate.net: una community all’interno della quale chiunque, registrandosi, può non solo commentare ma addirittura bloggare direttamente riguardo ai temi trattati dai film in questione.
Un blog partecipativo insomma, una sorta di forum al tempo dei blog, un Digg sociale. Chiamatelo come volete ma mi pare proprio che colga appieno lo spirito del web 2.0 da diversi punti di vista: da quello sociale, inteso come tematiche trattate, a quello partecipativo, mettendo a disposizione degli utenti (e contributors di conseguenza) la visibilità conquistata dalla casa di produzione, a quello tecnologico, utilizzando lo strumento di publishing che sta sempre più cambiando la fisionomia della rete.
Diciamo che fa quello che a Beppe Grillo, polemiche relative al ghost writing (matellini, dotcoma) a parte, viene rimproverato di non fare: coinvolgere gli utenti!
Siamo nel web 2.0: partecipate gente, partecipate! :)
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3 febbraio 2006 @ 20:35
Meraviglioso, un modno differente può esistere ed internet può dare decisanmente una mano…
11 febbraio 2006 @ 18:57
Mooolto web 2.0, molto commiuniti!
15 febbraio 2006 @ 00:08
Chissà perchè parecchi blogger continuano a dire a Grillo cosa deve fare. In fondo forse il suo non è neanche un blog. E credo anche che più che sperimentazioni sul web, debba fare altro nella vita. Cacchio c’ha sessant’anni.
15 febbraio 2006 @ 10:21
Scusa Fabio, non è questione di dire a Grillo cosa fare o cosa non fare, si tratta semplicemente di esprimere un’opinione su quello che fa.
rigurado poi al fatto che debba fare qualcos’altro perchè ha 60 anni non mi trovi proprio d’accordo: conosco tantissimi 25/30enni che lavorano su internet anche ad alto livello che non hanno idea di cosa voglia dire comunicare su internet