Google - La scatola nera
Sul blog di Mauro Lupi è nato un interessante dibattito che ha come oggetto Google e il trattamento dei dati personali, vale a dire come Google tratta la nostra privacy, complice anche la puntata della rubrica Scenari di Rai3 (dal titolo “Il lato oscuro di Google” ) che ha intervistato Massimo Marchiori, professore all’Università di Venezia nonché al MIT di Boston.
Di seguito i punti principali dell’intervista, ben riassunti da Mauro:
1) Google è una scatola nera … che nel catalogare i siti funziona a raccomandazione
2) Google penalizza i competitor di chi paga per posizionarsi
3) Le tracce della nostra navigazione vengono vendute
4) Esistono dei dossier sulle navigazioni online di ognuno di noi che vengono vendute e che sono tra le fonti principali monetarie dei motori di ricerca.
Personalmente sono mesi che contesto la situazione di monopolio creata da Google, unitamente al suo modus operandi quando si tratta una materia delicata come la privacy, che per molti è, evidentemente, solo una parola che serve ad occupare uno spazio fisico dentro ad un vocabolario.
Purtroppo ci sono parecchie persone che fanno finta che non sia vero, e che il tutto sia solo una bolla di sapone.
Per chi avesse dei dubbi, consiglio 2 cose:
1) Ascoltare direttamente l’intervista di Rai 3 a Massimo Marchiori, disponibile in streaming, basta che installiate Real Player.
2) Farsi un giro in quella meravigliosa pagina dedicata alla privacy versione Google. E sì che spunti su cui riflettere (per chi li vuole vedere) ce ne trovate davvero tanti…
Nessun post simile.
13 febbraio 2006 @ 18:28
oddio - e so di dirlo in modo molto superficiale, senza nè aver seguito il link per vedere il tuo blog nè i link che proponi in questo posto - che se la prenda con google per questioni di privacy uno il cui blog è direct-marketing è davvero il colmo…
13 febbraio 2006 @ 18:45
Scusa ma che c’entra?!? Il senso del tuo commento è davvero oscuro…forse perchè non c’e’ neppure.
Poi di solito prima di commentare uno legge, si informa…tu addirittura nemmeno hai letto…e lo dichiari pure di non aver seguito un link.
Delle volte Massimo il silenzio è d’oro.
13 febbraio 2006 @ 23:35
L’ora del giorno, il tipo di browser, la lingua utilizzata dal browser e l’indirizzo IP, non sono dati personali, neanche secondo Rodotà (il che è tuttodire). L’indirizzo email e il nome lo sono, e Google non li tratta.
Proprieta’ di linguaggio, se no a furia di riempirsi la bocca con le buzzword della privacy si degrada tutto all’hobbismo.
14 febbraio 2006 @ 08:52
Onestamente ritengo che la mia privacy non sia in pericolo a causa di Google. E dire che gli do le mie ricerche, il logging dei miei siti, la raccolta della pubblicita’, una parte delle mie mail ed anche il mio blog.
Di certo non gli do ne’ gli daro’ i dati del mio PC.
Insomma, che google veda parte della mia vita sociale pubblica online non mi disturba finche’ continua ad offrirmi in cambio servizi validi.
Qualunque altro motore fa altrettanto, ma non mi pare renda altrettanto.
Quando iniziera’ a chiedermi piu’ di quanto sono disposto a dargli allora tagliero’ i ponti con Google.
14 febbraio 2006 @ 09:52
Paolo e Stefano volevo commentare anch’io ma mi avete tolto le parole di bocca :)
14 febbraio 2006 @ 12:02
insomma Jacopo, forse quello per il quale il silenzio sarebbe stato d’oro sei tu :)
(anche se certo se fossi andato a vedere il tuo blog avrei capito che magari dici stupidate sul conto di google, ma almeno fai direct mktg come va fatto, ovvero sui motori di ricerca e non con “i profili” e “le demografiche” etc come fanno tanti “direct marketers” tradizionali e non ti avrei stupidamente accusato di essere uno di loro)
14 febbraio 2006 @ 13:40
Siamo talmente dipendenti (psicologicamente, perché se domani non ci fosse più il lutto durerebbe solo alcunigionri) da Google che non ci rendiamo nemmeno conto di fatti, procedure e attività che - anche se non necessariamente possono portarci dei problemi nella nostra vita - sicuramente non sono rispettosi della nostra privacy (non tutti ce l’hanno ovviamente ma questo è un altro discorso). Don’t be evil; ma se l’evil lo decidono loro, beh allora il claim è tautologico.
Io uso Google e non ho ‘paura’ di nulla, ho paura di chi - proprio lavorando nel mondo di Internet - non capisce che cosa stia comportando la posizione dominante e quasi monopolistica (de facto ovviamente) soprattutto in alcuni paesi (tipo l’Italia). Cmq, come si dice dalle mie parti, “mej cent furfant che un ignurant”. Qui lcose si sono ribaltate; difficile giudicare Google un ‘furfant’, ma di ignoranti ne vedo parecchi ;).
14 febbraio 2006 @ 14:07
le compagnie telefoniche tengono traccia, ovviamente, di tutti i numeri che chiamiamo. è violazione della privacy? non lo so, sta di fatto che non ho mai sentito nessuno che si lamentasse di questo. quando aprirò l’home page di google e vedrò scritto “guarda che ieri sera in bagno hai usato lo spazzolino della tua ragazza” inizierò a preoccuparmi :)
14 febbraio 2006 @ 15:02
Tutti a ciarlare su Google…. intanto, negli USA vi sono società che stringono accordi con gli ISP e attraverso i log monitorano, per esempio, il traffico all’interno dei form di registrazione. Indi, rivendono a terzi i dati sui conversion rate e sulle vendite.
Miopia da elettori italici :-)
14 febbraio 2006 @ 15:13
In primis, non metterei le compagnie telefoniche (e ciò con cui si può fare) come ‘esempi’ di trasparenza e onestà. Anche il fatto che si possa sapere dove mi trovo in qualsiasi momento con un’approssimazione bassissima mi sembra singolare e il fatto poi che il genio di Bush abbia detto di essere riuscito a sventare un attentato a los angeles intercettando praticamente tutto il mondo mi conferma questa cosa. In Italia la situazione non è certo migliore.
Detto questo e tornando a Google, mi sembra di poter dire che le armi di chi fa quello di cui Google è accusato sono:
1) il presupposto di innocenza (buono per i tribunali, ma errato per gli affari, dove vige il presupposto opposto).
2) il silenzio (se non rispondo alla critica la critica è infondata).
3) l’amore e la deferenza per i ‘grandi’ e per chi ha avuto successo da parte della maggioranza delle persone.
Ci sono due modi per avvicinarsi ai ‘grandi’; uno è quello dello spirito critico, che può sbagliare ma mai nelle intenzioni; un altro è lo spirito ossequioso, che anche quando ha ragione, sbaglia e - inotre- è completamente inutile.
Io mi ricordo che 5 anni fa i risultati di Google non erano peggiori di quelli attuali, anzi il contrario.
prima ancora di incazzarci per vere o presunte infrazioni alla privacy dovremmo farlo per questo.
14 febbraio 2006 @ 15:24
sono d’accordo Federico, peccato che dei risultati di Google non palra nessuno, perchè i 9/10 di quelli che ne scrivono non hanno nemmeno gli strumenti per giudicarlo.
Orgami G è entrato in un’altra dimensione e ha tutti gli occhi puntati addosso, ma per tutti gli aspetti tranne quelli riguardanti il servizio che offre: tant’è che l’azione crolla perchè il fatturato è cresciuto “solo” dell’86%.
Google è un motore di ricerca, che ha aggiunto mano a mano tante nuove funzionalità ed ha avuto succesos grazie alla qualità dei servizi offerti.
Non è dio, non è il diavolo, non è il grande fratello, non è good e non è evil.
La nostra privacy viene violata in mille modi da aziende che per giunta ci offrono servizi scadenti e spesso non richiesti. Prima di preoccuparmi di Google ho una lunga lista…
14 febbraio 2006 @ 15:27
Vedo tanto bla bla bla in questi commenti, ma soprattuto la mancanza di capacità, strumenti o abilità di chi (a forza di prosternarvi, a qualcuno verrà il mal di schiena)ancora non è stato in grado di confutare quanto quei 4 punti nel mio post esprimono. Ripeto solo chiacchere…
14 febbraio 2006 @ 15:38
Scusa Jacopo, mi sembravano domande banali.
Quesito 1) Non mi risulta affatto. sono in ottimi rapporti con Google, e passo loro un buon budget in kw advertising, ma non mi aiutano mai sul ranking. Smentisco tale boutade.
Quesito 2) Passo piu’ budget di un mio competitor nel Kw adv, ma lui è davanti a me nei risultati naturali. Ha un sito fatto meglio e basta. Anche questa era una boutade.
Quesito 3) A chi? Come mai non è mai venuto fuori nulla (MS ne avrebbe approfittato). Siamo a livello dei coccodrilli nei sotterranei di NY
Quesito 4) Come sopra.
Non avrai letto troppi romazi di fantascienza?
14 febbraio 2006 @ 15:51
jacopo, a dire il vero i 4 punti andrebbero provati da chi li propone, non confutati dagli altri, almeno fino a che non sono un dato di fatto.
non mi sembra che nessuno si prostri, semplicemente credo che ci siano opinioni contrapposte, ma entrambe legittime, riguardo a questo argomento.
In ogni caso pregherei tutti quanti di mantenere un atteggiamento più pacato e più… 2.0 ;-))
14 febbraio 2006 @ 15:59
e meno boutade2.0 ;-)
14 febbraio 2006 @ 16:15
Jacopo, mi pare peraltro che non ci sia alcun elemento neppure a favore delle 4 tesi.
Fra l’altro la quarta parla in generale di “motori di ricerca” e dunque non di Google in particolare.
Sai indicarmi un motore di ricerca che non utilizzi neppure un cookie, che cancelli i log file quotidianamente o non realizzi neppure una statistica delle ricerche effettuate?
14 febbraio 2006 @ 16:21
magari è tutta colpa di questa gif :-)
14 febbraio 2006 @ 16:25
Paolo, premesso che quelle che tu chiami domande [banali? per carità rispetto l'opinione di tutti] non lo erano, ma semplicemente un riassunto di Mauro Lupi sui punti chiave dell’intervista a Massimo Marchiori (probabilmente intervistato in quanto ne sa più di noi tutti), non c’è bisogno di scomodare gli immaginari coccodrilli newyorkesi nè tantomeno i libri di fantascienza (che nemmeno leggo, però ti vedo ferrato sull’argomento).
Per quanto riguarda i punti 1 e 2, prendo atto che a te non risultano. In merito ai punti 3 e 4 ossia che Google cede informazioni personali sui suoi navigatori a terze parti, lo dice google stesso: “Google può decidere di divulgare le informazioni personali degli utenti alle società che utilizzano Google a scopo pubblicitario, ai partner commerciali, agli sponsor ed altri”. Se volete leggere tanto meglio, altrimenti posso sempre mettere un podcast ;-)
14 febbraio 2006 @ 16:41
Google vende cosa cerca Jacopo Gonzales su Google o cosa cercano gli italiani?
oh, va bene essere 2.0 ma su questo blog ormai scrive proprio chiunque, eh? ;-)
14 febbraio 2006 @ 17:29
Jacopo, non e’ che io diffidi dei teorici, anche quando si presentano in questo modo. Ciò di cui si incolpa Google (in sintesi, taroccare il listing) ha già ucciso Altavista, e ucciderebbe Google as well. Escludo che siano così sciocchi da fare il medesimo errore 7 anni dopo, una vita rispetto alla velocità con cui è crescuito il mezzo (ad ogni modo la pagina personale di Marchiori è aggiornata al 2001, ma la linka ancora). Non vedo poi la logica che decreta l’equazione intervistato=sapiente.
Per quanto riguarda ciò che Google *impropriamente* chiama dati personali: non sono dati personali, sono informazioni aggregate e non identificative. A quella stregua sarebbero illegali anche i contatori.
Se posso permettermi un consiglio, cerca di diffidare dai falsi scoop giornalistici o da certe trionfali dichiarazioni che capitano sui rotocalchi di Internet, molte volte servono solo a curare i mal di pancia dei giornalisti verso il Web, o a soddisfare delle marchette, oppure, piu’ semplicemente, a vincere la noia.