Google come la Fiat?
Il mio amico Jacopo mi ha sottoposto stamane il link di ThreadWatchche parla del nuovo brevetto di Google. Si tratta di una specie di ‘corollario’ rispetto al patent che qualche mese fa attirò l’attenzione di tanti esperti di SE. Beh, sinceramente mi fa un po’ sorridere questo dichiarazionismo tecnicistico di Google, che sembra sempre di più finalizzato - con un’opera di propaganda (agli esperti) più che di ‘agitazione’ a colmare le lacune ormai evidenti che - proprio perché ancora…
il più grande e migliore motore di ricerca al mondo - dovrebbe fare arrossire i dirigenti di Google e incazzare un pochino anche i suoi utenti. Spiego perché: tutto quello che sta scritto nei due ultimi brevetti è molto condivisibile; in questo momento non sono affatto preoccupato del fatto che Google possa diventare un Grande Fratello occulto (certo gradirei che ci fosse più trasparenza di quella che sinora hanno dimostrato da Mountain View); il problema vero è sapere quando tutte queste ‘belle cose’ saranno realizzate. Vi faccio alcuni esempi; io sono proprietario di alcune decine di domini che precedentemente avevano un contenuto e ora ne hanno un altro; anzi non hanno nessun contenuto ma portano con un redirect apache a un altro sito (tutti allo stesso sito); questa operazione è stata realizzata 25 giorni fa; i siti in oggetto raccolgono centinaia di migliaia di pagine indicizzate dal grande motore di ricerca e alcune sono posizionate molto bene sia in Italia sia all’estero; queste pagine vengono visualizzate con keyword le più varie che nulla hanno a che fare con il contenuto del sito a cui puntano ora lato server. Bene, io pensavo che al primo passaggio, Google si accorgesse dell’inganno e non solo eliminasse le pagine dall’indice, ma bannasse i suddetti siti (non quello di destinazione ovviamente perché non sarebbe giusto). Bene, dopo 25 giorni non è successo nulla di tutto questo e ogni giorno circa 5000 utenti unici italiani cercano - magari - un modello di bmw usata e si trovano sul mio sito (di…entertainment). Il fatto è che Google è passato e passa ogni giorno su queste decine di siti e ha anche modificato alcune descrizioni e titoli dei siti stessi, pur non togliendo nemmeno una pagina.
Se non sono in grado di capire che ci sono sul loro motore centinaia di migliaia di pagine indicizzate che portano allo stesso sito che nulla a che fare con esse, come potrei pensare che sono in grado di
1) ‘vedere quel che faccio col ‘pointer’ (il mouse io non lo uso…)
2) capire quali sono le mie preferenze (magari con categorie psicodemografiche)
3) quindi ‘propormi’ (consapevolmente o no, questo non importa) dei risultati di ricerca che si attaglino meglio alla mia personalità e gusti (ancora un mistero per me medesimo).
Altro esempio; cercate “comprare mazze da baseball” su Google; ci sono almeno 4 risultati di ricerca tratti da un mio pezzo scritti tempo fa e nessun vero link utile per comprare mazze da baseball; se guardiamo poi agli adwords, la situazione non è certo migliore: mercatini grandi e no, generici e con url generici che potrebbero essere inseriti anche per ‘comprare guanti da cucina”.
E’ possibile che Google non capisca che se uno cerca ‘comprare mazze da baseball’ non cerca un sito che contenga la phrase ‘comprare mazze da baseball’, ma che le venda effettivamente? Tenete conto poi che non ho fatto nessun bombing su queste keys (come potete vedere dai link e dagli url delle pagine).
Terza cosa: quante volte vi è capitato di andare su un sito che ospita gli AdSense e di vedere che gli spot non hanno nulla a che fare col contenuto della pagina ma solo con alcune ‘parole’ e quante volte Google ci ricorda che il cielo è blu e per quali motivi? (terza elementare come direbbe qualcuno…). Poi cliccando questi banner appare chiaro come fa Google per trovare informazioni (inserendo frasi che ‘presumibilmente’ sono presenti nella pagina).
La lista di sbrindellamento di Google è lunghissima e più leggo di queste fantascientifiche ipotesi echeloniane più mi viene da pensare che io mi accontenterei di una cosa: avere delle descrizioni dei siti che per lo meno siano attinenti non tanto con quello che vuole il webmaster ma con quello che vuole il webmaster nel caso che Google ritenga, dall’alto della sua mountain di saggezza, sia giusto. Cominciamo con un ritorno delle description tag decente. Se Google sta ancora cercando gente esperta in LSI (fino a poco fa c’erano dei meta-adwords in proposito), possiamo attendere ancora qualche anno prima che si occupi dei movimenti di miliardi di mouse e ne capisca qualcosa :)
Perché Google come la Fiat? Perché la strategia del ‘tanto nessuno ci toglierà fette di mercato’ è forse la miopostrategia peggiore che si possa adottare, soprattutto in internet. Altavista docet; will google do the same?
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9 marzo 2006 @ 16:36
Ottima analisi, il sentirsi intoccabili puo’ far perdere di vista la realta’, tuttavia il problema di Google credo sia anche un altro, la mole di informazioni che deve gestire, il numero impressionante di pagine, documenti, ecc. che deve analizzare, catalogare, inserire in database, conservare e utilizzare per le richieste e’ esageratamente grande e difficile da gestire.
Ha cercato di ovviare con gli algoritmi che controllano ad esempio il contenuto duplicato o le doorpage, ma e’ comunque sempre necessaria l’analisi umana in ultima istanza.
E’ un lavoro troppo grande anche per Google, per cui non mi stupisco degli errori che ci sono stati e che ci saranno sia nella gestione tecnica sia nella gestione economica e finanziaria della societa’ di Mountain View.
9 marzo 2006 @ 16:56
quoto: “E’ possibile che Google non capisca che se uno cerca ‘comprare mazze da baseball’ non cerca un sito che contenga la phrase ‘comprare mazze da baseball’, ma che le venda effettivamente?”
google non è un motore semantico, non si preoccupa del significato della frase. quando qualcuno riuscirà ad inventare un motore del genere allora google e tutti gli altri motori spariranno. ma quella sarà tutta un’altra epoca.
9 marzo 2006 @ 17:05
Ciao Federico.
non capisco se sei deluso o se stai incitando a fare di meglio.. ;)
Da ex giocatore di baseball quale io sono, cercando “mazze da baseball” e “negozio baseball” ho risolto in parte il problema in pochi secondi. Certo, se Google mi avesse letto subito nella mente le intenzioni avrei gradito.. :)
Per ora utilizza molto gli strumenti di analisi (toolbar in primis e click sui risultati) per aggiustare il tiro dei listing, ma il fatto che non sia ancora in gradi di capire tutto non è un problema. Il problema è che non ci sono altri in grado di fare di meglio.
Se vi fossero, e non fossero accessibili i loro servizi, o non fossero finanziati per volontà di monopolio sarebbe peggio ancora (ogni riferimento alla telefonia è puramente casuale).
Ultima cosa sugli AdSense. Non saranno il top dell performance, ma la strada che si sta percorrendo mi pare giusta e, soprattutto, abordabile ai più.
Avresti mai pensato di poter fare pubblicità del tuo piccolo negozio sportivo nella Gazzetta dello Sport? :)
9 marzo 2006 @ 19:55
Fermo restando che google non è un motore di ricerca semantico, ma lessicale, il problema comunque persiste. Il fatto che si dica che deve gestire un numero impressionante di pagine non costituisce una scusante. Guardo per es. la concorrenza diretta: Yahoo! (notevolmente meno elefantiaco) gestisce un database enorme di documenti, pagine web e quant’altro, ma almeno ha una capacità di aggiornamento dell’indice notevolmente superiore a google. Per quanto riguarda l’intervento umano mi pare che ci sia.
Ve lo ricordate un anno fa il brevetto sul TrustRank? Si parlava di diretto intervento umano di ciò che è spam e ciò che non lo è. Il tutto lo giudicava in prima istanza l’analisi di c.d. esperti.
Non mi sembra che grandi risultati ce ne siano stati. Se ad esempio cercate su google: direct marketing blog, uno dei risultati in prima pagina sarà uno spam blog (non proprio ciò che può interessare un utente insomma).
Se cercate carta di credito, è lecito pensare che l’utente stia cercando visa, o mastercard, e che non si aspetti di trovare il sito della polizia di stato in prima pagina (non che quest’ultimo caso sia spam, semplicemente LSI in panne).
Sinceramente da un’azienda che vale miliardi di dollari e che si pregia di assumere le menti più brillanti del pianeta, credo sia lecito chiedere qualcosa in più. Altrimenti il valore aggiunto di google dove sta?
10 marzo 2006 @ 10:29
Hai ragione. Volgiamo sempre di più. Non solo da Google che abbiamo riepito di soldi…
..ma siamo sicuri che scrivendo carte di credito cerco visa o mastercard o prodotti simili?
e per cercare un blog non esistono forse motori dedicati ai blog anche di Google?
In realtà la risposta che vogliamo è forse questa: “noi utenti è vero che possiamo cercare le informazioni con vari e diversi strumenti, ma non ne abbiamo voglia.. Vogliamo qualcuno che lo faccia per noi: dio Google pensaci tu!”
:)
10 marzo 2006 @ 12:36
@ Andrea; penso di avere un rapporto di odio amore verso Google. Amore perché è il miglior motore di ricerca a oggi; odio perché negli ultimi anni vedo che gli sforzi profusi (e consentiti dalla quotazione etc) non hanno portato alcun miglioramento nella qualità della search. Dimmi che differenza c’è fra il funzionamento di Google di ora e quello di 7 anni fa. Delle cose che hanno scritto begli ultimi brevetti hanno fatto solo una cosa: il sandbox, che crea solo danno ai siti di qualità e non dissuade affatto gli spammer che - come è noto - non di preoccupano di aspettare 6 mesi per caricare 1000 siti ‘civetta’ (io anche faccio pratice black hat e so bene come il box non sia affatto un problema).
Se per voi è normale che Google sia ancora lessicale e non semantico, che il sito che contiene una parola nell’url sia avvantaggiato rispetto a uno che non la contiene, che il pagerank indichi l’attinenza del sito (a che cosa?)e che non sia reale ma fittizio; che ci sono siti cadaveri in prima poisizione su keyword importanti (le serp su cui ci indicizziamo noi Andrea e che tu conosci benissimo anche senza fare nomi)…beh per me non è normale. Io non voglio che Google mi trovi le chiavi di casa se le perdo, ma voglio che se cerco carte di credito mi faccia vedere i siti della visa etc e magari siti che parlano delle carte di credito da altri punti di vista (non direttamente commerciali); Yahoo ha accennato a una distinzione fra siti commerciali e non. Non sarebbe così difficile distinguere fra i siti che vendono un prodotto o un servizio e siti che parlano di quel prodotto o servizio.
Voglio poi sapere dove posso comprare una mazza da baseball vista la prima serp di Google. dico sul serio dimmi il link e la posizione (no mercatini please…).
Non basta fare i brevetti. Bisogna applicarli e se il ranking ha un senso, allora bisogna che ai primi posti ci siano i siti migliori (6 milioni di risultati per ‘marketing’ mi sembra una sconfitta; sono meglio 600 buoni).
10 marzo 2006 @ 12:58
Ok Andrea, ho affinato la mia ricerca su google proseguendo con le mazze da baseball. Se cerco: vendita mazze da baseball roma, dovrebbe essere abbastanza chiaro il mio intento. Non mi spiego perchè allora in prima posizione ci debba essere una doorway di ville in vendita roma, e poi sempre in prima pagina: il mio blog, il sito di air berlin, trucchi per cellulari nonchè la newsletter di indymedia o la recensione della donna perfetta. Dici che neanche così google capisce? Finchè vince il lessicale e non il semantico facciamo prima ad affidarci ai segnali di fumo. E meno male che oggi non “mi sento fortunato”…
13 marzo 2006 @ 15:06
non esageriamo!
qualcuno qualcosa la troverà pur in google!
Ecco cosa ho fatto io:
1- ricerca “negozio baseball”
click su ppc barnettsports.com
(pochi secondi ma poca offerta d mazze)
2- ricerca sui risultati organici. Non trovo negozio leggendo i title (non clicco sui link), poi clicco su qualche comparatore di prezzo (es. http://www.trovaprezzi.it/prezzo_altro-materiale-sportivo_mazza_da_baseball.aspx) e trovo offerte sulle mazze e nominativi di negozi.
ho impegiato meno di 60 secondi. la ricerca non mi ha dato molti dati ma nemmeno poco. in 60 secondi e gratis, mica male.
Certo, se fossero stati eliminati i link schifezza avrei gradito molto…
;)
14 marzo 2006 @ 12:25
@Andrea; lungi da me l’affermare che su Google non si trova niente; anzi direi che si trova troppo e il troppo non consente di trovare il giusto; questa ridondanza informativa, unita a un ranking completamente indipendente dai ‘contenuti’ del sito ( e legato invece a: anzianità del sito, backlinking, url della pagine, aggiornamento etc.) è sicuramente il problema più grande che Google sta vivendo; per quanto riguarda poi il test che hai effettuato;
1) la query era divers (tu ne hai usata una migliore e più da ’spert’)
2) il primo negozio è negli adwords (quindi frutto della capacità del cliente inserzionista e non degli algoritmi di Google)
3) il fatto di trovare un sito attraverso un altro sito (che è poi è il meccanismo da cui nascono gli spamengine) non è vcerto un punto d’onore.
Se io chiamo l’892424 per avere il numero di un ristorante e questi mi passano ‘892892?
14 marzo 2006 @ 14:18
hai ragione…
che mi consigli in alternativa?
;)
14 marzo 2006 @ 14:51
Ti consiglio di essere più critico; anche costruttivamente, come faccio io (con delle proposte); magari parlane alla conferenza; se mi fai il 100% di sconto, vengo anche io :) Dire che Google è il migliore motore di ricerca al mondo (come di fatto è), vuol forse dire che non è migliorabile? Chi fa il nostro lavoro non ha nessuna influenza (ovvio che no)? Ma io ci provo lo stesso. Mi piace rompere il c****
30 marzo 2006 @ 11:32
Non mi sembra una cosa tanto normale
4 aprile 2006 @ 13:38
Ciao,
così per la cronaca il tuo è stato il 3.000esimo commento su IMlog!
Non hai vinto nulla, ma magari per il 10.000esimo possiamo pensare qualcosa :)