logoasso_sm.gifCome scrissi qualche tempo fa, il decreto che prevede l’oscuramento dei siti di scommesse e di gioco d’azzardo ha sollevato giustamente tanti dubbi a diversi livelli.

C’è stato un ricorso di un operatore stranierio che però non aveva i titoli per farlo e che ha scelto un tribunale non idoneo. Inutile dire che gli operatori italiani che godono del monopolio a scapito dei cittadini italiani, hanno esultato: “ve l’avevamo detto che il blocco è legale ed è sano per i nostri conti”.

Un altro operatore (Astrabet) ha presentato ricorso presso un tribunale civile, vincendo la causa, ma ciò non ha impedito che il proprio dominio continuasse ad essere oscurato. Nonostante nella sentenza si legga che siamo di fronte ad un precedente utile anche per altri operatori, AAMS ha dichiarato che si tratta di una “mosca bianca”!

Ora anche gli ISP si sono stancati di questa norma che impone loro di svolgere le funzioni del censore ed hanno fatto ricorso al TAR del Lazio attraverso Assoprovider. Vi lascio leggere quanto scritto nell’articolo apparso su Repubblica. Il concetto non cambia: il blocco dei siti è una limitazione della nostra libertà.

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