Yomo: frutta e verdura in costruzione
Pochi minuti fa ho notato su Repubblica.it uno skyscraper di Yomo che ha attirato la mia attenzione.
Si tratta della nuova linea di yogurt “Frutta e verdura”, che ha abbinamenti davvero audaci: ananas e finocchio (!), pomodoro e fragola, mela e spinaci (!!), mirtillo e carota, mango e zucca.
Ma non è questo il punto: vado curioso sul sito, ovviamente in flash, ovviamente con musica di sottofondo (la stessa dello spot tv immagino). Mi incuriosisco e provo a navigare un po nelle varie sezioni.
Brutta sorpresa: delle 6 sezioni linkate nel footer ben 4 sono in costruzione. Quasi quaso mando una mail di “protesta”… niente da fare, anche il “Contattaci” è in costruzione!
Clicco sul logo Yomo per andare sul sito istituzionale e… so che la suspance vi sta uccidendo perciò ve lo rivelo: in costruzione anche quello.
Ora, sicuramente avranno mille buoni motivi, ma io non sarei andato online con una campagna che porta ad un sito dove quasi tutto è in costruzione e nel quale non posso nemmeno mandare una mail per informarmi sui prodotti…
Probabilmente essendo live la campagna TV hanno voluto coordinare le due cose, ma almeno non mettetele le sezioni “in costruzione”, e uno straccio di info@ rendetelo disponibile se proprio non avete fatto in tempo a preparare un form (non sono esattamente un esperto, ma quanti minuti ci si possono mettere, 7?).
Perchè al web viene data così poca importanza? Non è che il consumatore che vede lo spot tv sia diverso da quello che magari vede il banner su Repubblica. Verosimilmente la sovrapposizione è alta. E allora perchè quello tv vale molto e quello web vale così poca considerazione?
Ancora tanto lavoro da fare per portare il web italiano ai livelli elevati, ahimè…
Nessun post simile.
19 luglio 2006 @ 17:36
Mah avranno mangiato troppo yogurt mela e spinaci :-)
Battutacce a parte, è la seconda volta in pochi mesi che una campagna web “sinergica” a una campagna tv parte con il sito web “in costruzione”. Se non ricordo male era capitato anche ad un concorso di Costa Crociere (non mi vorrei sbagliare, non ritrovo il link).
Ci sarebbe da esserne scoraggiati. Comunque vedo che alcuni siti di prodotto sono linkati e funzionanti. Però si può sicuramente considerare positivo che si vedano sempre di più inziative di questo anche per il food o altre aree mass market.
19 luglio 2006 @ 19:53
Il lettore di Repubblica.it si presuppone sia un fruitore del web (quindi pratico perlomeno della navigazione base), ed il banner che rimanda al sito è a lui che si rivolge, a chi altri?
Talvolta non c’è sincronia di eventi quando si parte con una campagna promozionale (sito web pronto e funzionante, prodotto già in distribuzione nei negozi etc.). Ne ho accennato anche nel post su Aquarius.
Quando ho curato il lancio di qualcosa ho sempre avuto la fissa della data X, il giorno e l’ora cioè in cui doveva partire la comunicazione GLOBALE del prodotto su tutti i canali, senza sfasamenti e ritardi dell’uno o dell’altro.
Comunque, se vi può interessare, i nuovi gusti Yomo li ho provati tutti e sono davvero un’alternativa a quelli classici. Voto: 8
20 luglio 2006 @ 00:50
Purtroppo The Wayback Machine non riporta la prima pagina storica di Yomo Sitia, di metà anni Novanta: consisteva in un monologo in cui si sosteneva che per un’azienda come la loro un sito Internet era un investimento inutile etcetera. Rimangono sono flebili tracce su http://web.archive.org/web/19981202070837/www.yomo.it/filo/index.html ma la posizione era già stata mitigata. Dieci anni dopo, forse non hanno ancora le idee chiare…
21 luglio 2006 @ 10:04
Alla Yomo sono ragazzi precipitosi e la furia genera cose raffazzonate. Rimarrà l’impressione di un’azienda che …tira via!?!
24 luglio 2006 @ 11:36
Eh sì, Marco hai ragione.
Un flop.
Qualche tempo fa avevo iniziato un thread su Costa Crociere su Mlist e sul mio sito.
http://www.mlist.it/archivi/allthread/env/msgid-39743.html
La fretta è cattiva consigliera o il marketing ha sbagliato qualcosa?
24 luglio 2006 @ 12:09
non è la fretta simone, è la mancanza di attenzione e di considerazione. non avrebbero mai fatto un errore del genere per una telepromozione o per una cartellonistica, ma per internet chi se ne frega…
credo che il ragionamento sia più o meno questo, ma spero di sbagliarmi
24 luglio 2006 @ 12:51
senza banalizzare troppo, e’ probabilmente la solita vecchia percezione dell’adv su internet (il sea fa discorso a se’), che deve necessariamente garantirti un risultato “quantitativo” misurabile e completamente prevedibile (ed in parte e’ cosi’).
E allora capita ancora di sentirsi fare domande del tipo: ma funziona? e cosa mi porta? mi garantisci che mi arrivano 1000 clic in piu’ al giorno?
E raramente mi e’ capitato di sentire qualcuno rivolgersi ad un resp publitalia e chiedergli: senti, ma appena finito lo spot in tv quante persone telefoneranno o usciranno ad acquistarlo?
ma si sa…gli internettiani e’ gente strana! :)))