L’latro giorno in metro ho assistito ad una scena, e non per la prima volta, che mi ha fatto pensare alla reale efficacia del contextual advetising.
Che poi io abbia dei gravi problemi ad uscire dal frame lavoro è un altro discorso :)

Ero seduto in una delle prime carrozze, la quale aveva una porta fuori servizio, con il relativo foglio A4 recante la scritta “Porta fuori servizio” (appunto) appiccicato proprio sul vetro ad altezza faccia.
All’approssimarsi della fermata Sant’Agostino (irrilevante ai fini del racconto) almeno 4 persone si sono posizionate di fronte alla porta, in stato di semi-trance.

La carrozza si ferma e i 4 attendono l’apertura della porta, che come ovvio non avviene. Dopo qualche secondo realizzano (sempre senza leggere il foglio) e si precipitano veros l’altra porta, spintonando i malcapitati che stavamo tranquillamente leggendo Leggo e Metro.

Ora, mi rendo conto che il paragone forse è azzardato, ma mi pare che il messaggio (”porta rotta”) fosse il più contestuale possibile all’azione (”uscire dalla suddetta porta”). I destinatari del messaggio lo hanno però ignorato completamente.

Le motivazioni possono essere le più diverse, ma la ad blindness può essere altissima anche sul contextual.
Forse in determinate situazioni altri tipi di advertising sono più efficaci, forse dipende molto dal messaggio, forse il caso non è significativo. Però ripeto che mi ha fatto riflettere…

Sono fisime mie o il dubbio è venuto anche a qualcun altro?

Condividi:
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • Technorati
  • LinkedIn
  • Digg
  • StumbleUpon
  • Tumblr
  • email
  • Print
  • FriendFeed
  • Twitter

Nessun post simile.