Skype Italia chiude ma “non lo dice”?
Leggo che forse Skype Italia “chiude”, ovvero viene riassorbita dalla sede UK dove verrà riunificato tutto il marketing.
Al di là delle riflessioni che si possono fare al riguardo (che sono tante), non sarebbe stato molto bello leggerlo sul blog si Skype invece che su Punto Informatico?
Nessun post simile.
4 dicembre 2006 @ 21:20
Immagino che abbiamo avuto la stessa idea, non che tu mi abbia letto e non citato :P
(http://www.marcocattaneo.com/2006/12/04/chiude-skype-italia-ma-non-ce-lo-dice/)
4 dicembre 2006 @ 21:20
Immagino che abbiamo avuto la stessa idea, non che tu mi abbia letto e non citato :P
(http://www.marcocattaneo.com/2006/12/04/chiude-skype-italia-ma-non-ce-lo-dice/)
4 dicembre 2006 @ 21:22
Curioso che a un “wrong security code” corrisponda una doppia pubblicazione del commento “rifiutato”… Eh.. questo mt!
5 dicembre 2006 @ 10:07
ciao Marco, ti assicuro che non avevo visto il tuo post, anche perchè devo ammettere che non conoscevo il tuo blog, che adesso è nel mio Google Reader.
effettivamente la somiglianza del post è abbastanza impressionante…
per quanto riguarda MT effettivamente inizia a stufare, magari passeremo a Wordpress :)
5 dicembre 2006 @ 11:19
Non leggerai mai su un blog una roba del genere, ma va capita così come va capito che prima o poi va a finire in India quello che adesso si sposta in UK.
E’ tutto scritto, solo qui da noi si fa finta di non capire … si fa finta o proprio non si capisce cosa sta succedendo ? Entrambi le ipotesi mi fanno molto arrabbiare.
Per chi volesse leggere ed approfondire consiglio il libro “the world is flat” di Thomas Friedman
S
5 dicembre 2006 @ 15:42
perchè non la leggerò mai?
il blog aziendale dovrebbe servire a comunicare con i propri clienti non solo a far iscrivere la gente al servizio.
se io fossi un lettore abituale del blog di Skype ci sarei rimasto male per il fatto di venire a scoprire queste cose da fonti interne.
è difficile costruire la fiducia ma è molto facile perderla…
5 dicembre 2006 @ 19:40
Sante sto leggendo anche io il libro di Friedman, è veramente illuminante.
5 dicembre 2006 @ 23:27
Maurizio,
penso che il cambiamento sia una costante della storia, quello che caratterizza il nostro tempo è il gradiente di variazione, vale a dire la velocità con cui le cose cambiano.
Il grande peccato dei nostri tempi è ignorare l’evidenza, far finta di niente come lo struzzo che mette la testa sotto terra.
Far credere alla gente che i suoi diritti sono inamovibili quando non lo sono - spingere lo status quo fino alla instabilità (=catastrofe) per poi cercar di porre rimedio (essendo incapaci di governare i fenomeni perché ignoranti).
Forse sono troppo pessimista, sicuramente sto sofrando in un argomento che mi appassiona e che ci interessa tutti ma che poco ha a che fare con il punto di partenza, cioè il blog di SKYPE. ‘Notte a tutti …
6 dicembre 2006 @ 16:35
Forse al cliente finale di Skype interessa relativamente dove ha sede l’ufficio italiano, soprattutto se questo è composto da 1/2 persone. Per chi telefona tutti i giorni è utile sapere che il responsabile italiano non ha più l’ufficio a Milano ma a Londra? Certo a noi interessa (sempre relativamente :)), ma al cliente finale?
7 dicembre 2006 @ 03:57
Forse Skype non ritiene opportuno fornire questo dettaglio ai propri utenti. Probabilmente la loro paura è quella di influire negativamente sulla percezione e sul giudizio che i clienti hanno di loro. Noi europei, forse, siamo ancora troppo legati alla concezione del business classico, ovvero quello di una grande società con un grande ufficio, magari in una bella sede centrale, mentre il mondo della new economy ha lentamente cambiato questa concezione. Non ci scordiamo, che molto spesso, numeri di call-center italiani, non hanno operatori che rispondono in Italia, ma bensì in altri paesi, come l’Irlanda e l’ Inghilterra, che tramite una politica economica favorevole sono riusciti ad attrarre parecchie società della new economy. Francemente il mio giudizio personale su skype, non cambia in base alla sede dei loro uffici, ma solo in relazione alle tariffe. Per me potrebbero anche lavorare a Santo Domingo in riva al mare, basta solo che taglino i prezzi delle telefonate. Sulla questione dei blog aziendali francamente rimango alquanto sconcertato. Molto spesso vedo società che aprono blog, ma che poi gratta gratta, sono scarsi di contenuti. Secondo il mio modesto parere attualmente il blog, in alcuni casi, è diventato più una moda che una vera necessità.
8 dicembre 2006 @ 00:44
non sono d’accordo. se sonon un utente/cliente che legge il blog sono coinvolto con l’azienda, quindi mi interessano anche le cose che vanno al di la’ del mero prodotto. alla fine il corporate blog serve proprio a questo, a creare un rapporto diverso, se no bastano i banner che vedo in giro o le mail promozionali.
se io fossi un cliente fedele mi darebbe fastidio venire a sapere qualcosa che riguarda l’azienda a cui sono fedele in maniera indiretta…
11 dicembre 2006 @ 16:53
Matteo, in linea generale sono d’accordo con te, ma Skype di fatto è un servizio online puro, e non credo che si possa equiparare ad altri servizi locali o altre tipologie di brand. Mi sembra che il rapporto e la fiducia che ho nel brand Skype dipende molto di più dalla qualità e dalla disponiblità del servizio che da altro. Vero è che nel blog ne avrei parlato comunque, fornendo con la la massima semplicità e concretezza il perchè dello spostamento, anche proprio per non dare adito a illazioni diverse… il modo migliore per evitare “communication crisis” è questo.
11 dicembre 2006 @ 16:59
infatti Enrico, secondo me bastava dire “il marketing si sposta a Londra ma ovviamente non cambierà nulla per quanto riguarda il servizio blablabla…”
anche se non cambia nulla preferisco sentirmele dire direttamente le cose, anche da un’azienda