interactivity.pngDevo dire che mi lascia un po’ perplesso il fatto che già illustri analisti si siano buttati a pesce per misurare la penetrazione del web 2.0 nelle aziende. Tuttavia mi sembra interessante l’analisi proposta da AMI-Partners, che, senza preoccuparsi troppo delle questioni relative alle definizioni (come si stabilisce che una applicazione è web 2.0 ?) si lancia in interessanti quantificazioni.

Secondo quanto riportato in uno studio, il 40% delle piccole e medie aziende americane utilizza applicazioni web 2.0 , dai blog, a Skype, ad Amazon, per tagliare costi, migliorare l’efficienza e raggiungere più efficacemente i propri clienti. E’ interessante il fatto che, come sottolinea Jackie Chan, director of Global SMB Primary Research di AMI-Partners a New York, l’adozione di queste soluzioni da parte delle aziende avviene in realtà con un grado di consapevolezza ancora piuttosto basso riguardo il significato complessivo di “web 2.0″.

Sostanzialmente AMI Partners vede il web 2.0 come la seconda generazione di servizi internet-based, caratterizzati dal passaggio da siti statici a piattaforme per lo sviluppo di applicazioni.

Tra i motivi trainanti che portano le PMI statunitensi verso l’adozione di questo tipo di applicazioni vengono individuate:

- Avere accesso tramite web ad applicazioni e tecnologie che diversamente sarebbero troppo costose;

- Far conoscere, vendere e supportare i propri prodotti presso i clienti in modo economico ma efficiente;

- Aprire nuovi canali di comunicazione abbassando i costi.

- Partecipare a comunità online e portali.

Vedremo cosa accade in Europa.

Per approfondire: Tekrati

Condividi:
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • Technorati
  • LinkedIn
  • Digg
  • StumbleUpon
  • Tumblr
  • email
  • Print
  • FriendFeed
  • Twitter

Nessun post simile.