SL: isole… deserte!
Con Paolo, Massimo e altri due senza blog (vergogna!) si chiacchierava di Second Life e dell buzz mediatico che si è scatenato, con fiori di aziende che si fiondano a far sviluppare progetti 3d quando magari sul sito hanno ancora le news del 2003 o il form dei contatti che non va.
Paolo ha raccolto qualche screenshot interessante. Direi che manca solo quello dell’Acqua Lete, con la particella di sodio che dice “Huuu, c’è nessuno?” :)
Nessun post simile.
18 luglio 2007 @ 11:58
In effetti è abbastanza demenziale comprare un’isola virtuale per costruirci un palazzo :-)
18 luglio 2007 @ 17:07
Io personalmente non ci sono ancora entrato in SL.Credo però che funzionerà bene quando le aziende cambieranno il modo di relazionarsi con i clienti. Attualmente
si ragiona ancora come se il sito fosse un cartellone pubblicitario e SL pure.
Un vero salto di qualità richiederebbe che le aziende considerassero questi sistemi con interfaccie di relazione. In pratica dietro un sito, un blog o SL ci devono essere persone in carne e ossa. Ma questo costa e le aziende pensano a torto che è solo come un costo.
La relazione con i clienti vien vista come l’ultima ruota del carro vedi i vari premere uno o due o nove per parlare con un operatore.
Presto però il giochetto potrebbe finire
vedi la tragedia per le compagnie telefoniche abituate alla tassa sulla ricarica.
Le aziende miopi piangono sempre miseria
tipo ora quelle tedesche a causa dell’euro forte.
Il vento potrebbe cambiare e a quel punto conta come tratti i clienti e se li ascolti e se non lo fai si fai l afine dell’Alitalia …ciao ciao
saluti
18 luglio 2007 @ 22:49
Roldano, la fai troppo difficile.
Le isole su SL sono vuote perchè ci sono pochi iscritti a SL e quelli che sono iscritti passano il loro tempo a socializzare con altri utenti.
Che poi le aziende credano di poter avere un po’ di PR gratuita dalle loro iniziative è un altro discorso.
E’ stato ad esempio il primo driver di scelta per aziende come Gabetti.
Tutti gli altri “late comers” però non hanno avuto la stessa fortuna… al massimo un trafiletto su qualche newsletter pdf :-)
Il fenomeno veramente interessante è quello sollevato nel post originale: agenzie che da anni propongono senza successo progetti di web marketing seri e “urgenti” (rivolti magari a rendere un po’ più fruibile la comunicazione aziendale ferma alle news del 2003) sono state incredibilmente sorpassate dalle richieste di manager “ingrifati” da SL.
E’ uno di quei fenomeni che andrebbero studiati :-)
19 luglio 2007 @ 09:32
Come ho scritto, forse chi si è fatto consigliare che entrare in SL fosse strategico dovrebbe richiedere una “second opinion”
19 luglio 2007 @ 09:43
@Nereo: totalmente d’accordo con te. ma non dovrebbero essere le agenzie a far capire ai manager ingrifati che forse dovrebbero spendere i soldi altrove invece di adottare una tattica “prendi i soldi e scappa?”
mi pare che le agenzie in italia tendano a sfruttare il momento più che a stabilire relazioni di lungo periodo e veramente strategiche con il cliente
@Maurizio: questa frase è mitica :)
19 luglio 2007 @ 10:23
Quando ho visitato le isole ero assolutamente volenteroso riguardo all’entrare in relazione coi brand… come potete vedere, passando da Costa ho anche indossato il loro cappellino da marinaio (o posteggiatore?)
19 luglio 2007 @ 12:39
Http://tinyurl.com/223hgz un interessante contributo da TechCrunch. Commentando su Dotcoma ho scherzosamente proposto di creare Second Death, dove chi lo desidera può andare a “suicidare” il proprio avatar di SL… Scherzi a parte, è davvero incredibile, come sottolinea Nereo, che i marketing manager di aziende di ogni ordine e dimensione si siano lasciati affascinare così ingenuamente da SL, e ci si siano lanciati (supportati da volenterosi “consulenti” o pseudo tali di PR, web agency, advertising etc). Così aziende che magari ancora non avevano superato la fase del sito vetrina si sono trovate con la fliale virtuale su SL. Da ridere o da pinagere ? Ma cosi è: se emerge qualcosa di trendy ecco che ci si butta a pesce; vogliamo parlare di oggetti digitali, pseudo-comunicati e link vari spammati a desta e a manca che qualcuno ha la faccia tosta di definire “viral” ?
19 luglio 2007 @ 13:42
Secondo me il governo dovrebbe tassare le aziende presenti su SL
Provo a dare alcune motivazioni:
-troverebbe la copertura finanziaria per lo scalone pensionistico
-farebbe riflettere le poche aziende rimaste che magari ci ripenserebbero.
-giustizia sociale
Gm
19 luglio 2007 @ 14:21
proponiamo un web-referendum? :)
19 luglio 2007 @ 18:32
Trovo la teoria dell’ad ingrifato condivisibile…in effetti parecchi direttori marketing sono costretti a sottostare e utilizzare budget magari destinati altrove…
E cmq si ingrifano per SL, per il sito in Flash e per la pubblicità in mezzo a Porta a Porta per farla vedere ad amici e parenti che in altri orari non guardano la tv.
23 luglio 2007 @ 10:32
Probabilmente siamo gli ultimi coi piedi ancora ben saldi per terra.
La concretezza talvolta costa fatica per 2 ragioni:
-è difficile farla accettare mentre i trend dettano altro;
-bisogna lavorare di più e meglio (con l’hype son bravi tutti).
26 luglio 2007 @ 12:14
ciao a tutti.
la discussione su second life è molto attuale.
riflettendo su ciò che su web ha avuto successo, è facile individuare piattaforme come splinder, flickr, myspace, youtube ecc. la costante di queste è che sono tutte piattaforme che offrono agli utenti degli strumenti, e non dei servizi.
in parte lo è anche second life, con la differenza che l’utente web, di fronte ad un sistema interattivo, cerca sempre l’interazione sociale.
per quella che è la mia opinione, vedo in second life una seconda piccola bolla speculativa, poichè sl non è un linguaggio, ma una trasposizione di mondi, per giunta senza il mistero e la fantasia (come nella chat e alla radio).
sto lottando da un po’ di tempo con questo pensiero per timore di essere poco lungimirante, ma di sicuro penso che finchè non viene sviluppato un linguaggio su second life, il deserto di presenze continuerà a rimanere.
alessandro
ps: favorevole a second death, io e il mio attuale collega creammo questo servizio per la nostra vecchia città virtuale (www.bongocity.com), nell’ormai lontanissimo 1998. davamo agli utenti la possibilità di suicidarsi (cioè disiscriversi), di scegliersi l’epitaffio, la lapide e anche il tipo di dipartita. eravamo ragazzi :)
2 agosto 2007 @ 10:07
Vi vorrei segnalare un nostro progetto di community virtuale con avatars patrocinata dal Comune di Roma e con sponsor come Algida, Euronics e Yell industry:
http://www.paliochat.it Roma virtuale e presto diventerà mondiale.
Si tratta di una community dove sono stati registrati ogni mese circa 300.000 utenti unici da Google Analytics…e la maggior parte di negozi virtuali sponsorizzati (tipo Yell industry) sono sempre pieni!!!
Non serve un plug in come Second life e la navigazione è molto intuitiva.
Buona giornata a tutti
Fatemi sapere cosa ne pensate…
ciao
Andrea
9 agosto 2007 @ 18:44
Potreste spiegarmi in breve i vantaggi che un’azienda potrebbe avere entrando in second life?
Un’azienda che vende i suoi prodotti ad un mercato consumer per sempio.
Da questi commenti mi sembra di capire NESSUNO, visto che le isole sono del tutto deserte.
Oppure mi sbaglio?
Nevio