GPA: Google e CPA sempre più vicini
Leggo con piacere sul blog ufficiale di Google che gli amici di Mountain View continuano piano piano ad approssimarsi al CPA (Cost Per Acquisition).
Hanno infatti appena rilasciato uno “strumento per ottimizzare le conversioni”, in rigorosa beta, che permette di fissare un CPA massimo relativo alle conversioni tramite le campagne AdWords.
Disclaimer:
“è importante osservare che l’offerta per il CPA massimo non costituisce un limite garantito. Se il tasso di conversione effettivo è inferiore a quanto previsto dallo strumento, il CPA effettivo può superare l’offerta di CPA massima. Tuttavia, lo strumento rettifica automaticamente i CPC nel corso del tempo basandosi sui dati di conversione più recenti, con l’obiettivo di mantenere il CPA medio al di sotto dell’offerta specificata.”
Posto che le campagne a CPA non sono praticamente state degnate di uno sguardo da nessuno (in primis da Google stessa), questa nuova funzionalità sembra il vero prologo alla partenza di “vere” campagne a CPA.
Visto che Steve Rubel inizia a recitare il requiem per il pay per click, anche Larry e Sergey stanno cercando qualcosa di “nuovo”.
Staremo a vedere!
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25 ottobre 2007 @ 07:58
Non è da oggi che sostengo il click una misura intermedia poco interessante . O è branding o è action, che mi rappresenta il click, solo interesse? La penso come Steve Rubel, essendo colpevole di aver introdotto in Italia le campagne di pay performance puro con media properties nel 2000, (non affiliation) E’ sempre stato un tema tabu.
25 ottobre 2007 @ 09:36
d’accordo al 100% con te Maurizio, per quel che riguarda la pianificazione.
Per quanto riguarda il search credo che il passaggio sarà ancora lunghetto, e cmq in questo caso è sicuramente un parametro interessante (il click), essendo legato ad una ricerca specifica.
In futuro vedo anch’io una divisione + netta, con branding da una parte e performance dall’altra
25 ottobre 2007 @ 15:07
Sul search il discorso è complesso e dipende dalla qualità delle descrizioni. Diciamolo, spesso il persuasive copywriting punta proprio al click, forzando un pochino con il risultato di attirare anche “fuori target” ;)
26 ottobre 2007 @ 16:30
L’obbiettivo di ogni marketer è riuscire a determinare il ROI su ogni canale in modo da massimizzare gli investimenti senza disperdere i budget. Se le campagne hanno come obbiettivo la vendita immediata, e la vendita può essere traccata e associata alle azioni che la hanno generata, il CPA è indubbiamente molto molto utile e soprattutto “onesta”, perchè limita gli investimenti sul canale in base ai risultati positivi che può generare per la singola azienda (a tutto sfavore dell’editore o dello strumento).
Quasi agli antipodi di quanto cercano di fare i centri adv tradizionali alterando molto spesso i dati di riscontro dei vari canali per strappare budget alle aziende, spesso con poco riscontro reale in termini di rientro…
Ma qui apro una porta dove dentro troviamo tanto fumo…