Bignardi: mi si nota di più se non bloggo o se bloggo poco?
Ovviamente il titolo del post riprende la celebre frase di Nanni Moretti in Ecce Bombo.
Il riferimento però è a Daria Bignardi, che ha da poco annunciato la chiusura del blog delle Invasioni Barbariche, sul sito de La7. La scusa è quella solita: “non riesco a starci dietro”. Una sorta di “ti lascio perchè non ti amo come meriteresti”.
Ci sta, per carità. Il blog era nato il 16 ottobre e conta in tutto 5 post. Cambiano in fretta le cose.
Tra l’altro la nascita del blog era stato annunciato dall’altro blog della Bignardi, quello su Style, la sopravvivenza del quale era stata a sua volta messa in discussione solo il mese prima, con questo post (all’apparenza un po’ paraculo…).
Posto che sono da anni segretamente (ora non più) innamorato della Bignardi e quindi non ce l’ho con lei personalmente, mi chiedo se abbia senso giochicchiare così con i blog e quindi anche con le aspettative dei lettori.
Non è meglio pensarci prima, fare un progetto e capire se è gestibile o meno?
Mi sa che in famiglia hanno un rapporto un po’ conflittuale con i blog: Luca Sofri, che scrive il lettissimo e linkatissimo Wittgenstein, non permette i commenti. Per questo non lo leggo (immagino che l’autore sarà disperato), perchè ritengo che i commenti siano il fulcro di un blog.
Boh, forse sarà l’aria olandese che mi rende più polemico :)
Nessun post simile.
2 dicembre 2007 @ 22:25
Caspita che delusione, e sì che mi ero ripromessa di andare a leggerlo prima o poi il blog su Style. Ma da quello che dici sarà solo stata la solita mossa “di moda” ma senza comprensione dello sforzo che serve per tenere VIVO un blog (ok ok non infierire ;-)).
3 dicembre 2007 @ 10:07
nonosatante il cyberspazio sia senza confini l’incompetenza italiana è sempre riconoscibile!
non vorrei che i blog replichino le tendenze dell’imprenditoria italiana con aziende che aprono, chiudono e falliscono nel giro di pochi mesi.
purtroppo non pochi in italia sono convinti che la competenza sia solo un requisito accessorio e non necessario per la conduzione di un progetto; sia esso economico o meno.
ma come si fa ad avere un blog senza dare ai propri lettori lo spazio per i commenti???
non è proprio la possibilità di poter condividere le opinioni a caratterizzare i blog e a distinguere il web 2.0 dalle altre applicazioni??
3 dicembre 2007 @ 15:09
per la bignardi, farei anche il ghostwriter del suo blog.
forse dovrebbe provare con un tumblr, smart e non impegna. Come fa del resto suo marito da anni. Anche se lo chiama blog.
ciao
gluca
3 dicembre 2007 @ 16:04
insomma ce lo fa proprio pesare il suo sforzo per stare tra di noi, eh? consolatevi con quello di Ilaria D’amico..
9 dicembre 2007 @ 15:19
La penso come te sul blog di Sofri. E’ semplicemente un modo di parlare agli altri, senza dibattito, anche se l’autore permette l’invio di email. Certo non è un luogo pubblico di discussione. Comunque, anche se la tendenza attuale dei blog è quella del blog “aperto”, sono nati come diario online e in questo caso è rimasta quest’impostazione (wittg ha già qualche anno di vita).
Un saluto
19 dicembre 2007 @ 13:18
Concordo con te soprattutto sulla parte inerente a Sofri Junior. Aggiungo che scrivere una riga o poche righe e poi postare una marea di link non lo trovo così stimolante. Ci sono molti blog molto più interessanti coraggiosi satirici ironici divertenti e che sanno far riflettere in rete.