MacBook_Green.JPGE’ almeno 6 mesi che anche in Italia si è cominciato a parlare di green marketing, di eco-sostenibilità, di ambiente, di risparmio energetico.

Più fenomeni hanno influito nello sviluppo di questo trend, che, a mio avviso, caratterizzerà, nel bene (e nel male) molte delle scelte strategiche dei prossimi cinque anni.

Parliamo di Italia, perchè la green-fobia negli Stati Uniti e in parte in Nord Europa è già da tempo una leva strategica su cui il marketing lavora.

Almeno 3 i precursori di questa voglia di green marketing:


1. La liberalizzazione del mercato dell’energia (per i normali consumatori - retail) ha portato in campo nuovi protagonisti (pensate ad ENI) e nuovi approcci al mercato di questa commodity. In molti (ENI in testa) hanno cominciato da subito a pensare all’eco-sostenibilità, d’altronde come riportavo in un articolo dei primi mesi dell’anno scorso, di grandi leve non ne avevano, il mercato è diventato libero, ma fino ad un certo punto la scontistica arriva al max ad un 5% sul retail e l’energia è sempre la stessa per tutti. Non è possibile lavorare sulle sue performances (come nel campo delle benzine è riuscita a fare Shell con V-Power), non è possibile lavorare sulla distribuzione (è uguale per tutti) e poco si può fare sul servizio, per un bene (l’energia) che per tutti è pò scontata e a cui più di tanto nessuno ci pensa!
ENI e le campagne ENI 30% sul risparmio energetico, Green Network……hanno inaugurato un nuovo modo di vedere le cose, parlavo, tempo fa, di de-marketing, proprio perchè qui la strategia non è stimolare i consumi e lodare gli energivori, ma infondere una cultura del risparmio energetico, tale da attribuire al brand attributi nuovi, vicini al futuro dei nostri figli e per cui vale la pena cambiare fornitore (o fare lo switch, come lo chiamano loro).

2. L’automotive, dopo anni di investimenti in brand su sicurezza, affidabilità e performances per il “piacere della guida” aveva bisogno di un nuovo driver, qualcosa che permettesse loro un modo diverso di comunicare e nuove leve su cui lavorare per differenziarsi dallo scenario competitivo. Sono partiti un pò tutti insieme ripensando le proprie strategie in green.
Toyota con i suoi motori ibridi, seguita poi da quasi tutti i giapponesi, BMW recentemente con Efficient Dinamycs, una serie di tecnologie in grado di ridurre fortemente i consumi (BMW 118 è stata premiata come l’auto più pulita in quanto a CO2).
La cosa interessante per i marketer, un pò meno per gli ambientalisti, è che c’è ancora molto da fare in quanto ad efficacia nei consumi (e nelle emissioni), ad eco-compatibilità dei materiali, eco-sostenibilità, smaltimento…
Qui trovate il punto della situazione al di là degli sforzi di comunicazione delle case.

3. L’IT per anni è cresciuto con la legge di Moore sulle prestazioni e sulle features sempre più avanzate, ha scoperto sempre più la forza del design (pensate ad Apple) e dell’usabilità. Ora più o meno tutti (da IBM ad HP, DELL, APPLE) stanno lavorando per ridurre i consumi energetici e migliorare lo smaltimento del loro “ferro”. E “Big Blue” si trasforma piano piano in “Big Green”

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