Il senso di Twitter per il business
Da circa due anni ho il mio bel profilo su Twitter e da circa due anni cerco di capire, esattamente, a cosa potrebbe servirmi questo strumento. Per due anni mi sono risposto a nulla o peggio vedevo Twitter solo come un servizio alla Facebook limitato alla modifica degli “stati” (e con minori potenzialità in termini di gossip :) )
La realtà è che Twitter è davvero altro da questo e molto di più; per iniziare ad approcciare lo strumento consiglio la lettura di Twitter for business di Ogilvy360, davvero ben fatto.
In sintesi credo che il mio errore in questi due anni sia consistito nel approcciare Twitter come un sito, così come faccio ogni giorno su Facebook ed in realtà anche con il mio GReader aspettandomi di trovare in un unico posto una profondità ed un dettaglio informativo che con Twitter si coglie solo imparando una nuova grammatica, nuovi codici in grado di sbloccare un potenziale informativo che non può essere colto appieno restando su twitter.com.
Lo scarto fondamentale per me insomma è stato passare dal vedere Twitter come un sito all’interno del quale raccontare cosa sto facendo (e quindi magari beceramente da aggiornare insieme a Facebook o al mio stato su un qualsiasi messenger via Ping.fm) ad immaginare invece Twitter come piattaforma di comunicazione da utilizzare per raccontare cosa attira la mia attenzione, raccogliere feedback, in sintesi allargare il mio network informativo senza generare overload.
Uno degli aspetti negativi che ho riscontrato in queste prime settimane di utilizzo massivo è la carenza di risorse “italiane” di qualità; da quello che ho visto, ma potrei sbagliarmi, non ci sono i grandi giornali italiani (mentre c’è CNN, NYT, WSJ), non ci sono le aziende italiane e purtroppo anche la maggior parte dei professionisti che ho aggiunto non mi sembra abbiano colto appieno il potenziale di questo strumento (leggo tanti tweet come “mi sono alzato“, “sto andando li“, “ho trovato traffico” .. è davvero tutto qui?).
Sarà la stessa sindrome di “autoreferenzialità” che afflige la blogosfera italiana e ne limita sviluppo e valore? Non lo so, ma forse è anche per questo che Marco tweetta in inglese :), ed ammetto, lo sto imitando!
Due, notevoli eccezioni/eccellenze le ho trovate: il primo caso è quello di Francesco Zonin, della casa vinicola Zonin, che ha anche un bel blog, aggiornato e completo. il secondo è Atac Mobile, un servizio della società di trasporti di Roma con aggiornamenti su viabilità etc ancora in sperimentazione, ma mi sembra una bella idea.
Che ne pensi?
Mi sono perso qualcosa? Altre case italiane interessanti?
ps. Ora dovrei capire a cosa mi serve FriendFeed, ma … beh .. c’ho solo messo due anni per Twitter, ho tempo eh :)
ps2. Twitter al momento non fa soldi e ne mangia parecchi è vero. Non sono io ad avere la responsabilità di generare revenue per loro (grazie al cielo), ma mi piace notare come, al momento non c’è un banner che sia uno sulle pagine di twitter.com. Possono non sapere come fare soldi, ma almeno hanno capito cosa NON fare :)
Nessun post simile.
18 febbraio 2009 @ 17:44
Tempo fa ho scritto un post, qui http://www.socialmediamarketing.it/i-social-media-per-il-customer-service-strategie-e-casi-di-studio-con-twitter/
sull’uso di twitter per il customer care.
In quel caso ho citato esempi stranieri, qui in italia solo ora si sta cominciando a vedere qualcosa, sto seguendo l’esperimento di atac mobile e non è male. I quotidiani ci sono ma nella maggior parte dei casi si limitano a replicare e segnalare i contenuti delle homepage…
6 maggio 2009 @ 19:49
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