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ancora sui contenuti person to person
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: Avvistamenti | Data: Martedì, 26 Aprile 2005 

Dopo l'interessante progetto di Channel 4 di lanciare un canale broadband per ospitare i contenuti televisivi degli autori spettatori, anche la carta stampata si sta muovendo. Getlocalnews, un network di notizie locali, vuole assoldare un esercito di blogger come novelli giornalisti e condividere con loro i proventi pubblicitari pianificati sulle pagine che ospitano i loro contributi. In Italia questo tentativo nel campo della tv era già stato fatto con la Sei anche se il progetto era molto diverso. Forse era troppo presto, o forse il modello era sbagliato.

Quella dei contenuti person to person è' una vera tendenza oppure l'ennesima bolla? Cambierà il modo di fare giornalismo? Sicuramente la cosa dividerà il pubblico: da una parte i fautori della necessità della mediazione dei giornalisti come antidoto al chaos legato all'overload informativo, dall'altra i sostenitori della disintermediazione totale nel mondo dell'informazione. C'è di che scriverne un libro.

Commenti

Ho un'opinione molto precisa in merito, credo che sui contenuti ci saranno due tendenze opposte: la prima un mondo popolato da personaggi famosi, veri o fittizi che siano, con qualità o senza, poco importa. La seconda tendenza è il mondo popolato da micro comunità, quello che cambierà è la durata della popolarità, per qualcuno i 15 minuti di Warhol, per altri 15 settimane, sui 15 mesi ho dei dubbi. Ci sarà poi a mio modo di vedere la creazione di nuovi generi ad uso e consumo dei diversi tempi di fruizione dei contenuti (produttivo, entertainment e sociale), ma su questo mi ero già espresso in passato. Prevedo anche da parte di broadcaster o content provider nazionali largo uso di contenuti person to person, in modalità stand alone o integrati nei programmi

Inviato da: Maurizio Goetz @ 26.04.05 12:08

Sai c'è anche un discorso concettuale da fare; mettiamo che 'entrino sul mercato' della 'produzione' migliaia di soggetti. Probabilmente ci vorrà poco perché quelli bravi si distinguano. A questo punto che cosa impedirà loro di diventare qualcosa di più di anonimi blogger, uomini qualunque etc? Si selezioneranno poche persone che poi diventeranno il punto di riferimento per tanti altri (che rimarranno per lo più passivi), come accade nella programmazione open source. Il p2p come lo vedi tu mi sembra come una sfilata di donne 'normali'; ma chi la guarderebbe mai.
Sbilanciati anche tu però...Sarà un successo o un flop?

Inviato da: federico riva @ 26.04.05 11:11

Ciao Federico, mi sono ben segnato la data della tua dichiarazione, è tutto documentato, sei in buona compagnia, con tutti quelli che avevano predetto che il cinema, la tv, la radio, il pc, sarebbero stati flop. Vedremo fra circa cinque anni se i contenuti person to person di cui i blog sono solo una prima espressione, avranno o meno successo. Come si suol dire solo la storia saprà dire.

Inviato da: Maurizio Goetz @ 26.04.05 10:10

Direi che sarà sicuramente un flop. Il massimo del peer to peer per me è msn messenger o skype. Faccio fatica a vedere le foto della Grecia di mio fratello a Settembre figuriamoci il filmino di un diciottenne dell'alabama.
La prova è che gli unici blog che 'tirano' sono quelli fatti da gente che non aveva bisogno del blog per farsi sentire. Il peer to peer funziona solo quando la gente si scambia cose d'autore. L'unico interesse che si può avere per una persona sconosciuta è carpirne i segreti, le perversioni, le bugie etc. Ma se uno pubblica il suo diario segreto, non è più segreto e quindi chissenefrega?

Inviato da: federico riva @ 26.04.05 01:13

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