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I Blog e l'assalto dei comunicatori
Continua l'"assalto" all'arma bianca delle grandi agenzie di PR (specie americane) al blog. Qui uno degli ultimi esempi descritto in un post di "Beyond PR" . Tutta questa frenesia e questo sfornare decaloghi e apposite "practise" dedicate, mi lascia davvero perplesso. Non vedono l'ora di far bloggare i clienti, e di mostrare che loro hanno capito tutto, ma mi sembra si stiano dimenticando che il blog, specialmente il mitico e immancabile "CEO blog" è uno strumento potentissimo di costruzione ( e per converso di distruzione) della reputazione. E con la reputazione non si dovrebbero fare esperimenti. Secondo un assunto universalmente accettato il 50% della credibilità di una azienda è costituita dalla credibilità personale del suo CEO. A qualcuno sfugge che il blog è personale ? Warren Buffett, celebrato "guru" del mondo finanziario americano, ha detto: "If you lose dollars for the firm by bad decisions, I will be understanding. If you lose reputation for the firm, I will be ruthless." Mi sembra una osservazione molto saggia. Ma come è stato già osservato su queste pagine, la potenza della moda travolge tutto. Commenti
Assolutamente vero quello che dice Simone. Mi sembra che il suo esempio abbia centrato il problema dell'utilizzo intelligente del blog all'interno di una strategia complessiva . E mi piace molto l'accento sul mio "adorato" tema chiave : i contenuti. Se sono in grado di dare contenuti , se cioè aggiungo valore per gli altri , pongo davvero le premesse per costruire quella "comunità" attorno al blog, con tutta la ricaduta positiva sulla mia credibilità e reputazione. Inviato da: Enrico Bianchessi @ 24.05.05 10:29chapeau, Simone! :-) Inviato da: Massimo Moruzzi @ 24.05.05 10:13Anche in questo caso torniamo all'annosa questione: diamo a ciascun medium il proprio messaggio. I blog hanno una storia ben specifica che tutti noi conosciamo: un diario di opinioni e pensieri liberi organizzati in ordine cronologico. Il blog come strumento di comunicazione? Può esserlo, ma va gestito per quello che è. Mi spiego. Io azienda X che produce soluzioni per il settore bancario posso aprire un blog ma farei un errore madornale se iniziassi a veicolare comunicati stampa o a recensire prodotti miei. I blogger mi ammazzano e i concorrenti festeggiano. Al contrario se inizio a parlare degli impatti sulle nuove disposizioni della Consob o di Banca d'Italia ho l'opportunità di qualificarmi come "opinion leader", farmi riconoscere come competente e creare una community attorno al mio brand. Ovvio che il blog in sè non è sufficiente. Deve esserci un communication mix e una strategia di business ben definita. In questo caso il blog mi può aiutare. Purtroppo quello che vedo in giro, a parte piccolissime eccezioni, sono blog auto-referenziali, come spesso sottolineato anche in altri post. Inviato da: Simone Favaro @ 24.05.05 09:15ok, sorry. sono (male) abituato a fare come a casa mia. Inviato da: Massimo Moruzzi @ 23.05.05 20:50Massimo, ti devo pregare di evitare ripetute espressioni volgari; un c.zzo a commento va bene, due mi sembrano francamente troppo :) Inviato da: Giuseppe Mayer @ 23.05.05 20:44Ciao Enrico, Altrimenti, lascia stare. E di sicuro non seguire i consigli del cazzo di Hill & Knowlton! Inviato da: Massimo Moruzzi @ 23.05.05 20:12 |