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Tempo di riconsiderare la registrazione obbligatoria?
La registrazione obbligatoria è da sempre uno dei capisaldi del web marketing. Io ti cedo l'informazione in cambio del tuo consenso, ecc. ecc. Appare quindi interessante uno studio del marketing di RedHat: analizzando le statistiche del proprio sito, ha scoperto che solo il 2% dei visitatori della pagina si registrava per scaricare il white paper o guardare un webinar, gli altri rinunciavano. Partendo dalla considerazione che ben il 24% dei WP scaricati viene successivamente inoltrato ai responsabili aziendali e il 77% ai colleghi, risultava evidente come venisse sprecata una grande occasione di diffusione virale, e quindi hanno ora aperto liberamente a tutti ogni contenuto. Al dubbio che a tutti sorgerebbe, cioè 'le leads che fine fanno in questo modo', il communication director di RedHat risponde così: But isn't Grams worried that he has fewer leads to hand to sales?
"I don't like the idea of forcing people into becoming leads. I like people to opt-in to entering our sales stream. Our sales team is very busy. They don't have time to waste with people who aren't that interested or who they have to convince to be interested. It's marketing's job to convince prospects to be interested!"
He urges other marketers to think of lead generation from a new perspective, "What's more valuable? To get 50 leads or to have 1,000 people see your info and the interested ones will contact sales on their own?"
Io sottoscrivo in pieno. PS: l'articolo contiene anche una interessante analisi del ROI dei webinars live contrapposti ai webinars on-demand, e di come questi ultimi vadano strutturati per avere il massimo del risultato. E comunque pare che per quelli live sia veramente la fine. Commenti
Sarebbe però interessante sapere se le aziende di fronte ad un "prospect" invece che ad un "suspect" sarebbero disposte a riconoscere alla concessionaria o al centro media un fee superiore..per la mia esperienza questo accade raramente. Concordo quasi su tutto, ma permettetemi di un distinguo. Il problema a mio modesto parere non sta nelle forme di pagamento dell'advertising, in quanto sia vendite ad esposizione o a performance hanno le loro logiche specifiche, quanto nei contenuti e nelle creativita' che ancora oggi sono molto scarsi. Alla mancanza di interesse degli utenti si ricorrre troppo spesso a trucchetti vari. Provate ad andare sul sito www.infinito.it, il mio provider, vi troverete un banner collocato esattamente sul punto in cui devo inserire i miei dati per accedere al mio account di posta. Su questo banner ho cliccato diverse volte, facendo spendere inutilmente i soldi all'investitore pubblicitario. Chi ha progettato questo tipo di campagna e' incompetente o in malafede, perche' e' una campagna profondamente sbagliata come molte che si vedono purtroppo sul web. L'attenzione si deve guadagnare onestamente e non con i sotterfugi che piacciono sempre di meno. Inviato da: Maurizio Goetz @ 13.08.05 17:36Riflessioni giuste, che mi spingono a domandarmi se il destino dell'advertising on line sia solo quello del revenue sharing, visto le crisi delle impression prima e del pay per click poi. AdSense esclusa, ovviamente. :-) Inviato da: Giuseppe Mazza @ 12.08.05 06:34Parole sante, i database aziendali sono pieni di PippoPlutoPaperino ovvero di persone letteralmente costrette a lasciare i propri dati per ottenere un white paper o un'informazione interessante. Tra un suspect ed un prospect c'e' infatti un oceano che li separa. Inviato da: Maurizio Goetz @ 11.08.05 10:24 |