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A proposito di permission marketing
Oramai la parola permission marketing o se vi piace di più marketing collaborativo è entrato nel vocabolario di chi fa marketing digitale. Spero che oramai la maggior parte dei frequentatori di IMlog siano convinti che un marketing intrusivo, imposto non funziona. Ho avuto modo di scrivere in passato che la privacy debba a mio parere essere considerata un asset e non un vincolo, ecco perché ritengo che il meccanismo del doppio opt in sia veramente il minimo, da una parte per salvaguardare gli utenti e dall'altra per ottenere leads utili nel proprio database. Ricordiamoci che chi si iscrive ad una qualsiasi lista ci da un permesso che può:
L'utente deve a mio parere, avere la possibilità in ogni momento di modificare le sue preferenze e potere decidere se non ricevere più messaggi, aumentare o diminuirne la fruizione o modificare i contenuti che desidera ricevere. Ovviamente i messaggi devono essere strettamente attinenti al permesso ricevuto, ciò significa che se un utente ha acconsentito a ricevere informazioni commerciali relative alle promozioni di prodotti di abbigliamento, non è possibile inviare senza la sua autorizzazione informazioni di natura diversa. Per questa ragione ritengo che un marketer che si rispetti non debba fermarsi al doppio opt in, ma spingersi ancora più in profondità. In questo caso le domande da porsi devono essere quattro e non solo una relativamente al permesso. Desidera l'utente ricevere messaggi da parte nostra? (opt in) In questo modo se costruiamo una comunicazione integrata che non utilizza solo la posta elettronica, ma anche il cellulare, diamo un vero servizio ai nostri clienti attuali e potenziali. Che ne pensate? Commenti
Nazareno hai ragione, se poi parliamo di mezzi mobili si potrebbe aggiungere anche il numero massimo di messaggi che si desidera ricevere. Quello della comunicazione su mezzi mobili è un mio vecchio pallino, che meriterebbe ulteriori precisazioni Inviato da: Maurizio Goetz @ 14.09.05 18:23Trovo davvero interessante la visione di Maurizio Goetz. Vorrei completarla, o meglio sviscerarla, spingendomi ancora un po' più in là. Certamente sarebbero modifiche che incidono parecchio sulla piattaforma di email delivery, perchè dovrebbero andare a leggere lo stato sui sistemi di instant messaging (Skype, Messenger, Icq, Google Talk...) utilizzati dall'utente e agire dinamicamente di conseguenza. Nazzareno Consiglio la lettura di questo interessante articolo http://www.marketingprofs.com/5/baer1.asp Inviato da: Maurizio Goetz @ 06.09.05 17:35I principi del permission marketing sono molto semplici e partono da un'incontestabile verità: la risorsa scarsa per eccellenza è il tempo. In una società sempre più frenetica, dove siamo continuamente sottoposti a stimoli e bombardamenti di informazioni, la gestione del tempo assume una valenza sempre più strategica. Chiunque si occupi di marketing deve partire da questo presupposto nel momento in cui decide di contattare un potenziale cliente, ed è una buona idea offrire a quest'ultimo qualcosa in cambio del tempo Per chi non lo avesse letto consiglio, anche se un pò inflazionato, il libro sul Permission Marketing di Seth Godin,insieme ad un giretto sul suo sito internet: ciao Paolo. Scusate la domanda ma... quale sarebbe la legge sul "double opt-in", citata in un intervento? Non ne ho mai sentito parlare e non ne ho trovato traccia sul "Testo unico per il trattamento dei dati personali", che il mio datore di lavoro mi aveva obbligato a studiare. Volevo lanciare una provocazione visto che si tratta di tutela del consumatore, della sua privacy, di double opt-in e quant'altro: non vi sembra strano che le norme sulla privacy di google non si trovino in home page ma in una pagina secondaria? Ed inoltre che l'accettazione delle norme sia implicita nel momento in cui l'utente utilizza il motore di ricerca? Questa la chiamate tutela del consumatore? W la privacy...E si che google ne archivia di dati sensibili sugli utenti...2 pesi e 2 misure. Solo che se è Federico o Andrea o Pinco Pallino a violare la privacy di qualcuno gli fanno un c*lo cosi', se lo fa il numero 1 va bene?...Attenzione! Inviato da: Jacopo Gonzales @ 02.09.05 17:31Ciao Andrea. Ciao Federico. L'animosità del tuo post vorrei ti facesse riflettere: odi l'interrupt marketing. Perchè lo difendi allora? Spero non per opportunismo. Inoltre, tu ti bevi tutto? Mi pare di no. Qualcuno in grado di capire cos'è bene o male ancora c'è. Spero non parli da rassegnato. Lo so, particolarmente in Italia in questo periodo (ma anche in USA o altre parti non si scherza), sembra che essere onesti e etici è da idioti, e che solo urlando più forte possibile e imbroglianndo senza farsi condannare si è dei veri geni. Ho fatto errori anch'io, come il "marketing a tutti i costi", ma da quelle esperienze ho imparato che il mondo e la mia vita sono migliori se tali metodologie si evitano. Non solo, mi sembra che evitandole si ottengono risultati e obiettivi economici anche migliori. Inviato da: Andrea Cappello @ 02.09.05 14:54Ok. A parte il discorso di rispettare le leggi (su cui c'è poca scelta) chiedo nuovamente se qualcuno è in gradi di dirmi come il doppio opt-in possa evitare che io iscriva Andrea Cappello e Maurizio Goetz a 1000 newsletter, facendo arrivare nelle loro caselle 1000 proposte di conferma dell'iscrizione. Le leggi poi cambiano mentre le regole del marketing rimangono. Io non ho ancora una newsletter sul mio sito, ma quando l'attiverò di certo non metterò il doppio opt-in; preferisco andare contro la legge che contro la mia intelligenza e conoscenza di come stanno le cose. Poi veramente mi pare assurdo questo atteggiamento manicheo nei confronti delle mail quando siamo invasi di interruption marketing ogni minuto da tutte le parti. I Cartelloni pubblicitari non interrompono la mia vista del panorama? E gli spot in un film di Hitchcock? E' pubblicità non richiesta. Sembra che internet debba scontare 100 anni di pubblicità offline fatta in tutta liberttà. La gente si incazza se appare un pop-up e poi li si costringe a stare 5 minuti a vedersi spot di pannolini, schiume da barba e pannoloni (alla medesima persona) su canale 5. La casella della posta (quella fisica) è invasa di pubblicità di supermercati, di traslocatori e di corsi di inglese per tutti e chiamano il garante se qualcuno manda una mail 'senza richiesta. La gente viene disturbata mentre mangia il risotto di sera da qualcuno che fa indagini sulla Margherita di Rutelli e si sente importante, mentre se vede un floating object su un portale lo considera un'offesa. Preferisco rispettare la mia intelligenza e conoscenza dei mezzi piuttosto che affidarmi a garanti che non sanno niente (vedi leggi sulla privacy e non parlo solo di web) o al 'popolo' che quando gli si è chiesto anni fa se voleva meno pubblicità in TV ha detto: "Ma va che poi non possiamo più vedere i film e non fanno più Passaparola perché Berlusconi non ha abbastanza soldi". Le gente si 'beve' tutto, ci mancherebbe che dobbiamo berci noi quello che 'dicono'. Concordo molto col pensiero di Maurizio. Personalmente cerco ogni giorno di adeguarmi alle esigenze del mio target e cerco di modellare la mia comunicazione e i miei strumenti di comunicazione su di lui. Inoltre, cerco di non commettere l'errore di dare per scontato che lui sappia gia le cose. Parlo quando posso con termini semplici. Cerco di fare in modo di rispettare le leggi e di introdurne altre che non permettano gli abusi (il double opt in o opt out è per me fondamentale sopratutto in paesi dove i disonesti continuano a pensare che lo spamming sia sinonimo di qualcosa di positivo). E' vero come dici Federico che molte persone vivono in una sorta di "inerzia passiva", non è anche vero che io devo accettare di perpetrarla e incentivarla. Personalmente sono per un'ecologia del marketing e della vita ( affiancandomi in questo al pensiero di persone come Livraghi, Goetz, Godin). Inviato da: Andrea Cappello @ 02.09.05 10:24i fruitori sono degli incapaci e si sparano buonadomenica e altre boiate del genere. arrivano a casa dal un lavoro mobbizzato, con una moglie isterica e dei figli che fanno casino e si sparano sul divano con la birra a farsi ipnotizzare dai vari Paolo Bonolis. Ti ricordi la vecchia canzone di Jannacci? E' sempre valida. La democrazia non fuziona, nemmeno nel marketing :) Inviato da: federico riva @ 02.09.05 09:51Ho volutamente introdotto un ulteriore tema al dibattito. Vogliamo considerare un utente iscritto regolarmente ad una newsletter? Non aumenterebbe la soddisfazione per lui avere precise informazioni su quante mail ricevere? con quale cadenza? Esempio inizio settimana? Giusto per fare due esempi. Visto che i database si possono regolare, perchè non rendere la comunicazione più flessibile e più rispondente alle esigenze di chi la deve ricevere? Inserire due campi in più, forse può comportare dei costi, ma ne vale la pena. Tecnici? Io sono consulente per una società di DVMS (digital video management systems):in sostanza chi fa algoritmi and company per i sitemi di videosorveglianza. Beh: le immagini si possono tenere solo per 24 ore (pazzesco). L'audio non si può registrare (pazzesco). E questi sono solo due esempi. Vi ricordate di quella banca che dopo una rapina aveva consegnato i nastri alla polizia e si vedevano solo i piedi dei malviventi perché non volevano inquadrare le facce dei clienti, per non disturbare la loro privacy? Sono d'accordo sulla integrazione dei servizi (cell-mail) e credo che alla base di tutto la guida dovrebbe essere il buon senso oltre le regole (interruption)(scusa Federico). Condivido anche l'ultima riflessione di Jacopo sulla preoccupazione della vendita dei dati (attività purtroppo diffusissima). con buona pace di Seth (e con grande affetto per Maurizio) penso che il permission marketing sia solo una piccola parte del marketing, diciamo una sua versione più 'avanzata', ma non in senso positivo, semplicemente in senso cronologico verso il consumatore. Il marketing è 'interruption' (tranne per chi ci lavora), per lo meno nel suo approccio iniziale al potenziale cliente. E' infatti tautologico che non ci può essere permission marketing se non dopo una qualche 'interruption' (anche il passaparola lo è...). Rimango ovviamente d'accordo con ognuno di voi (immagino) che non bisogna mai 'infastidire' il potenziale cliente, ma non perché non è etico (l'etica si occupa di cose leggermente più importanti), ma perché 'it doesn't work' e l'effetto è quello di suscitare l'odio del potenziale cliente e non la sua curiosità, intenzione etc etc. Maurizio, hai fatto bene a contropostare, ci mancherebbe. Frequento e leggo con interesse questo blog (complimenti gratuiti a parte) perchè, non lo nego, imparo molto attraverso uno scontro con idee spesso diverse dalle mie, ma è la diversità che ci arricchisce un po' tutti e ci fa superare i limiti del nostro pensiero giusto ? Ho voluto contropostare, perché visto che Federico Riva ha espresso la sua opinione contro il doppio opt in, io ne ho espresso una a favore. Su questo argomento, ne sono convinto, non ci saranno mai posizioni univoche. E' un dibattito importante e questa mi sembra la sede giusta. Inviato da: Maurizio Goetz @ 01.09.05 18:21Non mi trovo daccordo sull'efficacia del double opt-in per la seguente ragione: |