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Slow blog
Anche IMlog si sta prendendo e si prenderà nelle prossime settimane un meritato riposo. Questo significa che fino al 29 agosto troverete dei post con una frequenza inferiore rispetto a quella delle scorse settimane. Ciò non significa che non pubblicheremo nulla, solo che pubblicheremo di meno. Buone vacanze. E-mail advertising? Ripassi lunedì!
Trattasi di ovvietà, mi rendo conto, ma adesso arriva la prima ricerca che conferma come la data (e l'ora) di invio di un email possa incidere pesantemente sui risultati attesi dal messaggio in oggetto. Dopo aver analizzato 16.000 campagne email realizzate tra gennaio ed aprile di quest'anno, Return Path ha infatti verificato come il giorno migliore per spedire un messaggio sia il lunedì nella fascia oraria 6am-10am. In ultima posizione nella classifica la domenica nella fascia oraria 10pm-2am; secondo gli analisti di Return Path le ragioni di questi risultati nel delivery rate sono da attribuire principalmente all'effetto spam. Questo perchè fasce orarie, come 2am-6am o il weekend, sono quelle preferite dai programmi dedicati per valutare il livello spam delle mail in arrivo; conseguentemente anche messaggi permission-based rischiano di essere catalogati nella categoria di messaggio indesiderato (si tratta di un errore di valutazione che può riguardare fino al 20% delle email in arrivo). Dunque, cari e-mail marketer, quando state per lanciare una nuova campagna, un occhio al calendario ed uno all'orologio please. Qualche dato sull'Internet Locale
Lo scorso 19 luglio Nielsen//NetRatings e Corecom hanno presentato i risultati di un trimestre di analisi (gennaio-marzo 2004) su cinque regioni: Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania. Il primo dato interessante da sottolineare è quello relativo alla quota di traffico internet generato (casa+ufficio); le cinque regioni in esame costituiscono infatti quasi la metà del traffico totale internet in Italia (49%). Nel dettaglio, la Toscana contribuisce con una quota del 5,6%, Emilia Romagna e Lazio si fermano a quota 7,2%, mentre i campani realizzano l'11,8% e la Lombardia guida il gruppo con il 17,2% di traffico sul totale nazionale. Per quello che riguarda poi sia il tempo speso online sia le sessioni per trimestre è la Toscana a guidare la graduatoria (più di 35 ore per persona e 54 sessioni create nel trimestre) seguita, con un certo distacco, da Campania, quindi Lombardia e le altre. Per concludere, un paio di dati riepilogativi sul profilo dell'utente internet in Italia (i dati sono Audiweb sul panel casa e ufficio). Nel trimestre preso in esame l'universo internet degli attivi (almeno una connessione) è stimato in 18.890.251 unità con una netta prevalenza maschile (63% contro 37%); la percentuale maggiore di traffico orario viene rilevata nelle ore pomeridiane e serali (tra le 16.00 e le 21.00) mentre i giorni di accesso sono prevalentemente quelli di inizio settimana (lunedì e martedì). Si tratta di numeri che mostrano una sostanziale stabilità nella penetrazione internet; è però visibile una netta conversione dell'utente internet verso la banda larga. I navigatori italiani che accedano da casa con banda larga (>128k) rappresentano il 37% di tutti gli utenti internete sono responsabili del 56% di tutto il tempo trascorso online del 57% di tutte le pagine web viste. Audiweb: commento sui dati di giugno 2004
Vi inoltro il commento di Alessandra Gaudino, Senior Analyst di Nielsen//NetRatings, sui dati Audiweb rilevati a giugno 2004; buona lettura!
In linea con i trend stagionali, l’arrivo dell’estate attenua l’assiduità dei navigatori italiani sul Web. A giugno 2004 assistiamo ad una leggera flessione della presenza sul Web (15,5 milioni di utenti contro i 16,2 di maggio) e del tempo dedicato alla rete (8 ore e 32 minuti per utente medio, un quarto d’ora in meno rispetto a maggio). Stabile invece è l’utenza che utilizza le cosiddette Internet applications (instant messenging, downloading, streaming) con un tempo medio dedicato a queste attività da ciascun navigatore di quasi tre ore (addirittura in crescita rispetto a maggio). Il consumo del Web è prevedibilmente meno intenso durante il fine settimana: durante il sabato e la domenica a giugno si registra una flessione degli internauti collegati pari a 5 punti percentuali rispetto a maggio. Decrementi analoghi anche nella fascia oraria dalle 18 alle 22, tradizionalmente preferita dai navigatori italiani.
Un confronto con i dati di giugno 2003 ci permette di analizzare i percorsi di sviluppo del Web al di là del fisiologico fenomeno di stagionalità.
La navigazione di giugno 2004 presenta un paio di specificità rispetto a quella di maggio. Un incremento di visitatori sull’area e-Commerce (+2.4%). Area che vede leader incontrastato eBay, con oltre 2,8 milioni di visitatori unici nel mese. “eBay è una delle belle case histories della rete non solo italiana ma globale: la capacità di costruire un business di successo a partire dall’abitudine molto privata del collezionismo o delle cosiddette “yard sales”, le vendite informali di tutto ciò che ci è rimasto in cantina.” commenta Alessandra Gaudino, Senior Analyst Nielsen//NetRatings. “Nell’ultimo anno in Italia eBay è cresciuto del 75% in termini di visitatori unici, consolidandosi tra i primi 10 brand più visti ogni mese nel nostro Paese”. Cresce l'advertising online. Ma dove?
Eccovi le recentissime cifre dell'advertising online in UK per il 2003: un eccezionale +80% rispetto al 2002 con un volume di oltre 350 milioni di sterline (534 milioni di Euro). Si prevede che Internet supererà la radio nei prossimi due anni e mezzo. E non lo dubito vedendo i trend di spesa dei Clienti delle agenzie di advertising online. Qui in Inghilterra si investe pesantemente in media, keyword e programmi di affiliazione. eBay entra nel mercato della musica online?
Secondo quanto riportato da Mercury News, eBay, rinnegando la sua policy estremamente restrittiva in merito alla vendita di musica online, avrebbe deciso di impegnarsi per entrare in modo deciso nel mercato del digital download. Nei giorni scorsi è stato infatti attivato un nuovo servizio, che farà capo proprio alla categoria Digital Download nella macroarea Music, all'interno del quale eBay spera di inserire le offerte musicali sia delle major più importanti, sia delle case discografiche indipendenti; i venditori potranno poi autonomamente decidere se utilizzare il meccanismo dell'asta oppure la funzionalità "buy it now". L'esempio di iTunes, che proprio nelle scorse settimane aveva annunciato il raggiungimento di quota 100 milioni di downloads, deve aver dunque spinto i manager di San Jose a rivedere la loro posizione, e tuttavia sembra improbabile un coinvolgimento che vada oltre il semplice "presidio" di mercato. Google acquisisce Picasa
Chi? Adesso di sicuro tutti diranno che conoscevano benissimo il software Picasa e bla bla bla, ma io sinceramente non l'avevo mai sentito nominare e mi sono molto stupito quando ho visto il link che attualmente campeggia in mezzo alla home page di Google. L'acquisto di Picasa è recentissimo, e l'azienda di Mountain View non ha perso tempo. Di sicuro il sito www.picasa.com ha avuto un picco di visitatori registrato dai sismografi e una % di download da fare invidia al filmato di Paris Hilton. Giuseppe Mayer mi suggerisce giustamente che una possibile applicazione potrà essere in un futuro non lontanto quello di inserire advertising contestualizzato all'interno del programma puntando sul desktop browsing e sul fatto che quasi tutti ormai dispongono di una connessione always-on. Un investimento per il futuro insomma, come anche quello di PyraLabs, quelli di Blogger, oppure un modo per diversificare le attività ed essere presenti in più settori in vista di eventuali sviluppi. Staremo a vedere... Cambiate browser
E' il consiglio, ampiamente condiviso anche da me per quel che vale, degli esperti del CERT (Computer Emergency Readiness Team), la task-force governativa statunitense contro le emergenze informatiche, a seguito dell'ennesima falla di sicurezza scoperta riguardo al browser di Microsoft, Internet Explorer. Che IE sia pieno di falle mano a mano rattoppate da Microsoft non è una novità, ma l'invito esplicito a valutare l'utilizzo di browser alternativi lo è eccome. All'uscita della notizia alcune fonti parlano di un abbassamento della quota di mercato di IE dell'1% in un solo giorno, passando comunque dal 95 al 94%... Altre fonti parlano di una quota dell'80%, che comunque costituisce un vero e proprio monopolio. Non voglio stare qui a polemizzare sulle regole antitrust e tutto il resto, ma che Explorer sia leader senza meriti è evidente. La superiorità di browser come Opera, Mozilla e Firefox è sotto gli occhi di tutti, non fosse altro che per la navigazione per tab, tool davvero rivoluzionario per il web browsing. Cambiate browser! Tempo di commissioni ed associazioni
Prima l'annuncio della costituzione di una Commissione incaricata di definire le condizioni di sviluppo del mercato dei contenuti digitali su Internet promossa dai ministri Stanca e Gasparri, poi la nascita, all'interno di Federcomin, dell'associazione AITech per la promozione e lo sviluppo della società dell'informazione e dell'economia digitale. Insomma, sembra davvero che il luglio inoltrato inviti a fare progetti a medio termine e ad un rinnovato impegno sia per i soggetti istituzionali, sia per le aziende di settore. Ma non è forse questo un segnale di debolezza del sistema ICT in Italia? Se si arriva al punto di dover costituire associazioni e comitati per spingere lo sviluppo di un mercato, non è un segnale preoccupante? Forse, in una situazione come quella attuale, esiste nient'altro che un problema di idee; di queste si che c'è carenza, non di uomini o risorse, nè, questo è certo, di associazioni varie ed eventuali. Miglioriamo il ROI sui motori di ricerca
L'Atlas Institute ha da poco rilasciato uno studio dal titolo "How search engine Rank Impact Traffic" centrato sull'analisi dell'impatto del search engine rank sul traffico generato nel sito di un possibile inserzionista. Posto infatti che a diverse posizioni nel ranking di un motore di ricerca corrispondono anche diversi CPC, diventa cruciale, per chi deve comprare, avere informazioni utili per una razionalizzazione dell'investimento. Se, per intenderci, si sceglie di non spendere per essere il primo della lista nei risultati di Google, ma ci si accontenta di essere solo il quarto nel rank, al risparmio derivante da questa scelta, quale costo opportunità in termini di traffico perso bisogna associare? Per il dettaglio sulla metodologia di ricerca vi rinvio al sito di Atlas, segnalando qui solo i principali risultati: 1. tra prima e decima posizione nel rank ci si può aspettare una differenza di traffico generato fino a 10 volte. Non male. 2. esistono forti differenze tra i due maggiori player quanto a valore del rank; se infatti Google premia la prima posizione con un risultato di traffico generato che arriva al 40% in più rispetto alla seconda, su Overture le differenze sono decisamente meno marcate. 3. analizzando l'intero rank il calo di traffico generato risulta costante tra prima e decima posizione; non ci sono dunque scalini o posizioni superate le quali il rank perde del tutto efficacia. E' chiaro a questo punto come per l'inserzionista l'analisi non possa fermarsi qui, ma debba arrivare a valutare da una parte il conversion rate e dall'altra i flussi di traffico all'interno del proprio sito per comprendere se sia o meno opportuno (ed economicamente ragionevole) cercare di raggiungere posizioni più alte nei diversi rank dei diversi motori. L'ICT: dallo skill shortage al precariato
La ricerca "I misteri dei mestieri" svolta dall'ISIMM (Istituto per l'innovazione nei media e per la multimedialità) per conto del Cnel ha confermato, con la certificazione del dato statistico, una tendenza che ormai da tempo era percepibile nel mercato del lavoro dell'ICT . La domanda di professioni legate al settore delle nuove tecnologie, in crescita tra il 1995 ed il 2000, dal 2001 è infatti in calo costante; se a questo si aggiunge che la domanda esistente è orientata prevalentemente verso professionalità a limitata qualificazione lo scenario si delinea con chiarezza in modo ancora più preoccupante. Sono gli operatori di call center la figure più richiesta (+79%) mentre gli esperti del web (sia tecnici sia commerciali) crescono solo per un misero +4%. Alta è invece la mobilità; il 76% dei professionisti di settore ha cambiato lavoro negli ultimi anni e nel 31% dei casi a questo cambiamento è corrisposto anche un cambio di tipologia di attività svolta. Finiti i tempi dello skill shortage dunque e lo scenario previsto per i prossimi anni non è meno "allarmante"; il 54,5% delle imprese che non operano nell'ICT pensa di mantenere lo stesso livello di personale informatico anche nei prossimi anni, mentre per il 18,2%, sempre nei prossimi 24 mesi, sarà necessario un qualche tipo di ridimensionamento della forza lavoro in questa area. Posta Elettronica Certificata (e due)
Ho già affrontato l'argomento Posta Elettronica Certificata in passato (qui). Allora era stata appena discussa una bozza di DPR, nata con lo scopo di fissare le regole tecniche per il lancio del servizio di Posta Elettronica Certificata. In seguito quel DPR è stato approvato in forma definitiva dal Consiglio dei Ministri. Oggi torno ad occuparmene, in quanto sto approfondendo la questione per lavoro (la nostra società sta sviluppando una soluzione per offrire questo servizio), ed ho scoperto che non c'è molta chiarezza intorno ad alcuni concetti chiave. Cos'è la Posta Elettronica Certificata Ma la PEC non offre solo questo; le sue garanzie superano quelle offerte dalla raccomandata A/R; innanzitutto gli utenti di PEC non certificano solo i messaggi che inviano ma anche la loro stessa identità. Sappiamo benissimo quanto è semplice inviare un messaggio di posta elettronica falsificando la propria identità senza correre il rischio di essere scoperti. Con la PEC il destinatario di un messaggio potrà essere sicuro che l'identità mostrata dal mittente è quella reale. Un messaggio di PEC viene certificato in ogni fase del suo percorso: l'utente che invia un messaggio tramite questo sistema riceverà una ricevuta per la presa in carico del messaggio da parte del suo mail server, una ricevuta per l'arrivo del messaggio sul mail server del destinatario (solo se anch'egli è utente di PEC), ed infine una ricevuta della consegna del messaggio nella casella del destinatario (anche in questo caso solo se anch'egli è utente di PEC). Queste ricevute non si limitano a certificare data e ora, ma anche l'oggetto del messaggio e-mail e la presenza di eventuali allegati. Chi fa cosa? Gli utenti di PEC: Sono naturalmente coloro che hanno acquistato il software (o si sono abbonati al servizio) per acquisire la possibilità di inviare e-mail certificate. Il problema degli utenti è avere un vantaggio immediato da questo sistema di comunicazione elettronica: in sostanza è necessaria una massa critica di utenti che accresca l'utilità di tutto il sistema di PEC. I vantaggi per gli utenti sono infatti principalmente due: 1- il risparmio di costi rispetto all'invio di una raccomandata A/R Si può supporre che un giorno i vantaggi del servizio di PEC potranno ricadere anche sul privato cittadino, sia per le comunicazioni con la PA, sia per quelle verso le aziende (ad esempio per la disdetta di un contratto, che oggi richiede la spedizione con raccomandata A/R). I Gestori di PEC: sono le realtà, software house grandi o piccole, ISP, enti pubblici, che offrono il servizio di Posta Elettronica Certificata. Per diventare Gestori di PEC è necessario attrezzarsi tecnologicamente e superare il vaglio del Cnipa. In questo senso si sono già mossi i "colossi" quali Microsoft, Sun, Oracle, ma anche piccole e dinamiche società tutte italiane. Possono offrire il servizio come software per mail server (ad esempio plug-in per MS Exchange), oppure come servizio ASP. Il Cnipa: La Posta Elettronica Certificata è un servizio che, già oggi, viene offerto da diversi operatori privati (ma anche enti pubblici, quali la Regione Lazio); il compito del Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione è di verificare l'interoperabilità tra i servizi offerti dai diversi gestori di PEC, affiché l'utente del servizio X sia in grado di comunicare con l'utente del servizio Y. Spero, con questo articolo, di aver offerto dei punti fermi per comprendere (ed eventualmente scegliere con consapevolezza) il servizio di Posta Elettronica Certificata. E' chiaro che questo chi ha creato la normativa di base per il servizio di PEC (che è il naturale proseguimento della legge 59/97 sulla firma digitale, e del DPR 445/2000 sulla Documentazione Amministrativa) ha l'ambizione di creare uno standard per le comunicazioni elettroniche. Quindi sono certo che se ne sentirà ancora parlare. Smettiamola di parlare di Google
Da mesi sembra che non esista altro sul web; come due anni fa non si parlava se non di eBay (diamine, fa profitti online?!?), così oggi sembra che il santo graal sia stato definitivamente rintracciato dalle parti di Mountain View. Intendiamoci, è fuor di dubbio sia il valore del prodotto sia il valore dell'azienda; quello che i ragazzi californiani sono riusciti a fare in questi pochi anni è notevole, in special modo se si tiene presente che Google ha visto la luce quando dalla borsa americana iniziava a giungere l'eco dei primi tonfi delle dot.com Ma prendiamo la situazione del mercato italiano; Google lancia il suo servizio news? Bene, pochi mesi dopo arriva (col fiatone) Libero che lancia il suo WebNews, praticamente identico come look & feel. E ancora, Google lancia la sua Gmail? E tutti a rincorrere (Yahoo!, Libero con la Jumbo Mail, Lycos, ma a pagamento, etc..) offrendo più spazio, più servizi e via così. Quello che i competitor di Google sembrano ancora non aver compreso però è che questa frenesia di seguire il migliore non solo è poco sensata, ma è anche controproducente; continuando ad "inseguire" le innovazioni di Google, i vari Libero, Yahoo! & C. infatti non fanno che confermare agli occhi anche dei loro utenti la superiorità del motore californiano. Inoltre, qualche anno fa questa stessa frenesia portò tutti alla rincorsa del modello "portale"; abbiamo già dimenticato le banconote bruciate durante quella rincorsa? Ed i cadaveri lasciati sul terreno durante la "febbre dell'oro" di fine anni '90? Se davvero qualcuno oggi volesse sfidare Google dovrebbe fare qualcosa di davvero inaspettato, incredibilemente nuovo e, soprattutto, utile. Esiste lo spazio per un prodotto simile nell'internet di oggi? La domanda giusta però forse è un'altra: quanti pochi mesi fa avrebbero investito due lire per il lancio di un servizio di webmail, con un giga di spazio gratuito? L'idea giusta è là fuori; per trovarla basta una buona conoscenza del mercato e un po' di incoscienza, ma per favore ... smettiamola di parlare di Google! Ancora corporate blog
La mia opinione sui corporate blog è nota. Su ClickZ un articolo in tre parti in cui Tessa Wegert cerca di spiegare come questi blog aziendali dovrebbero essere creati e gestiti. Anche Nike ci ha provato, ma dopo aver bloccato i commenti, ha deciso di chiudere il progetto dopo solo 20 giorni. È comunque evidente, come riportato nella terza parte dell'analisi, come i blog siano un ottimo veicolo pubblicitario. Si raggiungono nicchie altrimenti difficilmente contattabili. Un po' come IMlog, dove gli AdWords di Google ci stanno consentendo di pagare l'hosting :).
Vendere cara la pelle
E' notizia di questi giorni che la Microsoft ha brevettato il corpo umano registrandolo come "apparato per trasmettere corrente elettrica e dati", in pratica considerandolo come un nuovo tipo di microprocessore. La registrazione è avvenuta con regolare brevetto numero 6.754.472 del Patent and Trademark Office americano, che è consultabile on line qui. L'uomo Microsoft avrà un microfono sul polso destro, un display su quello sinistro e all'orecchio un auricolare, mentre sull'avambraccio porterà una tastiera che verrà poi però sostituita da una penna ottica in grado di scrivere direttamente sulla pelle. Il corpo umano stesso quindi, o meglio la pelle, come mezzo di conduzione in grado di collegare tra loro gli apparati. Bill Gates non ha ancora comunicato l'esatta data di nascita dell'uomo Microsoft
Messenger esce dalla rete
Da qualche settimana è possibile vedere in TV, sulle principali reti nazionali, uno spot su MSN Messenger, dopo un periodo di test su MTV. Non è solo un normale spot per un normale prodotto, perchè storicamente è molto difficile vedere un servizio web promosso in TV, e quindi veicolato al pubblico più vasto possibile per definizione, a meno che non si tratti di connessioni ADSL o simili. Questa piccola svolta rappresenta l'ingresso degli IM nel mondo dei prodotti/servizi per tutti, non solo per gli appassionati o gli smanettoni. O quantomeno il tentativo da parte di Microsoft di favorire questo ingresso. E' importante sottolineare come nello spot si faccia riferimento ad altri mezzi di comunicazione, come SMS e chat, considerati ormai di uso comune, mettendoli a confronto con Messenger, sia sul piano della velocità che su quello della praticità e semplicità. In pratica il messaggio è più o meno: "Così come usi quotidianamente SMS e chat puoi usare IM perchè ha questo e quest'altro vantaggio, è gratis, è veloce ecc.". Un altro aspetto da segnalare è quello dell'investimento pubblicitario: difficilmente le aziende stanziano grossi budget di comunicazione per servizi web-based, tantomeno se questi servizi sono free e quindi non portano direttamente fatturato. E' vero che Microsoft non ha esattamente problemi di soldi (considerando che ha appena pagato una multa da 500 milioni di € in contanti...), ma è comunque un passo verso l'assunzione da parte del web di un ruolo di primo piano anche nella comunicazione "tradizionale". Nasce il nuovo MSN(.com) Search
MSN search si è rifatto il look con una nuova home page (http://search.msn.com) che contiene collegamenti ai più interessanti servizi offerti dal portale ed una netta separazione tra risultati a pagamento e risultati generati direttamente dall'algoritmo del motore. Per ricevere commenti e suggerimenti sulle novità presentate è stato realizzato anche un sito di "preview" che raccoglie tutti i feedback dei webmaster e degli utenti più interessati. Da una nota della società si apprende che questo è solo un primo passo verso lo sviluppo di nuovi modelli di servizio in grado di rivoluzionare il mondo dei motori di ricerca così come lo conosciamo oggi; a dire il vero però sembra più un passo indietro. Di fatto questa è una mossa che smentisce quanti, anche in MSN, ritengono che l'inserimento dei paid listings nelle ricerche non sia in grado di alterare la percezione di "rilevanza" rispetto al contenuto da parte degli utenti; dunque un'altra piccola vittoria della Google philosophy? Probabilmente si. In questa release però una novità in realtà c'è e di non poco conto; si tratta della possibilità, offerta dal nuovo motore, di rintracciare informazioni non necessariamente archiviate su pagine web come, nel caso particolare, articoli e risorse di Encarta 2004. E' chiaro, si tratta solo di un piccolo passo, ma questo piccolo passo va davvero verso una direzione tutta nuova. Un retailer non puro (seconda parte)
Sul sito di Argos è ovviamente possibile consultare l’elenco dei punti vendita con le informazioni necessarie per raggiungerli, ottenere informazioni circa possibili finanziamenti, verificare i costi delle spedizioni, insomma tutte le informazioni di base che si dovrebbero trovare su un sito istituzionale di un retailer. Risulta molto ben fatta la parte riguardante le transazioni online. La navigazione è intuitiva, risulta semplicissimo raggiungere la scheda dei prodotti attraverso il listino. Le categorie sono molto ben costruite, ed è possibile navigare sia per caratteristica peculiare della categoria, sia per la marca del prodotto inserito nella categoria. Le schede dei prodotti non sono molto approfondite, sono praticamente la replica di ciò che il cliente trova nel catalogo. Ciò che più mi ha sorpreso però, è il processo di acquisto. Non solo è possibile ordinare online il prodotto e riceverlo presso il proprio domicilio, ma si può anche bloccare il prodotto presso il punto vendita per un paio di giorni. In questo modo il cliente non rischia di recarsi inutilmente presso il negozio, scoprendo che il prodotto non è disponibile. Insomma l’utente ha la visibilità della disponibilità di tutti i magazzini dei punti vendita di Argos e se il prodotto non è disponibile, viene informato circa i tempi del suo reintegro o della probabile data di consegna. È evidente che il processo così strutturato renda l’acquisto estremamente convenient. In un modo o nell’altro il cliente non rischia spedizioni di acquisto inutili, trova il miglior prezzo disponibile sul mercato e se lo desidera può attendere l’arrivo del prodotto a casa. Ma non è tutto. Nel caso in cui un prodotto risulti difettoso, cosa che mi è capitata con il mio ultimo acquisto, il cliente ha la facoltà riportare il prodotto presso uno qualsiasi dei punti vendita di Argos per ricevere un prodotto sostitutivo o il denaro corrispondente al valore del prodotto. Di nuovo, estrema comodità del servizio: se acquisto nel week end un prodotto in centro, posso comunque riportarlo in un altro punto vendita nel corso della settimana. |