Ecco perché "frequento" i blog
Sulla rete ci sono più informazioni di quanto io sarò in grado di processare. Non è l’informazione che mi manca né le fonti. Anni di frequentazione della rete mi hanno insegnato a recuperare tutta l’informazione di cui ho bisogno.
Ho ridotto la lettura di libri di marketing, perché non mi aiutano più, sono tutti molto simili fra di loro e non mi ispirano più. Kotler lo leggono tutti i manager del mondo e come dice Jesper Kunde che ha scritto “Unique Now…or Never”:
“Companies have defined so much ‘best practice’ that they are now more or less identical.”
Tre anni fa ho acquistato a Londra un libro di due svedesi pazzi furiosi dal nome impronunciabile che hanno scritto un libro a mio avviso molto stimolante dal titolo “Funky Business”. Secondo gli autori, Kjell Nordström e Jonas Ridderstråle:
“The ‘surplus society’ has a surplus of similar companies, employing similar people, with similar educational backgrounds, coming up with similar ideas, producing similar things, with similar prices and similar quality.”
Ecco perché non posso fare solo affidamento alle fonti ufficiali, ai testi ufficiali e alle opinioni ufficiali del marketing: sono molto spesso lontane dalla gente.
I blog non mi servono per imparare qualcosa di nuovo, molto spesso le fonti citate le conoscevo già, i blog non li leggo per conoscere i trucchi del mestiere, quelli i professionisti non li rivelano.
I blog mi offrono un’opportunità di confronto per le mie idee.
I blog mi consentono un contatto con i colleghi.
I blog sono il “termometro” della sensibilità con cui le idee che sono nell’aria sono più o meno mature.
I blog mi danno un punto di vista diverso a cui non sarei mai arrivato.
I blog mi permettono di scrivere in tutta libertà e i lettori mi perdonano se nella fretta non tutte le mie frasi risultano perfette.
I lettori dei blog sono spesso spietati ma solitamente onesti, i loro giudizi mi sono molto utili.
Vi sembra poco?
@ 21.05.05 10:31