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Grillo per la testa...
L'idea che Beppe Grillo ha della rete è utopistica, ottimistica, forse un po' ingenua ma anche, IMHO, condivisibile. Se ne avete occasione vi consiglio di leggerlo. Altri riferimenti: Google Movies
Sì, è vero, ormai potremmo inserire la catagoria "Google" su IMlog, ma che ci posso fare se non si fermano un momento? Ovviamente accanto a questo ci sono altri servizi a corollario: la possibilità di vedere solo le recensioni positive, la possibilità di ordinare le recensioni per rating, la possibilità di ricercare termini all'interno delle recensioni trovate, scorrere le keyeword frequentemente utilizzate (nomi degli attori ecc.) e, ultimo ma non ultimo, la possibilità di trovare il cinema più vicino (solo USA per il momento). Quest'ultimo servizio si ricollega a Google Maps, a cui avevo accennato in un recente post ed alla volontà di Google di diventare le Pagine Gialle del mondo. Per saperne di più, e anche per leggere degli sviluppi del servizio mappe, vi consiglio il Google Blog. Fidelity, fidaty e fedeltà
Vi ricordate un mio vecchio post in cui mi interrogavo sul ruolo di un blog di marketing? Sembra che questo interrogativo da me posto abbia suscitato un certo dibattito visto che recentemente diverse persone che ho incontrato mi hanno espresso la loro opinione in merito. Ho riscontrato grande convergenza di pareri. Molti mi hanno detto e scritto che il ruolo di un blog di marketing dovrebbe essere quello di diffondere la cultura del marketing e soprattutto di permettere a tutti di esprimere opinioni indipendenti non condizionate da alcun interesse. Mi sono spesso interrogato e non ho ancora trovato una risposta. Perché è cosi difficile diffondere una cultura del servizio in Italia ancora più che in altri Paesi? Il grande business delle raccomandazioni
Alzi la mano chi non ha mai acquistato un libro da Amazon.com spinto dalle raccomandazioni di altri lettori? Quello delle raccomandazioni peer to peer è uno dei cavalli di battaglia della nota libreria on line e la chiave del suo successo. Ma queste raccomandazioni sono sincere oppure pilotate? Spinto da un post di Ambrogio Ghezzi su Mlist a proposito della stroncatura di un libro che lui ha letto (Brand Sense) e la cui recensione diversi lettori hanno valutato negativamente, ho proceduto con un esperimento degno di un investigatore. Ho proceduto ad inserire un post con una mia recensione del libro di Martin Lindrom, quello criticato da Ambrogio, anche a me il libro non è piaciuto e quindi anche la mia critica è stata negativa. Ho poi proceduto a due altre critiche entusiastiche di due libri che mi sono molto piaciuti Brand Leadership di David Aaker e Emotional Branding di Marc Gobè. Come sapete ogni critica può essere votata da altri lettori. Indipendentemente dai giudizi che le persone faranno alle mie critiche e che monitorerò nel tempo, ho avuto modo di scoprire quanto già si poteva intuire. 1) ci sono persone che stroncano le critiche relative a libri di altri scrittori o pubblicate da case editrici concorrenti indipendentemente dalla qualità della critica e fanno votare i propri 2) altre persone criticano i libri come strumento di web marketing cercando di apparire in alto nel ranking dei top reviewer, vi troverete infatti molti consulenti e molti aspiranti scrittori (su questo non c'è nulla di male). 3) infine alcune persone votano negativamente altri reviewer per potere farli scendere nel ranking a loro vantaggio La conclusione che ne ho tratto è la seguente, nei siti come dooyoo, amazon.com ecc, per quanto gli organizzatori cerchino di fornire uno strumento obiettivo di valutazione dei prodotti e quindi come strumento di marketing, ci sono i manipolatori esattamente come già accade nei newsgroups e nelle mailing list (quando ci riescono). Queste tecniche molto subdole di guerilla marketing vengono utilizzate per influenzare le scelte dei consumatori e credo che alla lunga non pagano perché gli utenti della rete sono "smart" e alla fine quando le cose si scoprono le malefatte si diffondono. Questo è web marketing secondo voi? Ancora asteonline! Ma non per tutti!
Collegejunktion.com è un interessante iniziativa (segnalata da BizReport) messa in piedi da studenti universitari USA: si tratta di un sito di aste online come ne esistono tanti, ma che permette l'iscrizione solo a chi possiede un valido indirizzo email .edu. Quello che mi sembra interessante in questa storia è proprio la motivazione che ha spinto gli studenti ad aprire un sito "specifico" per le proprie esigenze: eBay infatti resta una piattaforma riconosciuta come efficente (anche se l'incremento delle commissioni nelle scorse settimane non è piaciuto a molti) e tuttavia in un'internet sempre più di massa (leggi: affollata) il rischio per un offerta così "specifica" (libri di testo usati, etc) è quello di restare sommersa. In più l'idea stessa di essere "tra pari" è un valore che gli studenti stessi riconoscono come determinante nel dare rassicurazione nel momento dell'acquisto/vendita; non di tecnologia, ma di persone è fatta l'internet di domani! Quale è il vero costo dell'infedeltà?
Molti studi hanno cercato di quantificare il costo dell'infedeltà di un cliente utilizzando concetti come il Life Time Value oppure il costo per il "negative referral" di chi sconsiglia vivamente un fornitore, avendo con esso avuto esperienze negative. Raramente vengono conteggiati i comportamenti di rivalsa unica arma a disposizione dei consumatori troppo spesso bistrattati. In certe circostanze non si ha la possibilità di cambiare fornitore senza dover subire grossi costi di transazione o complicazioni burocratiche. Qui di seguito riporto una lista per nulla esaustiva di alcuni comportamenti provocati da clienti esasperati. 1) utilizzo smodato del call center per causare l'effetto irritazione fino a risoluzione del problema 2) prenotazione di più voli aerei in orari differenti non comunicando una disdetta quando si è deciso il volo da prendere. 3) ritardo intenzionale nel pagamento delle bollette 4) scambi di carte fedeltà per ingannare il marketing del supermercato sotto casa ma dal cattivo servizio 5) risposte volutamente errate a survey o a ricerche di marketing Come si sa le grandi società si attivano solitamente quando è troppo tardi sui clienti persi. Le politiche antichurn vengono raramente seguite. Molto spesso i clienti profondamente insoddisfatti rimangono lo stesso fedeli per apatia, per costi troppo elevati di cambiamento o per una percezione che non avrebbero alcun beneficio dal cambiamento perché i loro fornitori operano in una condizione di oligopolio in cui i comportamenti sono simili. (Linee aeree, società telefoniche ecc) E' inutile progettare servizi web in ottica customer based, se dietro non vi è una vera cultura del servizio. Le aziende dovrebbero capire che la fedeltà premia ma anche l'infedeltà ha un prezzo da pagare i cui costi sono per lo più occulti. Jeans virali...
LEVI'S, per uscire dalla crisi che la attanaglia ormai da qualche anno, ha deciso di puntare sul marketing virale. Lo spot TV riprende versi di Shakespeare inserendolo in un contesto di pseudo-degrago metropolitano, sulla scia del film Romeo+Juliet. Non mi ha colpito particolarmente e a mio parere non ha la forza dei vecchi spot (da quello con Nick Kamen in mutande in poi...). Inoltre sia sul sito Levi's sia su quello di Radio Deejay viene promosso il concorso "Dillo con Parole tue": in pratica si può inviare un messaggio ispirato alle liriche di Shakespeare. I migliori verranno letti in diretta durante la trasmissione "Playdeejay" e inoltre tutti parteciperanno all'estrazione di un viaggio a Londra e di gadget da ritirare ai Levi's Store. Non so se servirà ad incrementare le vendite, ma la call to action sembra buona ed anche i mezzi utilizzati per la comunicazione "non standard". Sarà un'ideavirus di godiniana memoria? Staremo a vedere! BMW onelikenoone online
BMW è una delle aziende automobilistiche (e non solo) che più di altre sta credendo nella comunicazione su Internet. Credo che internamente si siano convinti di dedicare un X% del budget alla comunicazione online. Oggi mi sono imbattuto in questa campagna per il lancio della nuova BMW serie 3, che ho raggiunto sfoglianto le pagine di Repubblica.it, la cui concessionaria ha realizzato una landing page (forse di troppo) per condurre l'utente al minisito. Qualche tempo fa mi stupirono con una promozione comunicata essenzialmente online, quella dell'hard top regalato per ogni Z4 acquistata. Hanno sviluppato la comunicazione della nuova serie 1 con il discutibilissimo onelikenoone.it, la cui ultima versione mi pare un ottimo mix di brochure - spot - community. Interessante notare come l'utilizzo di flash per i filmati sia ormai la regola. Insomma, visto che il target non credo si discosti poi di molto da quello di Alfa Romeo e visti gli incrementi di quote di mercato di BMW, forse è il caso che a Torino inizino a copiare anche la strategia media. Gli rss per il marketing
Ormai da tempo si parla della possibilità di utilizzare l'analisi dei blog come strumento conoscitivo in grado di delineare le caratteristiche di un particolare mercato; negli ultimi tempi l'offerta per questa particolare tipologia di servizi si è ulteriormente articolata portando a centrare l'attenzione sui feed rss. E' il caso di CostumScoop, azienda USA che si occupa di Business Intelligence e che ha recentemente rilasciato un tool in grado di integrare informazioni provenienti da motori di ricerca, blog ed altri sistemi di "editoria personale" proprio attraverso l'rss e così facendo permette ai suoi clienti aziendali di personalizzare le query in modo semplice ed intuitivo. Il risultato di questa analisi è un vero e proprio "radar" conoscitivo in grado di indicizzare le 21.000 fonti online disponibili in pochi secondi; è facile intuire quale rilevanza può avere uno strumento simile in fase di decision making o analisi di posizionamento nel mercato. Il prodotto è "un filo" costoso (1.499$ al mese), ma è possibile avere una preview di due settimane gratuita oltre ad una serie di prodotti di più basso profilo a prezzi più ragionevoli. E in Italia, siamo pronti ad ascoltare i mercati? Dicono di noi
Inauguriamo una nuova categoria segnalandovi una recensione di IMlog (PDF - 220k) da parte di Internet-Pro . Vorremmo così rendere tutti partecipi degli articoli in cui si parla di IMlog, sia per coltivare un po' il nostro ego :), sia per aiutare a far crescere la partecipazione al blog. Siamo ad un anno dalla nascita del blog e sapere che ciò che abbiamo scritto negli scorsi 12 mesi interessa anche chi non commenta regolarmente, ci sprona a continuare e se possibile vorremmo così allargare la cerchia di coloro che desiderano scrivere in questo spazio. combattere lo spam
Una volta erano i siti pornografici i principali spammer, oggi come molti di voi sanno per averlo sperimentato, sono siti che promuovono prodotti farmaceutici, come i vari cialis, viagra ecc ad intasare le nostre caselle di posta elettronica con messaggi per nulla sollecitati. Si tratta qualche volta di siti di commercio elettronico ma ancora più spesso di loro affiliati. Una prima misura internazionale per combattere questa forma di spam potrebbe essere la costruzione di contratti di affiliazione in cui ogni affiliato perde diritto ad ogni commissione passata o futura in caso di ricorso allo spam. Se molti siti di commercio elettronico non sono direttamente responsabili di invasione della privacy altrui, molto spesso sono conniventi e chiudono entrambi gli occhi. La tv è mobile, e i programmi?
Dibcom innovativa società francese ha presentato all'ultimo 3GSM World di Cannes un chip specifico per i device mobili; a quando un annuncio di una società editoriale o di un broadcaster relativo allo sviluppo di contenuti specifici per la mobilità? Non sarebbe male se qualche finanziamento per la tv digitale sovvenzionasse qualche giovane ed innovativo content provider. Tv interattiva?
Qualcuno di tv interattiva sembra non volere sentirne parlare; con 11.000 sterline è possibile avere questo home theater da camera per una fruizione della tv digitale rigorosamente passiva ma alla grande. Se non fosse per il prezzo, questa tv mi convince di più rispetto al decoder sovvenzionato. Signori, per la tv digitale, o mi date nuovi contenuti e servizi oppure mi date una nuova esperienza. A voi la scelta!
Sbatti il blog in prima pagina
Prima o poi doveva succedere; da feticcio di una ristretta cerchia di maniaci del web, il blog ne ha fatta di strada fino ad arrivare sulla prima pagina del Corriere della Sera di oggi. A dire il vero l'autore dell'articolo lo descrive ancora come "diario online" e, se non ho capito male, si tratta in realtà della traduzione di un articolo del Los Angeles Times, ma vedere quella parolina che fino a qualche tempo fa, semplicemente, non esisteva, direttamente sulla prima pagina del giornale più "istituzionale" del bel paese... Una piccola riflessione però: i giornali, in edicola, continuano a perdere copie da anni e dopo aver rinnovato nell'ordine la videoteca, la biblioteca e negli ultimi tempi anche le discoteche degli italiani si apprestano a divenire, gli stessi quotidiani intendo, meri allegati a qualche altro prodotto (un nuovo shampoo? Un buono sconto?) da distribuire in edicola. La cosa curiosa è che, negli ultimi tempi, un accelleratore di questo processo è stato proprio il blog; mi capita infatti sempre più spesso di leggere su periodici specializzati come Affari e Finanza una news "spacciata" come "esclusiva" e della quale in realtà sapevo già tutto (ultimo caso è l'articolo de Il Mondo sullo scontro Alfa/Bmw). Non solo; spesso capita che l'articolo stesso venga ripreso poi da blogger che lo sezionano e, come avviene nella maggior parte dei casi, ne sottolineano i limiti, le inesattezze e l'approssimazione mostrata dal giornalista nella conoscenza dei fatti. E pensare che un tempo bastava avere il proprio nome sul giornale per essere qualcuno :) broadband tv
La broadband tv o Ip Tv, sta andando per la maggiore. Non pensiate però di dovere vedere i vostri programmi preferiti sul pc, ma seduti comodamente in poltrona. Negli Stati Uniti sta avendo grande successo l'offerta di Akimbo Sytems che con il claim your wish on demand offre una serie di contenuti on demand, da vedere sul televisore. Attenzione cari broadcaster, il mondo internet sta correndo. tv digitale in movimento
Non annoiatevi quando parliamo sempre dei soliti noti, ma non è colpa nostra se sono innovatori. Oggi non parleremo di Google, ma di un altro straordinario innovatore sul mercato dell'elettronica di Consumo Samsung Samsung ha presentato il primo notebook in grado di ricevere un segnale digitale terrestre in movimento con una perfetta sintonia. Pensate agli sviluppi futuri.
TV Digitale: chissà se imparano la lezione
Sono oramai oltre quattro anni che mi occupo di tv digitale, qualcuno direbbe da tempi non sospetti. Come avevo già visto ai tempi della new economy, ultimamente vedo entrare sul nuovissimo mercato della tv digitale applicazioni di ogni tipo, per votare, giocare, acquistare... Tutte killer application? L'esperienza inglese, spagnola, sudafricana, svedese, finlandese ci insegnano che quello che la gente vuole è il miglioramento della propria esperienza di fruizione dei programmi televisivi. Che ce ne facciamo di 500 canali in cui votare, giocare, acquistare se questi sono tutti uguali? Justin Judd di Granada Tv è forse uno tra i maggiori esperti internazionali di tv digitale; circa tre anni fa ha dichiarato al Miptv di Cannes: “l’interattività non deve essere considerata per i broadcaster un business nuovo, ma unicamente uno incrementale a quello esistente, tenendo bene a mente che lo scopo è di fare una buona televisione. E’ necessario pertanto essere molto focalizzati sull’utente e fare qualcosa per lo spettatore e con lo spettatore.” Credo che una migliore contestualizzazione tra contenuti e servizi interattivi solo se l'interattività è funzionale all'esperienza dell'utente, possa essere la strada da seguire, altrimenti avremo fatto un passo indietro. Come per internet, anche per la tv digitale datemi una buona ragione ed io interagirò... ma con chi e cosa? Bmw, Alfa like no one
Vi ricordate la querelle dello spot di Alfa contro Bmw? Era un post del 13 gennaio di Giuseppe Mayer. Ebbene la querelle è finita con un pronunciamento del Giurì dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha messo fine alla vicenda. Ognuno rimane della propria idea ma comunque restate all'ascolto ne vedrete ancora delle belle. I blog sordi??
Ok; ora sembrerà che, per chissà quale motivo, ce l'ho contro Repubblica.it (ed in effetti ... il restyling del sito non piace neanche a me), ma, navigando tra i blog del gruppo mi è capitato di vedere in alcuni casi una forma di (non)comunicazione molto interessante. Tra i miei link/preferiti su Firefox trovano infatti posto blog frequentati da pochi irriducibili e blog che sembrano animati da una metropoli di persone, ma non mi era mai capitato di vedere Blog sordi. Un blog sordo è un blog in cui la comunicazione che dovrebbe generare valore per tutti i partecipanti nell'interazione post/commenti ... non c'è; l'autore scrive le sue "cose", i commenti prendono la loro strada (speso assolutamente OT rispetto al tema del post) E' chiaro che la visibilità del nome Repubblica.it è un elemento che può esaltare l'esibizionismo di alcuni nel commentare e tuttavia, in questi casi, o si decide di chiudere i commenti (e allora non hai più un blog) oppure l'autore deve lavorare per creare un minimo senso di gruppo che emargini certi atteggiamenti. Una buona parte dei blog di Repubblica.it rappresentano proprio l'esempio concreto dei limiti della tecnologia nel definire una comunicazione efficace; per creare un blog non è sufficente la piattaforma informatica e non basta avere voglia di comunicare, bisogna avere voglia di ascoltare. ps. by the way, qui trovi un gran bell'esempio di blog seguito e vivo e ... lo tiene un giornalista (e dallo schermo non gli avrei dato due lire) DVR: non è mica fantascienza
Sono oramai anni che scrivo a proposito dell'introduzione del DVR ovvero digital video recorder. Per Sky in Inghilterra è una parte integrante della sua strategia antichurn. Sono sempre più convinto che il DVR arriverà anche nel nostro Paese prima di quanto possiamo aspettarci. La domanda sorge spontanea, chi farà la prima mossa, Mediaset, Sky Italia, il Gruppo Telecom o qualcun'altro? Restate all'ascolto ne vedrete delle belle. Accordo Microsoft-Nokia? Altro che notizia bomba ...
Sarebbe questa la risposta tanto attesa che arriva dai concorrenti contro lo strapotere dell'iPod? E' quello che pensa Zambardino su Repubblica; l'accordo tra i due colossi dovrebbe infatti prevedere l'integrazione del Windows Media Player all'interno dei telefonini della casa finlandese e, sempre secondo Zambardino, "la notizia è destinata a terremotare prima le borse e poi l'industria. Il motivo è nell'abbattimento di un insieme di barriere che avevano finora ostacolato la piena integrazione tra le due forme vincenti di tecnologia portatile in circolazione - il telefono e i lettori di musica." A mio modo di vedere, più che una bomba, è un ottima marketta/pr; Real Player è integrato nei cellulari con Symbian (Nokia compreso) da quasi 6 anni eppure ... non ne è nata una killer application, come mai? Dall'altra parte Windows Media Player è già disponibile in versione portatile per Pocket Pc e, da utilizzatore, posso garantirti che non è il mio player mp3 preferito. Allora? Allora Nokia oggi non è più il padrone del mercato dei cellulari così come qualche anno fa e Microsoft, forse, è stata colta di sorpresa dal successo dell'iPod; ecco che due competitor bastonati (ed in forte difficoltà come è il caso di Nokia) provano a rialzare la testa. Ma non basta una buon articolo di PR per avere un prodotto valido. Chissà cosa succederà quando Nokia e Microsoft (e anche Zambardino) scopriranno che il vero plus dell'iPod è .. il design! CSR un’altra etichetta?
Tarde diceva che la moda è un processo di innovazione seguito da un processo di imitazione. Tutto è oggi soggetto alla moda, anche nel business prevalgono trends che spesso hanno poco a che fare con la razionalità. Molti credono ancora che il CRM sia la panacea per i problemi delle aziende, che veramente un “software” sia in grado di “gestire le relazioni con i clienti”, mentre purtroppo la tecnologia serve solo ad “abilitare” e quindi costruire un “framework” nel quale le relazioni possono avere luogo. Lo stesso discorso vale per un altro acronimo che oggi va tanto per la maggiore CSR che sta per Corporate Social Responsibilty. Si tratta molto di più che pubblicare un bilancio sociale od organizzare qualche campagna sociale per mettersi l’anima in pace. Interessante l’articolo dell’Economist che ci mostra come profitto e ruolo sociale di un’impresa non solo possono coesistere ma costituire un volano per lo sviluppo. Ma attenzione CSR è un tema molto complesso che deve essere ben approfondito. Le mode è meglio che le lasciamo agli stilisti. 2005 boom della pubblicità on line anche per l'Italia?
Molto spesso guardiamo ai dati americani per l'evoluzione delle nuove forme di pubblicità e dei più recenti strumenti di marketing. Per quanto concerne la pubblicità on line per avere dei paragoni più significativi osserviamo di solito con particolare attenzione i dati del mercato inglese, che però rispetto al nostro è sicuramente molto più evoluto. Forse per quanto concerne le sue caratteristiche, il mercato francese è quello più adatto come benchmark. Incoraggianti i dati di Tns Media Intelligence, pubblicati dal Journal du Net che mostrano dati di crescita davvero impressionanti per quanto riguarda la rete come strumento pubblicitario. Vi è ragione di credere che la crescita proseguirà anche per il 2005. Per quanto riguarda il nostro Paese, sono oramai numerosi i responsabili decisori di budget pubblicitari che hanno intenzione di accostarsi in modo "significativo" ad internet. Ora la responsabilità è di editori, concessionarie, centri media e agenzie creative che dovranno lavorare con offerte all'altezza delle aspettative degli investitori pubblicitari. Se vogliamo che internet abbia la stessa dignità degli altri "media", occorre che il livello qualitativo da un punto di vista dell'offerta sia paragonabile a quello già da tempo disponibile su gli altri mezzi. E' questo il futuro digitale che vogliamo?
L'elettronica è femmina
Abbiamo sempre creduto che l'elettronica fosse "roba da maschi", ora un articolo del Guardian ci spiega che ci stiamo sbagliando perchè esistono "gadget elettronici", specifici per ragazze. Finalmente una notizia "politically correct". Come si gestisce una community
Dal blog di Craig Newmark, fondatore di CraigsList Charging for rental listings in NY? Here's our public discussion of this. Essere onesti è così semplice (e così utile per il tuo business), eppure se cerco qualche esempio simile sul web italiano ... non trovo nulla! Mi aiutate? AMAZON a buffet
Interessantissima iniziativa di Amazon, che lancia Amazon Prime: si tratta di una sorta di (per usare le stesse parole del colosso amricano dell'e-commerce) all-you-can-eat sulle spese di spedizione. In pratica con una tariffa flat annuale (79 $ per il momento) si acquisisce il diritto ad avere tutte le spedizioni standard gratis e un forte sconto su quelle overnight. Amazon è resta un modello anche per la capacità di rinnovarsi e inventare servizi originali! Dalle pagine gialle il contrattacco per il business della pubblicità locale
I motori di ricerca e le directories si stanno allargando al business della pubblicità locale, come avete avuto modo di vedere con i vari Yahoo Local, Ask Local, Google Local. Ma come anche alcuni di voi hanno fatto giustamente notare nei loro commenti, le Pagine Gialle non stanno certo a guardare, tanto è vero che il prossimo marzo negli Stati Uniti la Yellow Pages Associations, associazione internazionale che annoverà le più importanti società editrici dei famosi elenchi gialli, ha organizzato una conferenza internazionale, per discutere sulle strategie future. Date un'occhiata al programma e vedrete che la competizione per la pubblicità locale, per i classifieds, è solo all'inizio, state all'ascolto, ne vedrete delle belle L'utilità dei Social Network
Sinceramente sono sempre stato un po' scettico riguardo ai social network. Sì, all'inizio ero entusiasta e facevo di tutto per aumentare il numero di contatti del mio network di Linkedin, ma dopo un po' mi sono accorto che mi sembrava più un'attività fine a se stessa che un qualcosa che mi potesse portere reali opportunità, di qualsiasi natura esse siano. La novità Linkedin Jobs mi ha fatto capire che forse non mi sbagliavo... Il valore del brand
Permettetemi di segnalare l'interessante studio di Value Lab sul brand, pubblicato da Mymarketing, il portale del marketing. Quale futuro per il direct marketing in Italia?
Tutti voi come possessori di un telefono cellulare oppure come titolari di una linea telefonica avrete ricevuto in questi giorni una lettera da parte del vostro gestore circa la pubblicazione dei vostri dati sugli elenchi telefonici. Infatti il Garante della Privacy in data 15 luglio 2004 ha emesso un provvedimento che aveva come oggetto, tra le altre cose, la regolamentazione della pubblicazione dei dati sui nuovi elenchi telefonici, preannunciano l’invio di un modulo al quale i destinatari dovevano rispondere entro il 15 gennaio 2005 con la volontà oppure il diniego circa la pubblicizzazione dei propri dati. In particolare la domanda numero 5 sta suscitando molte polemiche Stiamo oggi assistendo ad una spaccatura; da una parte le associazioni dei consumatori plaudono a questa iniziativa, mentre dall’altra, le diverse associazioni di marketing diretto protestano, ritenendo questa iniziativa lesiva del comparto e che potrebbe de facto se non “far scomparire”, ma senz’altro ridimensionare un settore molto importante nell’economia del Paese. Personalmente ritengo che privacy e direct marketing possano convivere nelle strategie permission based, su cui gli operatori del marketing sui mezzi digitali hanno sviluppato buone competenze. Non è la privacy che uccide il direct marketing, ma lo spam, ma questo, ripeto è un pensiero del tutto personale. Non possiamo certo sapere come andrà finire questa vicenda, certo è che si profila una spaccatura nel nostro Paese tra chi è favorevole e chi è contrario a questo provvedimento. Restate all’ascolto, Google Yellow Pages
Ebbene sì, ancora Google. Ma non è colpa mia se ne fanno una al minuto! Come al solito non sarò obiettivo, ma è veramente perfetto: la grafica, l'usabilità, le funzionalità. Scusate il termine poco tecnico, ma è una vera figata! 5 lezioni sul brand
Molto illuminante l’articolo pubblicato da Business Week sul futuro del brand. Quale futuro per la misurazione delle audience televisive?
E’ inutile “sparare” sull’Auditel, Audiweb, Audiradio &C., sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, poi le polemiche tout court non servono a nessuno. Sono invece utili le pacate riflessioni e i ragionamenti costruttivi. Se ad esempio l’Auditel sta mostrando molti limiti in uno scenario televisivo (quello attuale) popolato da un numero limitato di canali (anche se come si sa, alla fine quelli più visti, rimangono i primi 10), una misurazione basata esclusivamente su un panel, per quanto ampio esso sia, diviene assolutamente inefficace quando ci troviamo ad affrontare la multicanalità e la coesistenza di centinaia di canali televisivi tra piattaforme alternative di distribuzione. In particolare; 1)errori statistici o sotto o sovra rappresentazioni anche di un solo punto percentuale possono fare la differenza in modo ancora più evidente dopo la transizione alla tv digitale Il problema della misurazione delle audience è troppo importante, al centro ci sono interessi troppo grandi. Le questioni da affrontare sono davvero complesse, vale la pena di essere pragmatici; sappiamo tutti che i vari Auditel sono strumenti fortemente imperfetti, ma fintanto che non disporremo di valide alternative, dovremo tenerceli. Non ho dubbi che quando la tv diventerà digitale sul serio, i criteri di misurazione dovranno essere misti (quali-quantititativi), ma sicuramente i problemi di cui sopra non potranno essere risolti a livello nazionale. Non potremmo non tenere conto dello stato dell’arte della misurazione a livello internazionale, perché la misurazione delle audience televisive, che ci piaccia o no, è un business i cui giochi si disputeranno a livello internazionale. Mettiamoci per il momento quindi il cuore in pace. Branding o direct response sui media interattivi?
E' sempre più acceso il dibattito in Italia se internet debba essere più adatto per campagne di branding o di direct response. Gli americani che su questi temi sono davvero pragmatici hanno superato i nostri sofismi e già da tempo lavorano sulle strategie di brand response in cui hanno individuato opportunamente metriche di branding e direct response da utilizzare congiuntamente per le misurazione delle campagne interative. Basta dire che internet accresce la brand awareness altrimenti se paragoniamo internet alla tv non ne usciamo più. Non si tratta di evitare la discussione, ma di passare oltre perchè è fuorviante. Nuove metriche, nuove sfide. Dai motori di ricerca un attacco al business delle pagine gialle
Prendiamo un Paese come l'Italia, la cui struttura industriale è composta da piccole e medie aziende. Prendiamo anche un Paese come gli Stati Uniti, in cui una gran parte del business si genera a livello locale. Pensate solo alle compagnie telefoniche, ai service provider che per quanto grandi, spesso non competono sul territorio nazionale. Molte imprese locali hanno costruito un sito ed ora lo vogliono promuovere, ma non sono interessate ad avere visitatori tout court, bensì a potenziali clienti dislocati sul territorio locale. Quali alternative hanno per la promozione del loro sito? Sicuramente le Pagine Gialle anche interattive, i siti di annunci come Secondamano, le directories specializzate, oppure testate locali come Quotidiano Nazionale Per tutti questi soggetti arriverà ben presto la concorrenza dei motori di ricerca locali che vogliono estendere il loro business e offrire uno strumento efficace anche alle PMI che operano in un ambito locale. I principali motori di ricerca locali come Ask Local oppure come Google Local sono ancora dei prototipi in sperimentazione, l'indicizzazione dei contenuti locali riguarda solo il territorio statunitense, ma si intuiscono già fin d'ora tutte le potenzialità. Per questo posso permettermi di azzardare una previsione: da qui ai prossimi due anni, qualcosa succederà nell'ambito dell'informazione e della pubblicità locale e i protagonisti verranno dal mondo della rete. tv digitale, internet, mobile e MEdia interattivi
Tv digitale, internet, mobile e MEdia interattivi. Attenzione Maurizio, c'è un errore di digitazione. No... per nulla scrivo MEdia perché intendo MEdia e non è certo una mia invenzione. Leggendo l'articolo di Cory Treffiletti what about me? what do I want? mi sembra di capire che non sono l'unico a pensare che la progressiva digitalizzazione dei media porterà a maggiori possibilità di scelta da parte dei diversi pubblici (visto che sempre di più si frammentano) e quindi l'esigenza di programmi, contenuti, progetti di comunicazione meno autoreferenziali; eppure mi sembra di vedere ancora troppi siti che parlano delle aziende, dei loro prodotti, quando invece, come molti, vorrei che parlassero di me. Ha ragione Cory, what about me? Da internet la competizione per le audience televisive: ecco il primo round.
Solo pochi giorni fa Matteo Balzani ha riportato la notizia del lancio di Google Video, un nuovo innovativo servizio di ricerca che consente di fruire di screenshot di programmi televisivi andati in onda recentemente. Come beta tester, sto partecipando ai gruppi di discussione su come migliorare il servizio proprio perché Google Video non è all’avanguardia su questo fronte come si potrebbe pensare. Si è infatti da pochissimo affacciato sul mercato un temibilissimo concorrente si tratta di Blinkx video search, che se pur in versione beta sta mostrando tutte le sue potenzialità. Come ben illustrato nella sezione introduttiva del sito, Blinkx Tv non solo consente di ricercare sul web contenuti audio attraverso parole chiave come Google Video, ma utilizzando gli Smart Folders, è possibile una organizzazione ed una fruizione degli stessi in modalità offline, ad esempio con un palmare. Gli Smart Folder consentono poi un aggiornamento costante dei contenuti audio e video man mano che essi si rendono disponibili in rete sull'argomento precedentemente selezionato. Provate a digitare sul motore di ricerca una parola chiave o un argomento o un nome (esempio Michael Jackson) per essere in grado di vedere contenuti video che hanno trattato dell'argomento in questione. Sta a voi stabilire quanto precisa deve essere la ricerca (esempio Michael Jackson trial). E’ cominciata una nuova guerra dei motori di ricerca che in un futuro meno lontano di quanto pensiamo, competeranno direttamente per l’attenzione delle audience, per i contenuti televisivi. Ecco perchè pur non essendo mai stato il mio lavoro, mi sto occupando attualmente della progettazione strategica dei palinsesti televisivi. Nei prossimi anni la penetrazione del DVR, lo sviluppo del broadband e di nuovi tool di ricerca dei contenuti televisivi oltre che la frammentazione delle audience richiederanno un nuovo approccio strategico alla programmazione televisiva. I broadcaster sono avvertiti. internet, la tv digitale, il brand ed il valore per il pubblico
Circa due anni fa lo IULM, ha organizzato un bell'evento per fare il punto sul ruolo del brand nella società attuale. In tale occasione i presenti in sala hanno particolarmente gradito l'intervento lucido e molto denso di significati di Guido Barilla, il cui discorso mi è apparso molto sincero ed accorato. Riassumendo il suo pensiero così si è espresso Guido Barilla a proposito del nuovo ruolo di un brand: " il brand oggi è fin troppo carico di significati. C’è troppa confusione tra pubblicità ed informazione e tra bisogni e desideri. Il consumo è spinto da mezzo a fine (corporate greed) e ciò innesca una spirale negativa. La marca ha delle responsabilità (CSR) e deve lavorare sulla credibilità, ristabilendo un nuovo patto con i consumatori. La marca è stata costruita soprattutto attraverso la pubblicità, ma è la comunicazione biunivoca che costruisce il nuovo patto di fiducia. La marca deve costruire relazioni e non solo transazioni". |