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E' la concorrenza, Baby!
Dura la vita di chi, dopo anni vissuti da monopolista, si ritrova all'improvviso a doversi confrontare con la concorrenza; si rischiano reazioni scomposte e cadute di stile. E' un pò quello che sta succedendo ad una azienda di firenze, ex monopolista, che si occupa in toscana della vendita di gas; nelle ultime settimana la società fiorentina ha fatto appendere all'interno dei portoni di buona parte dei condomini nel territorio comunale un foglio promozionale dal titolo "Attenzione alle informazioni false ed illecite". Ne ripubblico qualche stralcio per far intendere il tono di questa comunicazione.
"In questi giorni, alcune agenzie di procacciamento affari stanno proponendo, casa per casa, un nuovo contratto di fornitura gas a favore di una società concorrente.
Molti nostri Clienti ci segnalano illeciti comportamenti commerciali riferiti sia all'offerta sia alle argomentazioni con le quali questa offerta viene presentata ... Ricordiamo a tutti che si può recedere da un contratto, anche già firmato, entro 7 giorni, senza alcuna spesa." Ecco, ci sono almeno tre ragioni per cui, da cliente di questa azienda, ho trovato irritante questa comunicazione. 1. se, come azienda, siete a conoscenza di illeciti siete pregati di fare nomi e cognomi; diversamente è solo fumo negli occhi per spaventare chi potrebbe essere interessato ad una alternativa al vostro servizio. 2. trovo un filino offensivo che si parli di "tutelare il cliente"; io mi tutelo da solo, grazie mille! Dalla azienda, ripeto, ex-monopolista, mi aspetto un servizio di fornitura che sia eccellente ed una gestione del servizio all'altezza, ma nessuna tutela, grazie! 3. Sotto il logo dell'azienda campeggia, bella grande, la scritta "Quelli che ci sono veramente" Ecco, cara azienda, ho un messaggio per te; sono io (cliente) a decidere se voi ci siete o no e, ancora, se ci sarete per altri 200 anni o se morirete domani. Siete voi sotto tutela del cliente e non il contrario; questa è una lezione che evidentemente questo ex-monopolista non ha ancora compreso. A proposito di usabilità
Il problema dell'usabilità dei progetti di comunicazione digitale è molto dibattuto in Italia tanto e vero che ci sono diversi siti, articoli e libri che ne parlano diffusamente anche se molto spesso vengono approfonditi più i requisiti formali più che sostanziali che afferiscono alla sfera dell'usabilità dei contenuti. Molto meno diffusa è infatti la cultura dell'usabilità del marketing. Mi spiego meglio, sono ancora poche le imprese che si interrogano in profondità sull'impatto che le loro strategie di comunicazione e di marketing hanno nei confronti dei loro pubblici. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Una buona parte dei siti web aziendali, ad esempio, sono ancora "autoreferenziali", i contenuti concepiti soprattutto in funzione di chi "emette il messaggio" e non di chi "ne fruisce" Alla crisi generalizzata dell'attenzione e alla progressiva frammentazione delle audience si continua a rispondere con la ripetizione del messaggio e con la sua spettacolarizzazione, poiché qualcuno in virtù di una folta letteratura disponibile sul marketing esperienziale, ritiene che la risposta sia la "teatralizzazione del marketing". Questa strada che in alcuni casi ha funzionato molto bene, in altri si è rivelata scarsamente efficace. Di usabilità del marketing se ne sta parlando molto poco, per questo ho cominciato a scrivere su questo argomento, con l'obiettivo di diffonderne la cultura. Ma il marketing non dovrebbe per sua definizione porre il cliente al centro dell'attenzione? In teoria si, ma come ognuno di noi sa molto bene, questo avviene molto raramente. C'è purtroppo un totale disallineamento tra la promessa che viene fatta in pubblicità e l'esperienza reale vissuta quotidianamente nei momenti e nei luoghi di contatto con un brand, come ho già avuto modo di scrivere In quale modo i mezzi interattivi come un blog, un sito web, un buon call center, i chioschi digitali, le newsletter e via discorrendo, possono essere ridisegnati in termini di progettazione dei contenuti per realtà diverse che hanno obiettivi e necessità differenti e che si rivolgono a pubblici differenti? Questo è forse un tema che non è stato dibattuto a sufficienza nel nostro Paese. Utilizziamo spesso a sproposito il termine interattivo, senza averne compreso a pieno tutti i risvolti. Che cosa è realmente l'interattività, in che modo può accrescere il valore di un progetto di comunicazione agli occhi di chi lo deve fruire? Questa mancanza di cultura è ancora più evidente se esaminiamo i primi progetti di pubblicità interattiva sulla televisione digitale terrestre. Stiamo facendo le prime esperienze con le tecnologie digitali, ma abbiamo bisogno di lavorare molto su nuovi linguaggi, per arrivare a far compiere alla "comunicazione" quel salto qualitativo che le permetta di colmare il gap ancora troppo ampio tra le aspettative spontanee o indotte e le esperienze realmente vissute" dai clienti attuali e potenziali destinatari delle diverse campagne. Modificare per un'impresa il proprio approccio di comunicazione senza adattare la propria organizzazione in una direzione più orientata al cliente sarebbe davvero un lavoro incompiuto, per questo dovremo lavorare più intensamente per una comunicazione ma anche e soprattutto per un marketing più usabile. Amazon non è più un modello!
Jakob Nielsen, nel suo ultimo Alertbox, afferma che Amazon non può più essere considerato un modello per quanto riguarda il web design dei siti di e-commerce. Vi consiglio di leggere l'articolo, perchè devo dire che ha proprio ragione! Vi anticipo che anche Nielsen, come me, ritiene che Amazon sia tuttora il miglior sito di commercio elettronico al mondo, ma effettivamente è arrivato ad un punto tale di notorietà e ricnoscibilità che ciò che vale per Amazon non è detto che funzioni per "gli altri". Lo so, parlo quasi solo di Google e Amazon, ma lo faccio perchè apprezzo il loro essere leader in modo dinamico, senza appiattirsi sul proprio successo e continuando ad innovare. Credo sia per questo che restano e resteranno leader ancora per un bel pezzo! Google Personalized Home: RSS e nessuna paura dei competitor
Non so quanti utilizzino la Personalized Home di Google al posto della home page classica. Io sì! Da oggi è stata aggiunta una nuova feature: in alto a sinistra (clicca sull'immagine per ingrandirla) c'è il bottone "Add content", che permette di inserire contenuti esterni ma anche propri, come per esempio i bookmarks. Due cose mi hanno particolarmente colpito (a parte il continuo sforzo per aggiungere servizi, funzionalità e tools, e sempre gratis!): la prima è la possibilità di visualizzare anche gli RSS, la seconda è la presenza tra i contenuti predefiniti di link di diretti competitor. Riguardo agli RSS è solo la conferma che il motore di Mountain View crede molto in questo nuovo mezzo. Prima la possibilità di inserire gli annunci di AdSense sui propri feed e ora questo, con il probabile sviluppo futuro di un aggregatore. Per quanto invece concerne la concorrenza devo dire che sono stupito. Nella sezione "Lifestyle" uno dei link segnalati è quello del canale viaggi di MSN, mentre in "Fun" c'è la possibilità di inserire Ask Yahoo!. MSN e/o Yahoo! metterebbero mai un link a Google in questo momento? Lo so, sono noioso, ne parlo sempre bene. Sono io poco obiettivo o sono loro a fare sempre qualcosa di cui non si può che parlare bene? update!: ne parlano anche loro sul Google Blog Filativa
Via WOMMA, scopro questa inziativa online di Fila: un nuovo sito che, tra le altre cose, ospita i blog dei designer delle varie aree di prodotto, con l'intento di farli interagire con i visitatori del sito. Rob McClellan, direttore di Fila Online ha specificato che : “We didn’t want a forum on the site–they don’t get used. This is different. It’s a way for the designers to tell consumers a little bit about themselves, and hopefully, have the consumer feel connected to one or more of the designers. The next generation of product will be influenced by the feedback we receive in the blogs.” Un approccio senz'altro interessante, ma , per quanto ho visto, al momento totalmente riservata al mercato nordamericano. Blog Corporate? Sono gli utenti a volerlo!
Qualche settimana fa abbiamo condotto all'interno del network di siti che appartengono al gruppo editoriale per il quale lavoro, un sondaggio sul mondo blog; la rilevazione era aperta a tutti i visitatori dei siti (esclusi IP doppi) e tuttavia, indipendentemente dal loro valore statistico, i risultati ottenuti sono, a mio modo di vedere, decisamente interessanti. Partiamo dai numeri: il 47% degli utenti web sanno cos'è un blog. Un buon numero, in particolar modo se si considera che spesso i visitatori frequentano un blog senza neanche sapere che si tratta di qualcosa di diverso da un sito editoriale tradizionale. Tra coloro che conoscono lo strumento blog, poco meno della metà (il 46,8%) gestisce uno o più blog a contenuto "personale" (il 22% del campione) con finalità diverse che vanno dal "puro ludo" al lavoro. Passando al tema del blog corporate il 37% di chi ha risposto al sondaggio crede che si tratti di uno strumento potenzialmente utile nei rapporti tra azienda e clienti; la percentuale sale fino al 78,7% se si considera solo il segmento di chi conosce il blog. E' invece decisamente carsa la conoscenza di strumenti "avanzati" come l'rss; solo il 14% del campione sa di cosa si tratta. Brand Extension? no... Extended Business
Se siete un piccolo produttore di tecnologia e non avete un brand affermato e non avete grossi budget da investire in comunicazione, potete sempre seguire l'esempio di Numark, un'impresa che ha deciso di cavalcare la tigre Ipod, ma per un mercato estremamente di nicchia come quello dei dj dilettanti per feste davvero in. Come potete poi vedere dallo store di Skype sembra che Logitech abbia sostituito Plantronics come partner per gli accessori come le cuffie con microfono per la telefonia peer to peer. Nei prossimi mesi assisteremo ad una competizione molto serrata sul versante degli accordi di cobranding, comarketing e cobusiness che riguarda il crescente mercato degli accessori, degli oggetti di culto della rete e dintorni. Podmarketing?
Ormai fa figo far cominciare tutte le parole per pod, quindi ero molto contento di aver pensato alla parola podmarketing, salvo poi scoprire che era già stata utilizzata da tale Frank Salerno il 1 luglio... Che sia originale o meno questa parola a mio modo di vedere ha senso eccome! L'iPod è attualmente l'epicentro di una tempesta mediatica, on e off-line, di rara intensità: è il must have del momento, accomuna smanettoni e newbies, non ha più a che fare solo con la musica, non è più solo uno status symbol, ci sono centinaia di libri dedicati. Il termine "lettore Mp3" non si usa più: ipod è come scottex, kleenex, post-it.
E' per questo che si può a pieno titolo parlare di podmarketing: tutto ciò che ruota attorno a questo oggetto fa discutere e riscuote interesse, e le iniziative sono le più varie e disparate. Confermati i trend di investimento della pubblicità per il 2005 e 2006
Gli investimenti in comunicazione e pubblicità sono in crescita e lo saranno ancora anche nel 2006, anche se in misura minore rispetto alle previsioni di inizio anno. Diversi centri media hanno rivisto le loro stime (al ribasso). La rivista Adweek conferma una tendenza oramai consolidata, aumentano sempre di più gli investimenti in pubblicità sui mezzi digitali ed interattivi e l'advertising mix tende a riequilibrarsi a sfavore della televisione, i cui investimenti si stanno riducendo. Oramai è chiaro che gli investitori pubblicitari ritengono che i ritorni della pubblicita televisiva siano sempre meno interessanti e cercano nuove modalità per entrare in contatto con i loro pubblici. Sono convinto che le rilevazioni non tengano ancora in dovuto conto di tutti quegli investimenti in comunicazione alternativa, quello che gli americani definiscono "unconventional branding" che nei prossimi cinque anni crescerà molto. Occorre tenere ben presente che un approccio tattico dei nuovi strumenti non convenzionali di comunicazione si è spesso rilevato deludente. I destinatari di queste campagne sono nella maggior parte dei casi in grado di valutare la "sincerità" del messaggio e hanno sviluppato la capacità di individuare le "campagne furbe". Per quanto riguarda il nostro Paese sarebbe un grave errore, assimilare le nuove tecniche di comunicazione, senza un lavoro approfondito sull'evoluzione della Comunicazione che in pochi anni è cambiata in modo radicale, ma sembra che pochi se ne siano accorti. Il vero competitor di Google? L'Rss!
Mi risveglio dal torpore estivo per segnalare (via Micropersuasion) l'analisi di Kavin Hale sull'importanza dell'Rss e sulle ripercussioni che il suo sviluppo può avere anche per il futuro di Google. L'articolo mi sembra davvero illuminante nell'inquadrare il tema della rilevanza delle informazioni e dei suoi attributi (velocità di aggiornamento, flessibilità degli strumenti d'accesso etc) Cito un breve passo: "I think what they (Google ndr) are afraid of is the rise of applications that seem to be tracking importance and trends better than search. In the race to find what deserves face-time, services like del.icio.us, Technorati and Digg.com in combination with the rapid adoption of web apps like bloglines, newsgator, feedster and kinja are making Google’s search seem very, very slow. And it’s all being accomplished with RSS technology." Buona lettura! Yahoo! in difficoltà?
Durante un recente pranzo con Mauro, abbiamo discusso delle potenzialità dei concorrenti di Google e ho espresso le mie perplessità circa le strategie di molti di questi. La mia sensazione è che Yahoo! stia soffrendo in maniera particolare la prolificità di progetti e la flessibilità dell'azienda di Mountain View. Un'azienda mastodontica come Microsoft è normale che trovi al suo interno i maggiori problemi per reagire, ma Yahoo! dovrebbe ancora beneficiare di un processo decisionale snello, libero da intrecci strategici e visioni di lungo periodo. Eppure i segnali positivi stentano. Le prime analisi del bilancio rilasciato ieri, pare stiano supportando queste sensazioni: calo di profitto dalla pubblicità e calo di pagine viste. Nonostante questo il risultato operativo genera $368 milioni di guadagni (!). Se lo spazio e il tempo per ritornare vermente gli innovatori di internet stanno contraendosi, le risorse non mancano. Forse occorre "solo" impiegarle un po' meglio? O forse è solo un problema di comunicazione? I-spot il premio per la pubblicità interattiva sulla tv digitale visto dall’interno
Questa sera ha avuto luogo la premiazione della prima edizione del premio per la pubblicità interattiva sulla tv digitale, concorso fortemente voluto da Rai e da Sipra per promuovere la ricerca su nuovi linguaggi per la comunicazione interattiva sulla televisione che verrà. Anche io ho deciso di parteciparvi e vorrei raccontarvene la storia. La storia inizia nella prima metà del 2003 quando ho avuto modo di lavorare come consulente per Sipra per lo sviluppo e la razionalizzazione di nuovi formati pubblicitari per il digitale terrestre. Erano infatti diversi anni che lavoravo sui nuovi modelli di comunicazione interattiva per la televisione digitale, e avevo anche iniziato a svolgere attività di formazione e partecipavo ad eventi per sensibilizzare il mercato (che non c'era) sulle nuove forme di comunicazione pubblicitaria per il digitale terrestre così come avevo già fatto anni prima per il web advertising. Con grande determinazione in pochi mesi Sipra ha progettato un primo sistema di offerta per la televisione digitale che ha presentato in un affollatissima conferenza stampa allo Smau 2004. Nel frattempo, come era già accaduto per internet, una buona parte di agenzie di pubblicità e centri media non hanno nascosto il più totale disinteresse per le nuove opportunità espressive relative alla pubblicità sul digitale terrestre. Quelle da me contattate mi hanno candidamente detto, che i tempi non erano maturi e che quindi trovavano prematuro affrontare l’argomento. Sempre in autunno, nel mese di ottobre sono stato invitato da Claudio Honegger al Marketing Forum a bordo della Costa Allegra, per tenere un seminario sulla pubblicità interattiva per la tv digitale terrestre che ha riscosso un discreto successo tra i direttori marketing che vi hanno partecipato. Con grande fatica nei mesi successivi Sipra ha messo in onda i primi spot interattivi e le prime telepromozioni interattive e anche Publitalia ha lavorato intensamente per definire un’offerta pubblicitaria per la televisione digitale terrestre. I clienti investitori pubblicitari si sono subito mostrati interessati, mentre la gran parte delle agenzie pubblicitarie (tranne poche importanti eccezioni) molto più fredde. Quando Sipra ha annunciato di volere lanciare I-spot un premio per la pubblicità interattiva per la televisione digitale terrestre, ho deciso che avrei accolto la sfida e che vi avrei partecipato. Visto che a bordo della nave in cui si era svolto il Marketing Forum, ho conosciuto Filippo Manetti, direttore marketing dell’Istituto Europeo di Design, ho deciso di fargli visita e di proporgli di partecipare al premio Rai. Lo IED è una fra le scuole di comunicazione più innovative in Europa e ha mostrato fin da subito interesse, l’unico ostacolo era la loro scarsa conoscenza del mezzo tv digitale interattiva. Quando gli ho proposto di organizzare un breve seminario di specializzazione con la collaborazione di Kora, un’agenzia specializzata nei mezzi interattivi, sapevo che lui non avrebbe potuto rifiutare e così infatti è stato. Abbiamo organizzato il corso sulla pubblicità interattiva per il DTT e con nostra grande soddisfazione tutte le aziende innovative che abbiamo contattato per patrocinare l’iniziativa hanno accettato. Abbiamo così potuto lavorare su progetti di aziende ed organizzazioni del calibro di Nike, Alcatel, Prenatal e Asl di Milano. Terminato il corso, i ragazzi di IED, seguiti da due docenti di comunicazione, si sono subito messi al lavoro con grande impegno producendo due telepromozioni interattive, uno spot interattivo ed un DAL (dedicated advertising location) che abbiamo deciso di iscrivere al concorso. Questa sera alla premiazione abbiamo ricevuto tre premi speciali, due per Alcatel come migliore campagna di T-commerce e come migliore campagna di T-governement ed uno per Nike, come migliore campagna ideata da una scuola di comunicazione. Il presidente della giuria Carlo Freccero, in apertura di serata ha dichiarato che occorre fare di più. “La poca conoscenza del mezzo ha un po’ bloccato la creatività; ci sono tante buone idee in potenza, ma ancora poche riescono ad attuarsi”. Ha perfettamente ragione, manca ancora una cultura della interattività e questa non può essere improvvisata, ma richiede un lungo lavoro teorico e sul campo. Complessivamente le Scuole di Comunicazione non possono lamentarsi, hanno presentato in tutta obiettività le migliori proposte (noi del gruppo Ied, i ragazzi dell’Accademia di Comunicazione di Milano e quelli del Politecnico di Torino mentre le agenzie tradizionali non hanno saputo allontanarsi dai soliti schemi.) E’ adesso? Ho tanti dubbi e poche certezze e mi chiedo: - quando cominceranno le agenzie di pubblicità italiane ad investire in ricerca e sviluppo sui nuovi linguaggi, in modo serio? - troveranno lavoro i tanti nuovi talenti che ho avuto modo di vedere al lavoro? - oseranno un po’ di più gli investitori pubblicitari e premieranno le proposte innovative anche se un po’ fuori dagli schemi? - la smetteremo di piangerci addosso per gli scarsi risultati ottenuti ai vari festival internazionali (in primis Cannes) e ci rimboccheremo le maniche per proporre una creatività che non sia fine a se stessa ma in grado di dare valore sia ai destinatari sia agli investitori pubblicitari? - sarà servito a qualcosa lo sforzo fatto dalle Scuole di Comunicazione nel presentare i primi progetti creativi per il digitale terrestre? Il mio invito per il mondo della Comunicazione è quello di dare maggiore spazio alla ricerca, alle nuove forme creative, ma soprattutto ai giovani. Sinceramente sto trovando il mondo della Comunicazione un po’ chiuso e stranamente poco aperto all’innovazione. Ho voluto documentare questa serata, perché solitamente amo stare dietro le quinte, lavorare per grandi progetti in silenzio, ma questa volta sono sceso allo scoperto, perché la posta in gioco è troppo alta: vorrei dare il mio contributo cercando di unire il talento di tanti professionisti (alcuni dei quali ruotano attorno ad Imli) per diffondere la cultura dell’interattività e vorrei gettare quindi un sasso nello stagno. E' ora di sperimentare, sbagliare ed imparare. Ci vuole coraggio. Mi sono reso conto che scrivere ed organizzare convegni di successo non basta più. Ecco perché ho deciso di scendere in campo. Il mondo del marketing e della comunicazione ha bisogno di nuovi modelli e di nuovi paradigmi, vogliamo provare a costruire qualcosa di concreto? Se gli spazi non ci sono, noi ce li prenderemo per un marketing più usabile ed una comunicazione più rispettosa delle persone che troppo spesso vengono considerate solo in quanto consumatori/consumatrici Torneremo mai agli splendori di Carosello? io me lo auguro vivamente. Logos for sale
Una breve "provocazione" (proviene dal buon Seth Godin) circa il reale significato del logo. Pixellogo è un sito dova si trovano centinaia di loghi per ogni tipologia di business, pronti all'uso, a partire da poche centinaia di dollari. Ho navigato un po' tra le varie categorie e devo dire di averne visti alcuni veramente interessanti. Ma non è questo il punto. Blog, istruzioni per l'uso: le persone pensano e non si fanno manipolare
I blog possono essere molto efficaci come strumento di comunicazione, ma anche molto pericolosi. Un suo recente post in cui è stato richiesto ai frequentatori del suo blog, di utilizzare un servizio a pagamento anzicché quelli disponibili gratuitamente in rete, per permettere agli stessi di incontrarsi ed organizzarsi in modo più attivo, ha scatenato le loro ire, soprattutto alla luce di post precedenti, come questo e questo. Per questa proposta Beppe Grillo è stato infatti molto criticato soprattutto dalle persone che lo seguono più fedelmente. Il blog di Beppe Grillo nonostante sia un sito di grande successo, sembrerebbe non ascoltare i suggerimenti, le critiche e le opinioni della sua base di frequentatori, infatti a differenza di altri blog, a parte il post iniziale, Beppe Grillo non sembra partecipare alle varie discussioni che contribuisce a creare. Da osservatore del mondo della comunicazione interattiva, ho seguito con grande interesse anche se in modo passivo il fenomeno Blog di Beppe Grillo e questo episodio mi ha fatto comprendere alcune cose sui blog: 1) i commenti sono molto importanti e parte integrante di un blog, occorre pertanto prestare attenzione alle persone che si prendono il disturbo di scrivere 2) quando si utilizza un mezzo interattivo è molto importante non solo l'ascolto attivo, ma anche la conferma che quanto gli altri scrivono viene effettivamente preso in considerazione. 2) il successo non è eterno, va conquistato giorno dopo giorno 3) trasformare l'attenzione in partecipazione attiva è un processo lungo è certamente non facile 4) non importa quanto un blogger sia popolare, può essere smentito o contestato in ogni momento. La fiducia è un processo di lungo periodo. Può venire revocata nello spazio di un click. Si aggiunga...
Mi inserisco anche io nel filone dei "pensieri laterali" per introdurre una questione che mi sta molto a cuore. Se il DNA "biologico" trascrive se stesso, ed è normale che sia così, il DNA "culturale" (e delle conoscenze/competenze tecniche/manageriale) è invece ricombinante. Si lascia "inquinare" ben volentieri...basta volerlo! Penso che nel campo dei media (che in questo periodo sto conoscendo da vicino) e in particolare quello dei media digitali, ci sia un forte bisogno di lavorare anche con spirito immaginativo. I media digitali, fortunatamente, stanno ancora evolvendo. Penso che in questa fase, ma in verità sempre, l'ideale non sia quello di affidarsi alle tecniche di marketing accademico; ciò che ognuno dovrebbe sperimentare è l'andar a cogliere gli stimoli in campi poco o per nulla collegati all'ambito professionale. Personalmente ho sperimentato che è così che nascono le idee. SKYPE è entrata nel marketing
SKYPE è un'azienda da prendere a modello per diversi aspetti: nasce da un'idea geniale ma tutto sommato non di difficile realizzazione; è riuscita a creare un brand forte e "cool" con poche spese e molto passaparola; ha trovato il giusto mix tra free e fee; ha un corporate blog ben fatto e lo sa usare; ha creato una community di utenti/clienti. Ma anche le idee geniali hanno bisogno del marketing! L'iniziativa promozionale che attualmente Skype sta lanciando sul proprio sito e sul proprio blog sono i Free SkypeOut Days: giorni "speciali" durante i quali gli utenti registrati avranno la possibilità di redimere un credito per 10 minuti di telefonate gratis verso telefoni fissi e cellulari (le chiamte Skype-to-Skype sono sempre gratis, e lo rimarranno, a sentire loro). Considerando che gli utenti di Skype in tutto il mondo sono nell'ordine dei milioni la cosa non è di poco conto. E ovviamente questo più che un regalo agli utenti già registrati è una call-to-action (utlimamente abuso di questo termine...) per i potenziali nuovi utenti. Quello che mi piac edi più è, come anche per Google, il tono, ovvero il registro che utilizzano per relazionarsi agli utenti: We wish every day could be a Free SkypeOut Day, but that would make us bankrupt. So our accountant says we can have 4 of them this month On Free SkypeOut Days you will find a “get a free Skype gift” button on your account page. Click on it before it disappears at the end of the day. Then, ‘hey presto’, you’ll be able to claim your SkypeOut credit. It’s our little gift to you. We hope you like it Probabilmente la concorrenza si fa serrata, essendo il VoIP il settore caldo del momento, e quindi Skype cerca di acquisire nuovi clienti e di fidelizzare il più possibile gli attuali. Beh, che dire, la strada sembra quella giusta! Una nuova "prospettiva" nella comunicazione ovvero guida all'uso dei farmaci
In un mio vecchio post ho proposto un parallelo tra il marketing e la pittura. Oggi vorrei proporre un nuovo parallelo tra la pubblicità e la farmacologia. In questo sito si definisce assuefazione da un punto di vista farmacologico un fenomeno caratterizzato da una diminuita efficacia dei farmaci sull'organismo, dovuto ad un aumento della soglia di sensibilità cellulare ai farmaci stessi oppure ad un aumento della loro metabolizzazione tessutale. Parallelamente, possiamo definire assuefazione da pubblicità il fenomeno per cui l'efficacia di una campagna pubblicitaria diminuisce, in seguito a ripetute esposizioni per una sorta di accresciuta resistenza culturale o per la capacità di attivazione di filtri di protezione dall'overload di messaggi pubblicitari. Nel soggetto assuefatto ad un determinato medicamento quest'ultimo risulta inefficace oppure manifesta l'effetto originario solo a dosi più elevate di quelle terapeutiche. In pubblicità la sovra esposizione di un messaggio di una campagna di comunicazione può risultare inefficace oppure manifestare l'effetto originario solo a dosi più elevate di quelle "terapeutiche". L'eccessiva assunzione di farmaci non solo può essere poco efficace, ma risultare controproducente. In pubblicità l'eccessiva esposizione a messaggi e a forme di comunicazione sempre più intrusive non solo può essere poco efficace, ma risultare controproducente. Quando un trattamento non è efficace molto spesso non serve aumentare le dosi, questo sito suggerisce di a) verificare se la diagnosi è incompleta o scorretta
a) verificare se brand promise e brand delivery sono coerenti E' sconsigliabile curarsi da soli, meglio fare affidamento ai consigli di medici qualificati; mai dare retta ai consigli di amici e parenti, ogni caso è un caso a sè.
Per l'efficacia di una campagna di comunicazione è molto importante la volontà di offrire valore ai propri interlocutori. Per guarire non basta agire solo contro il dolore, occorre rimuovere le cause del malessere o della malattia. Per progettare una buona comunicazione, non basta fare uso di incentivi o gratificazioni istantanee, occorre lavorare in profondità in comunicazione altrimenti l'efficacia sarà solo transitoria come quando si prende un'aspirina. Funziona, ma solo nel breve periodo. Happy birthday Amazon
Il 16 luglio Amazon festeggia 10 anni di attività, e lo fa in grande stile! Il main event è un concerto che verrà trasmesso in streaming sul sito a partire dalle 5 del pomeriggio con Bob Dylan e Norah Jones. Come festeggiamento non mi sembra male. Pochi giorni fa avevo criticato il restyling della toolbar, ora "torno all'ovile" e faccio tanti auguri al miglior sito di e-commerce del mondo! I am fine
For all of you who are asking if I'm fine, well I am. I am in Italy in these days. Lunga è la strada...
Una ricerca del Customer Respect Group sul gradimento dell' "online customer service" dei siti delle 100 maggiori aziende americane ha prodotto risultati francamente sconfortanti. Solo 6 aziende hanno raggiunto il giudizio "excellent" e comunque solo un terzo (29) ha raccolto rating positivi (good) mentre le restanti 65 sono state giudicate negativamente. Terry Golesworthy, president del Customer Respect Group osserva che solo le aziende che realizzano la maggior parte del proprio business online raggiungono rating soddisfacenti e sottolinea come invece nessuna azienda dovrebbe permettersi il lusso di ignorare i propri utenti online, indipendentemente dalla quota di fatturato che ne deriva direttamente. Piacere Kijiji...
Metto un po' di avvistamenti nello stesso post sia per mancanza di tempo sia per non intasare l'home page di IMlog, sia perchè oggi mi va così :) #1] eBay ha ufficialmente presentato Kijiji con una mail. Probabilmente ha aspettato che le categorie fossero abbastanza piene e che il prodotto fosse avviato, anche se già da tempo il link era presente nel footer del sito di aste. #2] Anche i siti di e-commerce sperimentano il corporate blogging. Via MarketingVox ho scoperto Flypaper, il blog del noto sito di abbigliamento BlueFly. Il blog è perfettamente integrato con il sito (stessa toolbar) e il tono è molto friendly, con i post di Laura e Wendy (errore: non c'è una presentazione delle autrici nè una loro "collocazione" nell'azienda). Per un sito di e-commerce il corporate blog è potenzialmente più "pericoloso" e di conseguenza la scelta di Bluefly è molto coraggiosa. A giudicare dai commenti però non è molto visitato, nonostante il lancio in home page del sito sia abbastanza marcato. #3] Via MarketingProfs una utile lista di 7 cose da NON fare per lanciare un nuovo prodotto, non necessariamente sul web. A prima vista può sembrare banale, ma credo che per ogni punto possano venire in mente diversi esempi di aziende, anche importanti, che avrebbero fatto meglio a leggersi questa lista. #4] Via WOMMA un bel white paper (.pdf 603kb) sul perchè la gente scrive le recensioni dei prodotti online.
Una DAB? No, grazie!
Del DAB (Digital Audio Broadcasting) ne parlai circa un anno e mezzo fa. Pare che mentre nel resto dell'Europa, quanto meno in UK, le iniziative per diffondere questa nuova tecnologia di comunicazione si stiano moltiplicando; da noi invece mancano delle firme per far partire un investimento da 150 milioni di Euro e permettere così ai servizi di cui parlai a suo tempo di diffondersi e agli investimenti in ricerca e contenuti di moltiplicarsi. Che ci siano i soliti interessi da discutere? Nel frattempo guardiamo il fiume che scorre. La "manutenzione" ...
Da ieri sera e fino a pochi minuti fa, il nostro dominio è stato disabilitato dal servizio tecnico del nostro provider di hosting, Aruba. Sembrava infatti che il trackback di MovebleType generasse un qualche tipo di processo di loop in grado di far addirittura bloccare la macchina su cui siamo ospitati (e di conseguenza tutti gli altri co-inquilini); abbiamo chiamato, scritto e urlato contro il "servizio clienti" tutto ieri sera e oggi, per una mezza giornata, ma solo dopo aver messo in cc anche il loro ufficio marketing ci hanno ridato la possibilità di lavorare su MT per togliere la funzione trackback. Senza parole... Ci scusiamo con chi frequenta questo blog per il disagio; faremo il possibile affinchè simili problemi non si verifichino più, in primo luogo valutando un altro provider (si accettano suggerimenti)! Grazie per la pazienza
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