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Quanto navigano gli italiani?
Da una ricerca dell'European Interactive Advertising Association il numero di ore passate su internet in Italia risulta essere il più basso in Europa (8 ore) addirittura il 40% in meno rispetto alla Francia, dove si trovano i navigatori più incalliti (13 ore). Qui il comunicato stampa con i dati essenziali della ricerca. Guardando il bicchiere mezzo pieno, ciò significa che durante la settimana un utente italiano in media passa più di un'ora e mezza connesso ad internet. Senza ovviamente considerare il week end. Guardando il bicchiere mezzo vuoto, invece, la diffusione delle connessioni ADSL a tempo (sono più del 40% del mercato delle ADSL secondo la presentazione di Telecom fatta all'ultimo IAB forum) sta influenzando il modo in cui gli italiani usufruiscono di internet, con tutto ciò che ne deriva per chi internet la utilizza come mezzo di comunicazione. Nanopolemica
Mentre Gianluca Neri e il buon Zambardino, alimentano inutili polemiche sul futuro del nanopublishing, sul business che c'è, non c'è, ci sarà, o che ci potrebbe essere, gli americani, discutono sul futuro dei business model dei blog, ritenendo che il problema oggi non sia quello di definire tout court un business model per i blog , ma di scegliere quello più appropriato visto che i modelli cominciano a moltiplicarsi. Lo so anche io che l'Italia non è l'America, ma che ci costa dare un po' di fiducia ai "nanopublisher" che stanno lavorando senza dar fastidio a nessuno e non hanno bisogno di grossi investimenti. Se son rose fioriranno, altrimenti non saranno stati fatti grandi danni. Tutta questa polemica mi suona sospetta. A chi stanno dando fastidio i nanopublisher? Distributori automatici come nuovi canali di vendita
I confini di mercato per l'elettronica di consumo allora si allargano, mutano e con loro cambiano logiche di vendita e marketing. In alternativa ai canali di vendita tradizionali, se ne sperimentano di nuovi come le "vending machines" ossia le macchinette da cui siamo soliti acquistare merendine e coca cola. Si pensi alla notizia della recente installazione di due Vodafone QuickPhone a Manchester da cui è possibile acquistare tre tipi di cellulare a partire da £30. I modelli cambiano mensilmente e possono essere corredati direttamente al distributore automatico di una SIM pre-caricata. Oppure al distributore automatico di iPod installato da Zoom Shop all'aereoporto di Atlanta. E' collegato via gprs o umts alla centrale per la gestione del magazzino e il monitoraggio del suo funzionamento, perciò riduce al minimo l'utilizzo di personale. Insomma alcuni dispositivi elettronici sono diventati così comuni ed hanno un marketing così solido da poter essere venduti ai distributori automatici? Che ne pensate?...Una cosa è certa se lo dovessero fare anche in Italia, dovrebbero mobilitare un paio di uomini della Folgore per proteggere il distributore! :) La nuova SuperEva
L'argomentazione di questa tesi fatico a ricordarmela, sicuramente non sono stato attento :) Crisi dello spot da 30"?
Non è sicuramente un problema di Napster che torna a comunicare alla grande. BzzAgent: passaparola 'pungente'
In pratica i "buzzer" hanno un proprio account tramite il quale vedono le campagne attive, scelgono la campagna più adatta e si candidano come BzzAgents. Una volta approvati ricevono un campione del prodotto, una serie di informazioni, una guida e le indicazioni di dove e come creare il "movimento". Il meccanismo è sicuramente interessante (tant'è che secondo B. lo usa anche la sinistra italiana...) e, a giudicare dai clienti, anche redditizio. Fossi un'azienda con un brand di un certo tipo però sarei un po' preoccupato del fatto che "gente" sconosciuta vada in giro a parlarne. So che un importante operatore di telefonia sta per lanciare un'iniziativa simile. PS: hanno anche un blog Advertising: il nuovo che avanza
Quando dico che stiamo entrando in una nuova era del digitale, non credo proprio di esagerare. Quando affermo che la pubblicità televisiva è destinata ad essere rivoluzionata, non è una boutade. Ecco perché insisto a gran voce: concentrarci sui formati pubblicitari e sulle tecnologie non ci porterà lontano, se non avremo ben compreso l'evoluzione dei modelli di fruizione dei contenuti digitali. Intanto che qui si attendono tempi migliori, Tivo sta già lavorando sulla possibilità di fruizione dei programmi televisivi sull'Ipod e sulle consolle di gioco. Per favore non dite che il business è as usual. Non è il caso. Promo via RSS
... e Beta fu! (Google Base)
Cosa fa GBase? In soldoni, come riportato sul blog ufficiale "Google Base enables content owners to easily make their information searchable online. Anyone, from large companies to website owners and individuals, can use it to submit their content in the form of data items. We'll host the items and make them searchable for free." Due sono le caratteristiche di prodotto che, personalmene, trovo particolarmente interessanti: in primo luogo, rispetto alle offerte già disponibili online, tutto è estremante semplificato (in stile Google direbbe Matteo :) ) con guidelines ridotte all'osso e formati di annuncio flessibili (esistono degli standard, ma l'utente può crearne di nuovi). In secondo luogo, fin da subito, GBase pone una netta "separazione" tra l'inserimento annunci per privati da un lato e aziende dall'altro; per i primi l'inserimento avviene via web con una interfaccia utente interattiva, molto semplice e personalizzabile. Per i secondi invece è già disponibile uno strumento per l'upload massivo di annunci (bulk upload) attraverso il quale, ad esempio, una agenzia immobiliare, con un costo di sviluppo vicino allo zero, può "esportare" TUTTI i suoi annunci in un file XML da uploadare (e quindi rendere ricercabile da Google) sulla piattaforma Base. All'inizio di questo post ho scritto che l'obiettivo di BASE è "non dichiarato"; in realtà sul blog ufficiale di Google è possibile leggere che questa versione Beta "is another small step toward our goal, creating an online database of easily searchable, structured information." Tuttavia, riducendo i costi di gestione drasticamente rispetto alle strutture tradizionali e generando contemporaneamente una utilità senza precedenti per i futuri inserzionisi, GBase rappresenta senza dubbio l'inizio di una nuova era per il mercato degli annunci online (e non solo). I nodi del digitale terrestre
Sull'argomento Tv digitale terrestre ne ho scritto abbondantemente su IMlog. Avevo espresso diversi dubbi a proposito dell'interattività in televisione in questo post, ma credo ancora che se diversamente gestita, la transizione alla tv digitale possa costituire una grande opportunità per il nostro Paese. Siamo ancora in tempo per cambiare rotta? Chi si loda...
Non è molto bello lodarsi o vantarsi dei propri risultati, ma per questa volta permetteteci di segnalarvi che grazie a tutti voi che postate, commentate o semplicemente leggete IMlog siamo al 12° posto in classifica tra i blog italiani più visitati secondo la classifica di Alexa. Considerando l'argomento trattato non è poi così male, no? :) La Top 100 di Technorati invece non ci considera minimamente, ahinoi, ma il problema è noto e dipende dal redirect dell'url. Magari prima o poi sistemeremo anche questa cosa. Alla fin fine non ce ne viene in tasca nulla, però son soddisfazioni. AeroBlog
Ho sempre bisogno di creatività (HSBC)
Di nuovo una pubblicità che mi fa e che fa pensare. Anche in questo caso non so chi sia l'agenzia, ma la creatività è una delle mie preferite in assoluto. Nessuna interazione fisica, questa volta, ma una serie di riflessioni non banali. Il claim? "Isn't it better to be open to other people's points of view?". Mi dispiace per la qualità delle immagini ma non potevo fermarmi e non c'è stato verso di bloccare il tapis roulant :) TIVOglio bene caro DVR
Massimo Moruzzi sembra quasi meravigliarsi della notizia riportata dal New YorkTimes relativa ad una ipotesi di partnership tra Yahoo e Tivo che consentirà agli utenti Tivo di programmare il proprio registratore digitale dal web, dai rating tv pubblicati da Yahoo, oppure di vedere le proprie foto in televisione ripescandole dalla propria repository su Yahoo Photo. La direzione è oramai segnata. Google, Yahoo e Msn, si stanno più che preparando per essere protagonisti nell'arena televisiva, in cui il reale protagonista sarà l'utente e le sue scelte. Intanto sembra che anche Blinkx.tv stia per chiudere importanti accordi ed intanto sta lavorando per catalogare nuovi contenuti prodotti dagli utenti come video blog e videopodcasting.
Con alcuni amici in zona Madison Avenue, scommettiamo sulla moltiplicazione dei formati pubblicitari entro i prossimi 6 mesi per quanto concerne il mercato televisivo statunitense. Per l'Europa dobbiamo attendere le modifiche alla direttiva Tv Sans Frontières che gli operatori del mercato pubblicitario auspicano da tempo, ma è questione di poco. I "bene informati a Bruxelles" ritengono che tutto questo non avverrà entro l'anno, ma sicuramente nel primo trimestre 2006. In Italia agenzie pubblicitarie e centri media cominciano a dare i primi segnali di interesse. (Era ora)
Zucca virale
Secondo quanto riportato sul sito www.mettetevelonellazucca.it, che prende il nome ovviamente dal claim delle campagne pubblicitarie dell'azienda, è di "portare un'ulteriore ventata di freschezza nel mondo della comunicazione finanziaria". Devo dire che ci riesce: i 5 video sono molto divertenti (il mio preferito è quello del maiale) e non sono affatto "pubblicitari", anzi, sono del tutto slegati dal business di ING. A volte il viral marketing è visto con scetticismo o addirittura criticato, adducendo motivazioni che vanno dall'inutilità, alla perdita di tempo, alla negatività per il brand. Nel caso specifico ING non ha certo bisogno di fare ulteriore branding o di utilizzare questo sito per ottenere nuovi clienti. Semplicemente l'obiettivo, se lo interpreto correttamente, è quello di costruire una corporate image più friendly, cosa non facile per un istituto di credito, ed utilizzare la brand awareness acquisita con una coomunicazione serrata per creare nuove relazioni col pubblico. In ogni caso ING Direct si conferma un'azienda capace di comunicare online e in grado di sfruttare meglio della maggior parte dei competitor (se vogliamo considerare competitor le altre banche). Strategia oceano blu: vincere senza competere
La citazione non è casuale; forse proprio ispirati dal testo di Sun Tzu, gli autori di Strategia Oceano Blu, attraverso una analisi diacronica dei casi di successo aziendali in diversi settori (automobilistico, informatico, etc), si pongono come obiettivo la formulazione di un processo creativo ("ricostruzionista") in grado di permettere l'apertura di un nuovo mercato (inesplorato e quindi in grado di offrire migliori opportunità) riducendo contemporaneamente i fattori di costo, gli elementi di rischio ed evitando lo scontro con i propri competitor. Insomma, perchè nuotare in un oceano infestato da squali e rosso sangue quando si può creare un oceano blu, libero da concorrenti e con grandi opportunità di crescita? Perchè insistere nella microsegmentazione di un mercato già saturo quando con una innovazione di valore sulla propria offerta si può "sbloccare" un mercato largo ed incontestato? Il processo attraverso il quale, secondo gli autori, è possibile "vincere senza competere" è descritto nel libro in modo articolato e con un ampio ricorso a case history, ma in questa recensione voglio soffermarmi su alcuni elementi di questo processo che ho trovato particolarmente stimolanti per il mio day by day. In primo luogo mi ha colpito la rilevanza che viene data alla componente "visiva" nell'analisi funzionale per la ridefinizione dei confini di un mercato; secondo gli autori le stimolazioni visive sono uno strumento fondamentale non solo per descrivere lo stato delle cose, ma anche per stuzzicare la creatività dei manager e stimolare il dialogo tra diverse unità operative. Inoltre, solo attraverso un approccio di tipo visivo è effettivamente possibile una analisi di follow up che chiarisca un prima ed un dopo rispetto alla propria offerta di valore. Su questo tema mi ripropongo di approfondire (suggerimenti di lettura sono ben accetti ... sempre :) ) Un altro tema di grande interesse, almeno per me, è quello relativo al "target costing"; l'obiettivo qui è ridefinire il processo di pricing di un particolare prodotto/servizio a partire non dal margine che si vuole ottenere (ovvero prezzo-da definire meno costo definito), ma dall'utilità che si vuole generare. In questo quadro il costo non è più un valore dato, ma è "target di costo" variabile in funzione delle particolari caratteristiche di un mercato in un particolare dato momento storico. Per raggiungere questo "target" gli autori propongono diverse soluzioni: ad esempio la riduzione della quota di investimenti in fattori competitivi non cruciali o ancora la ridefinizione del modello di pricing di un particolare settore (es. dalla vendita di videocassette al noleggio); insomma, passando da un modello centrato sul margine ad un modello centrato sull'utilità generata la voce di costo diventa una variabile sulla quale lavorare per raggiungere un margine di profitto desiderato. Ultimo spunto che vorrei condividere con voi è la distinzione proposta dagli autori tra innovazione di valore e innovazione tecnologica pura; la prima ha a che fare con il business, la seconda a che fare con la "ricerca" e sono, per motivi evidenti, due mondi con obiettivi e storie differenti. Si pensi all'email, "inventata" negli anni '70, ma diventata killer app solo nella seconda metà degli anni '90 o alla tecnologia RSS creata per Netscape nel 2000 e di cui oggi tanto parliamo anche su IMlog, ma che di fatto è utilizzata solo da poco più del 10% di chi usa internet in italia; di fatto, se si vuole ridurre al minimo il rischio di fallimenti, bisogna sempre declinare la propria offerta di modo da interessare un target il più possibile esteso e non solo una nicchia di tecnoappassionati (come il sottoscritto :) ) prendendo il meglio della tecnologia, ma senza confondere la tecnologia con il prodotto. Insomma, davvero un ottimo libro, quasi un manuale operativo attraverso il quale comprendere meglio e guidare le dinamiche dell'innovazione in azienda; consigliato! Microsoft Live (beta)
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