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Prove di citizen journalism, ma che sito brutto!
Capitato per caso sul sito del free press City, ho scoperto una, a mio modo di vedere, interessante iniziativa di user generated content denominata "Ora Scrivi Tu". In pratica ai lettori online viene data la possibilità di scrivere un articolo, magari corredato anche da foto, inserirlo in una particolare rubrica e, dopo convalida, vederselo pubblicato online; francamente non so se gli articoli vengono poi pubblicati anche sull'edizione cartacea, ma mi sembra comunque un esperimento interessante da segnalare. Fa da contrappeso a questa iniziativa il sito, davvero inusabile; ecco un modello, secondo me, di cosa NON fare con Flash, che è una tecnologia bellissima, ma quando è fine a se stessa e non risponde ad esigenze di navigazione rischia solo di confondere. Senza considerare che il sito in questione è visibile SOLO con Internet Explorer; se infatti provate a visualizzare http://city.corriere.it/ con Firefox, ad esempio, l'esperienza che vi troverete a vivere è straniante; la pagina si scompone, i link su flash fanno cilecca, etc etc. Per carità, non è certo dal sito che un free press genera la quota maggiore dei suoi ricavi, ma visto che dovevano realizzarne uno, forse, un progettino di navigazione potevano tirarlo giù con qualche test multipiattaforma, no? links for 2006-03-30
IMlavoro: Keyword Advertising Specialist
DADA S.p.A. (www.dada.net) è leader in Italia nel settore delle community e dellintrattenimento via web e via cellulare ed è a capo di un gruppo interamente dedicato allo sviluppo di attività e servizi di Rete.
Il candidato curerà la promozione on line delle aziende clienti utilizzando gli strumenti del Search Engine Marketing, in particolare gestirà campagne keyword advertising, pay per click e pay per action, al fine di generare visite di qualità, massimizzando i tassi di conversions ed il ritorno dell'investimento. Requisiti fondamentali Titoli Preferenziali Sede di lavoro: Firenze Per candidarti a questa offerta di lavoro manda una mail con i tuoi dati essenziali a recruiting@dada.net specificando nell'oggetto "DADA - Keyword Advertising Specialist - IMlog"
Le PMI italiane ed il WEB - 2a parte
Non è il prodotto/servizio a fare la differenza ma la relazione. Nella prima parte di questo articolo, ripensare il marketing, si sono evidenziate le diverse modalità di approccio al web delle imprese italiane e come ancora ci si trovi davanti ad aziende hightech (quindi in grande confidenza con il media Internet) ed aziende lowtech (cioè ancora poco avvezze all'utilizzo di un media strategico come il web). Il fermento di questi ultimi mesi però mi induce a pensare che finalmente la maggior parte delle PMI si stia accorgendo che non salire sul treno della rete si può rivelare un film drammatico per il futuro delle imprese; questa fretta che possiamo anche assimilare all'ansia da risultato porta però a prendere decisioni troppo avventate o comunque poco ponderate che si tramutano poi nella progettazione e nella realizzazione di siti che si rivelano, rispetto al sistema internet, come strumenti poco idonei alla realizzazione di una corretta politica di marketing web. Si pensa ancora che il sito sia solo una mera vetrina o comunque uno strumento che non serve a vendere, e non c'è nulla di più sbagliato. Affrontare il web con superficialità o con poca conoscenza del media porta alla dispersione delle risorse ed al raggiungimento di scarsi risultati rispetto alle aspettative; di contro un'analisi approfondita relativamente alle modalità comunicative, ai sistemi di ottimizzazione dei siti web, all'utilizzo ed alla presenza strategica nei motori di ricerca, consente, come dimostrano numerosi studi in merito, il conseguimento di eccellenti risultati. Quindi il pensiero, ancora prima che ad una visualizzazione grafica del sito, va alla definizione di una precisa e concreta strategia di comunicazione web atta ad ottenere ed instaurare una consolidata e duratura relazione con il target di riferimento. Oggi conosciamo tutto rispetto a prodotti/servizi, non ci sono segreti, non esistono listini che possano rimanere riservati; il mercato è quindi alla ricerca di qualcosa di differente, che sia distintivo, caratteristico, che dimostri stile e coerenza, trasparenza ed accessibilità, che consenta un dialogo real time e che ci faccia sentire partecipi e coinvolti emotivamente: il mercato cerca la relazione. Bisogna che tutto il sistema azienda sia proiettato alla creazione di una ragnatela relazionale condivisa ed inserita adeguatamente nelle prassi e nelle modalità operative, essendo consci che solo partendo da una profonda conoscenza del mercato, dei clienti acquisiti e dei prospect, si possa affrontare il futuro con personalità e caratteristiche distintive. La gestione della informazioni e la capacità di analisi rispetto a quanto emerge durante "la relazione" consente l'ottimizzazione del rapporto prodotto/cliente e di instaurare un clima di fiducia e di affetto verso la marca che oggi, molto più di quanto si possa credere, si rivela determinante. Ma la relazione è qualche cosa di più profondo di un semplice scambio di informazioni di primo livello, sottintende la capacità di operare attraverso l'ottica del Precision Marketing ( Marketing di precisione, cioè mirato espressamente ad un piccolo segmento del target di riferimento) ed al rapporto One2One (uno ad uno, considerando il mercato come sistema di singole persone uniche ed irripetibili, assimilabili si a micro segmenti, ma sempre e comunque persone). Il web consente di attivare un sistema relazionale profondo, concreto ed estremamente importante. Le grandi aziende lo hanno intuito e lo stanno applicando; le PMI ci stanno arrivando, alcune con passi da sprinter altre ancora non hanno sentito il colpo dello starter. Gli strumenti ci sono, il media è perfetto (anche se perfettibile), il mercato è pronto; mancano, in alcuni casi, la visione rispetto a quanto ottenibile attraverso il web, la volontà di approfondire l'argomento o, e questo è ancor più grave, la capacità imprenditoriale di mettersi in discussione. Affrontare il mercato a viso aperto significa mostrare il fianco, i propri pregi e le proprie debolezze, ma è proprio questo che il mercato vuole, trasparenza, dignità ed umiltà. Davanti a queste modalità comunicative la relazione prende vita, si scalda, diventa costruttiva, partecipe, consente alle imprese di migliorarsi ed ai clienti di ottenere un prodotto/servizio sempre più "tagliato a misura" modello "drop" per intenderci. Il sito web, le news letter, la precisione e-mail marketing, i form per il dialogo con il cliente, i forum, i gruppi di interesse... quante sono le possibilità di incontrare il proprio mercato? Lascio a voi la riflessione in merito. Prima di chiudere questo articolo desidero però aprire un'altra porta del corridoio internettiano: Non si può prescindere dal fatto che oggi la maggior parte degli acquisti effettuati off line (cioè acquisti non fatti in internet ma nei negozi B2C o nei luoghi deputati al B2B) sia guidato ed influenzato da internet. Meditiamo imprese, meditiamo! links for 2006-03-25
links for 2006-03-23
Lycos + spam engine= Comundo.it
Dubito che nei progetti di Michael Mauldin o Bob Davis ci fosse quello di creare uno spam engine, quando nel lontano 1994 nasceva il motore di ricerca Lycos. Tutto sommato e per i primi anni, le cose per Lycos sembravano procedere al meglio. L’acquisizione di Tripod e Whowhere. Poi la vendita a Terra Networks che dopo un anno, nel 2001, vende Lycos alla coreana Daum Communications. Mettiamoci il crash delle dotcom con la concorrenza di Google come motore di ricerca e la dominanza di Yahoo nei web portal e le ragioni del declino appaiono abbastanza chiare. Più oscuro rimane un altro passaggio. Ossia la necessità di un azienda di affidare il proprio brand e il proprio business model ad una pratica, quella dello spamdexing, molto poco politically correct, e soprattutto, almeno in linea teorica, di breve veduta, considerando gli algo dei vari motori che si evolvono o almeno dovrebbero evolversi. Questa politica è poi contro ogni decente guideline che miri a contenuti e servizi di qualità invece che a tricks for dummies. Perchè se anche motori di ricerca li inganni in mille modi, anche con gli spam engine di cui si è scandalosamente dotata Lycos, i navigatori, specie i più attenti, li inganni meno facilmente. Tutto questo per dirvi che se vi capitasse di trovarvi sulle pagine di Comundo.it, sappiate fin d’ora che state navigando in uno spam engine di Lycos.Speriamo non sia tutto qui quello a cui si riduce il search marketing model che i vary player hanno da offrire. links for 2006-03-21
Marketing Forum (sconto per gli IMloggers)
Business International, società del gruppo "The Economist", organizza il 30 marzo a Milano il Marketing Forum, "Nuove strategie per il marketing Made in Italy nello scenario globale". Gli utenti di IMlog hanno uno sconto del 30% (700 € + IVA invece di 1.000 € + IVA). Per utilizzarlo è sufficiente andare a questa pagina e selezionate IMlog nella colonna a destra. Poi magari se qualcuno ci va ci fa anche un bel post su IMlog :) links for 2006-03-17
Freakonomics
Freakonomics in realtà non è un libro sul marketing, tantomeno su quello online. Levitt è una specie di guru dell'economia statistica ma molto lontano dai paludati ambienti universitari (pur insegnando alla Chicago University) che ha come scopo principale chiarire, spesso stravolgendoli, in nessi causali tra avvenimenti apparentemente scollegati. Ma soprattutto è stupefacente come riesce a smontare teorie apparentemente solide mostrando che quello che veniva identificato come causa in realtà non è che una correlazione, mentre altri fattori non presi in considerazione intervengono in maniera decisiva. Il tutto, ovviamente, supportato da dati inoppugnabili. Per un bambino è più pericolosa una piscina o una pistola? Cos'hanno in comune gli insegnanti e i lottatori di sumo? Perchè gli spacciatori di droga vivono ancora con le loro madri? Quanto contanto i genitori per l'educazione dei figli? Che impatto ha avuto la legalizzazione dell'aborto negli USA con la diminuzione del crimine? PS: ha anche un blog :)
links for 2006-03-16
Pubblicità regresso
Dopo il post di Federico di ieri, la saga degli annunci illegal sembra continuare. Chi si dovrebbe muovere per modificare questa situazione, sta dimostrando di avere i piedi chiodati. E' tutta una questione di fiducia
Oggi su Repubblica.it, ho trovato banner (in realtà skyscraper e leaderboard) con delle facce strane e il logo di eBay. La landing page infatti è questa: www.faipiuaffariafidarti.it La fiducia è un tema cruciale per l'e-commerce, in particolare poi per un operatore come eBay, tramite il quale sono privati (quasi sempre) a vendere. E' molto interessante il modo in cui viene presentata questa iniziativa: le immagini sono quasi grottesche, mentre il contenuto è molto serio. Addirittura vengono riportate le testimonianze di "esperti" di diverso genere: un esperto di fiducia in senso sociologico, Gianpaolo Fabris, un esperto di fiducia in campo economico, Alan Friedman, e un esperto (...) di nuove tecnologie, Carlo Massarini. Il messaggio ovviamente è "fidarsi è bene, fidarsi di più è meglio" e direi che tutto l'"ambaradàn" messo su funziona. Che siano tutte e 3? :) Asian preteen sex???
Tempo fa, quando lavoravo per un motore di ricerca dalle belle speranze, introdussi (era l'anno 2000) un sistema di filtering delle ricerche che avrebbero potuto portare a risultati di ricerca pedofili e pedopornografici; il filtro era molto semplice e veniva attivato (usavamo il Perl all'epoca) con la combinazione di determinate keys (tipo: preteen + porn); ne parlarono anche i giornali e una trasmissione di Canale 5, ma nessun altro SE fece mai nulla di simile (i mean: the big players); dopo anni la situazione è rimasta invariata; guardate qui. Lasciamo stare i piccoli algoritmi crescono (come direbbe Jacopo), ma qui mi sembra veramente che ci sia menefreghismo totale; ci si affida a una directory scoppiata, non aggiornata e prezzolata come Dmoz per determinare l'affidabilità dei siti (ecco l'apporto umano, troppo umano di Google) e non si ha il minimo controllo (stop keys e stop function) per chi indicizza siti con evidente scopo di promuovere il turismo sessuale con le minorenni. A me fa schifo. Don't be evil (for free). SES: sconto del 20% per gli IMloggers
Grazie a Marco Loguercio, co-fondatore ed amministratore unico di SEMS, nonchè collaboratore di IMlog, tutti gli imloggers hanno a disposizione uno sconto del 20% per l'iscrizione al Search Engine Strategies che si terrà il 26 e 27 aprile a Milano. Per usufruire dello sconto è sufficiente inserire il codice 20SEMS nel form di iscrizione, oppure indicarlo direttamente al banco iscrizioni del SES. Grazie a Marco e a SEMS. Aspettiamo anche un resoconto finale dopo l'evento :) Web 2.0: è ancora roba di Google!
Giusto ieri parlavo con un collega dell'MBA delle nuove aziende nate con la prospettiva del web2.0, delle opportunità di business e dei (potenziali) rischi per Google etc. Dato che siamo lontani (io firenze, lui milano) ho creato allora un documento su Writely (word processor online e ... free) con l'obiettivo di condividere con questo collega info, riflessioni e link sul tema. Notizia di ieri: Google ha acquistato Writely... ma non avevano detto che loro volevano occuparsi solo di search? :) Google come la Fiat?
Il mio amico Jacopo mi ha sottoposto stamane il link di ThreadWatchche parla del nuovo brevetto di Google. Si tratta di una specie di 'corollario' rispetto al patent che qualche mese fa attirò l'attenzione di tanti esperti di SE. Beh, sinceramente mi fa un po' sorridere questo dichiarazionismo tecnicistico di Google, che sembra sempre di più finalizzato - con un'opera di propaganda (agli esperti) più che di 'agitazione' a colmare le lacune ormai evidenti che - proprio perché ancora... il più grande e migliore motore di ricerca al mondo - dovrebbe fare arrossire i dirigenti di Google e incazzare un pochino anche i suoi utenti. Spiego perché: tutto quello che sta scritto nei due ultimi brevetti è molto condivisibile; in questo momento non sono affatto preoccupato del fatto che Google possa diventare un Grande Fratello occulto (certo gradirei che ci fosse più trasparenza di quella che sinora hanno dimostrato da Mountain View); il problema vero è sapere quando tutte queste 'belle cose' saranno realizzate. Vi faccio alcuni esempi; io sono proprietario di alcune decine di domini che precedentemente avevano un contenuto e ora ne hanno un altro; anzi non hanno nessun contenuto ma portano con un redirect apache a un altro sito (tutti allo stesso sito); questa operazione è stata realizzata 25 giorni fa; i siti in oggetto raccolgono centinaia di migliaia di pagine indicizzate dal grande motore di ricerca e alcune sono posizionate molto bene sia in Italia sia all'estero; queste pagine vengono visualizzate con keyword le più varie che nulla hanno a che fare con il contenuto del sito a cui puntano ora lato server. Bene, io pensavo che al primo passaggio, Google si accorgesse dell'inganno e non solo eliminasse le pagine dall'indice, ma bannasse i suddetti siti (non quello di destinazione ovviamente perché non sarebbe giusto). Bene, dopo 25 giorni non è successo nulla di tutto questo e ogni giorno circa 5000 utenti unici italiani cercano - magari - un modello di bmw usata e si trovano sul mio sito (di...entertainment). Il fatto è che Google è passato e passa ogni giorno su queste decine di siti e ha anche modificato alcune descrizioni e titoli dei siti stessi, pur non togliendo nemmeno una pagina. links for 2006-03-09
links for 2006-03-08
Tivo programmabile anche dai telefonini
Come rivelato da AP NEWS WIRES, Tivo, starebbe per annunciare un accordo con Verizon Wireless, per consentire ai propri utenti di programmare il proprio DVR dal telefono cellulare. Si tratterebbe del secondo accordo, dopo quello chiuso con Yahoo, volto a consentire di espandere le funzionalità del DVR oltre i set top box e quindi per portare la televisione oltre il televisore. Le solite fonti ben informate rivelano che importanti annunci che interessano le tv digitali verranno fatti nel corso del Miptv che si svolgerà a Cannes nella prima settimana di aprile. Stay tuned. Search Engine Marketing in crisi? Si, no, boohh... Macchè!
Ho avuto modo di partecipare alla recente tappa nuovayorkese del Search Engine Strategies (evento che farà tappa anche a Milano alla fine di aprile), ed in alcuni momenti mi sono trovato di fronte una situazione contraddittoria: da una parte l'ennesimo record sia di pubblico partecipante (oltre 6.500 secondo gli organizzatori) sia di aziende espositrici, dall'altra una domanda posta da molti sottovoce, quasi con timore: "ma quanto durerà il boom del search marketing?". Probabilmente è vero, negli Usa nel 2006 (o forse nel 2007) per la prima volta il search marketing potrebbe registrare un rallentamento nella sua folle corsa, ma ritengo questo una cosa del tutto naturale, visto che, come in questi giorni hanno scritto molti giornali, alla fin fine il tempo che passiamo a cercare nei motori è il 5% del tempo complessivamente passato online (e le aziende, scoperta l'efficacia del web attraverso i motori, vogliono cercare di raggiungere in maniera altrettanto efficace il proprio target anche nel restante 95% del suo tempo passato su Internet) o che, come invece ha detto Chris Sherman, associate editor di SearchEngineWatch.com, "Google has optimized the black box as much as it can to squeeze the most revenue out of its advertisers. There's a limit to how good the algorithm is going to get", e quindi il re dei motori deve guardare al di là delle ricerche per incrementare il fatturato ed arrivare ai fantomatici 100 miliardi di Dollari. Il Search Engine marketing entra quindi ora nella sua fase più interessante e stimolante, quella della sua "maturità", di un utilizzo più avanzato delle possibilità offerte (integrando il search con il behavioral marketing, per fare un esempio), senza limitarsi a fare qualche doorway page o ad acquistare a casaccio parole chiave attraverso il pannello self service dei network pay per click. links for 2006-03-03
Blogging4Business: how blogs can help and hurt your business
Il prossimo 4 aprile al Marriott di Londra si terrà Blogging4Business, un evento che si preannuncia molto interessante e completamente concentrato sul mondo dei blog e del corporate blogging. Scopo dell’evento è quello di addentrarsi in questo nuovo strumento che ha rivoluzionato la comunicazione online e di fornire una full immersion (anche perché l’evento durerà solo un giorno) su come un corporate blog e la sua relativa gestione possano favorire o meno il proprio business Blogging4Business è organizzato dalla Custom Communication, società specializzata nel giornalismo on-demand e fondata da Matthew Yeomans e Bernhard Warner, i quali peraltro hanno aperto un blog. I punti chiave che verranno dibattuti durante la conferenza sono i seguenti: 1) Perché aprire un blog Se siete interessati a conoscere chi saranno gli speaker che interverranno, potete andare qui per una parziale presentazione. Il mestiere di pubblicitario
Ho conosciuto Maurizio Sala nel 1996, al primo convegno di Internet Marketing in Italia, che ho organizzato per la rivista Internet News al Centro Congressi di Assago a cui Maurizio ha partecipato come relatore. Maurizio non è solo uno dei più geniali pubblicitari in Italia, ma anche e soprattutto una mente aperta proiettata al futuro. Uno dei pochi creativi ad avere compreso oltre dieci anni fa, le potenzialità dei new media per la comunicazione. Da allora è diventato vice presidente del Gruppo Armando Testa e presidente dell'Art Directors' Club. Spero che l'amico Fabrizio Bellavista, non se ne abbia a male se riporto integralmente un'intervista a Maurizio Sala rilasciata alla rivista Adv L'utente di pubblicità (numero di dicembre05-gennaio06). Il nostro mestiere (il pubblicitario ndt): accogliere il futuro La sfida del mercato di oggi si chiama "mettiamoci a studiare". Serve più competenza sul nuovo: sui nuovi media e conseguentemente sui nuovi linguaggi, sulle nuove forme di aggregazione dei target, sulle nuove tecniche produttive e sulle nuove tecnologie in grado di rendere sempre più interattivo e easy-to-live il messaggio della marca. Le nuove opportunità sono direttamente proporzionali alla voglia del sistema di rimettersi in gioco di ridisegnarsi in termini di competenze professionali e strutture operative. Chi primo cambia, meglio alloggerà. Il modello agenzia di pubblicità così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi, si avvia al suo definitivo tramonto: troppo rigido, troppo costoso a fronte di un ritorno di risultati meno soddisfacente di una volta. Servono strutture più snelle e multicompetenti sui vari aspetti della comunicazione. Però per aiutare questo trapasso verso una maggiore efficacia a vantaggio di tutti, primi i clienti ovviamente, è necessario che tutti concorrano a ridefinire le regole del gioco. Non si può chiedere ai propri consulenti di cambiarsi radicalmente, di investire in nuove competenze e contemporaneamente tagliare le loro commissioni in continuazione al ribasso e invitarli in quindici alla stessa gara. Se la marca desidera maggiore efficacia, deve a sua volta aiutare il sistema ad evolversi, non può limitarsi a stare a guardare senza cambiare in niente le proprie consuetudini. Ricordiamocelo, per favore, sui prossimi tavoli di discussione intersettoriale. Nei prossimi due anni avremo in modo massiccio il digitale terrestre nelle case europee e nessuno ha compreso che se verrà usato come all'inizio venne usata internet, cioè come portabrochure digitale e nulla più, la gente clicckerà un paio di volte sui bivi interattivi poi mollerà il colpo davanti a noiosi elenchi di punti vendita o caratteristiche di prodotto. Va compresa chiaramente questa equazione di fondo, che tra l'altro riguarda la maggior parte delle innovazioni in arrivo: sono tutte opportunità che consentono una maggior comunicazione di contenuti intorno alla marca, proprio per questo l'elemento della spettacolarità, della caratterizzazione creativo-interattiva di ciò che si trasmette è fondamentale, altrimenti la gente si sentirà solo oppressa da un eccesso di informazioni senza fantasia e le rigetterà. Questo vale per il DTT, ma anche per la comunicazione via mobile o via Iptv. Sempre per queste nuove opportunità mediatiche vale la pena di fare una riflessione su tecniche e costi produttivi. E' ovvio che non si può concepire una piattaforma di costi realizzativi come quella che oggi vale per un commercial. Un approfondimento audiovideo, indipendentemente dalla piattaforma su cui va in onda, può durare molto di più dei canonici 30 secondi. E' allora che si fa? Scendere di qualità è fuori di discussione, ma lo è anche il mantenere gli stessi costi a fronte di metraggi maggiori. Bisogna studiare il problema e offrire soluzioni. In fretta, anche perché la svolta non riguarda solo poche frange di target super avanzato, ma trattasi di rivoluzione allargata a grosse fasce di pubblico. Corporate Blog Noia? No grazie!
Quando uno strumento, ancora giovanissimo come il blog, diventa di moda si rischia di assistere ad usi impropri o a vuoti formalismi stilistici; un caso emblematico è quello dei corporate blog che rischiano, inevitabilmente, di essere noiosi o di rappresentare, con poche eccezioni, solo un variazione sul tema delle più classiche PR. Ma può un blog uscire dalla mera istituzionalità e rappresentare invece la "cultura" di un brand o di una azienda? Ci sta provando Benetton che ha recentemente lanciato un blog all'interno del sito benettontalk.com. Si tratta di un area collaborativa dove è possibile non solo commentare, ma anche postare le proprie "storie" su temi come ambiente, diritti, diversità, comunità locali, sviluppo: si tratta di temi che, come si può leggere dal comunicato stampa, "l'attualità propone ogni giorno, ma che rischierebbero di annegare nella marea informativa." "Sponsorizzato da Benetton, tradizionalmente sensibile ai temi sociali come all'evoluzione dei media, il blog non ne riflette necessariamente la corporate view." Ok, forse non rifletterà la corporate view, ma la corporate colture è tutta qui! :) Insomma, esperimento decisamente interessante. |