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IE shut up!
Everything But Advertising forum
L'8 giugno si svolgerà a Milano l'EBA Forum, in cui EBA sta per Everything But Advertising. L'evento "vuole fornire ai partecipanti, in particolare alle PMI, l'occasione per scoprire strumenti innovativi che permettono una maggiore interattività con il target, accompagnati da una redemption più elevata e misurabile rispetto all’advertising tradizionale". La conferenza e i workshop sono aggratis e saranno rpesenti numerosi blogger: Mafe De Baggis, Luca De Biase, Giuseppe Granieri, Sergio Maistrello, Paolo Valdemarin, in particolae qui. Le sessioni di formazione invece saranno a pagamento: in particolare segnalo 2009: cosa succede in rete?, tenuto da Mafe e Vanz e Blog e sistemi di raccomandazione, tenuto da Giuseppe Granieri.
Se qualcuno di voi avesse intenzione di partecipare, non necessariamente al mio, è pregato di mettere da qualche parte sul modulo "IMlog", in modo che gli organizzatori sappiano da dove viene. links for 2006-05-30
Tv digitale terrestre: le prime conclusioni
Sull'argomento Tv Digitali, ne abbiamo scritto a più riprese su questo blog. Abbiamo affermato che l'interattività non può essere il cavallo di battaglia del Digitale Terrestre, visto che non è la piattaforma più adatta per l'interattività spinta. Abbiamo anche scritto in tempi non sospetti che i servizi di T-government non trascineranno da soli la domanda. Abbiamo infine sollevato l'attenzione sull'esigenza di nuovi contenuti perchè la sola tecnologia ed i sussidi non saranno sufficienti a creare un mercato. Per chi non si fosse ancora convinto, farebbe meglio a leggersi, l'ultimo rapporto Cnipa, i cui dati erano ovviamente prevedibili.
Credo che sia il caso di far ripartire il dibattito perchè ci sono ancora tante questioni aperte, su cui è bene riflettere. Sinergie globali
Era nell'aria da tempo, Yahoo!, eBay e Microsoft stavano discutendo della possibilità di unire le forze per contrastrare l'avanzata di Google. Ora è ufficiale: Yahoo! e eBay stanno iniziando a lavorare insieme. E Bill chi se lo prende, nessuno? Alle aziende piace blog
Oltre che un auspicio questo è anche il nome di un workshop organizzato da TILS (Telecom Italia Learning services). Alle aziende piace blog è, per citare la definizione ufficiale, "dedicato a capire come il fenomeno del Corporate Blog influenza la comunicazione online e il dialogo tra le aziende e i loro clienti". Devo dire che effettivamente ce n'è bisogno! :) Il workshop è a Roma, venerdì 16 giugno 2006 presso la Casa del Jazz in Viale di Porta Ardeatina, 55. Se volete andarci potete, in quanto utenti di IMlog (avete proprio tutte le fortune eh!), usufruire di uno sconto del 20% sulla quota di iscrizione, che è di 400 &euro + IVA. Il programma dell'evento lo trovi sul sito TILS o, se preferisci la brochure in pdf, qui [103 kb]. Sinceramente mi fa molto piacere che inizino ad esserci anche in Italia iniziative del genere. Chi legge IMlog sa che il corporate blog è un argomento che mi appassiona ed uno strumento in cui credo molto. Spero e credo che questo serva ad aprire la mente a tante aziende che preferiscono chiudersi e parlare in maniera unidirezionale piuttosto che ascoltare ciò che i clienti (che alla fine della fiera sono quelli a cui devono rendere conto) hanno da dire. Essendo a Roma farò probabilmente fatica ad essere presente, ma spero che molti di voi partecipino e poi magari ci facciano sapere il loro feedback commentando su IMlog. SPAM, o sconosciuto...
E-mail marketer carissimi, ecco per voi un simpatico indovinello, che non mancherà certo di stimolare l'ennesimo dibattito. Allora, stamattina mi trovo in casella un bel messaggio pubblicitario che mi "segnala" un sito per scambiare, acquistare e mettere all'asta oggetti vari.. "NOTA: NO SPAM POLICY - DIRITTI SULLA PRIVACY E MITTENTE Il tuo indirizzo email è stato trovato; attraverso un manuale copia-incolla da una pagina web dove era pubblicamente visibile la tua casella email e da te pubblicata per il contatto online. Non riceverà altre comunicazioni da parte mia su questo indirizzo email. Il contenuto di questa email non può essere considerato spam per le informazioni riportate sopra e in quanto non è finalizzato alla vendita, di prodotti o servizi. (perchè il servizio è completamente gratis) e nel pieno rispetto della legge Informativa per il trattamento dei dati personali legge 196/2003. Per richiedere informazioni aggiuntive è presente XXXXX.it un modulo per il contatto online. Ogni commento - suggerimento di codice - grafica o quantaltro sara ben accetto. Grazie da XXXXXXXX" Allora? E' SPAM oppure no? Voi non ci crederete, ma per me oltre a essere SPAM, mi prende pure per i fondelli .... Commenti? Price comparison anche... senza comparison!
Talvolta si guarda ad un motore di ricerca per lo shopping online, come Lycos Shopping o Trovaprezzi, come un mero comparatore di prezzi. Questo può indurre i merchant a valutare la convenienza di una propria presenza su tali siti solamente in base al fatto se vi siano diretti concorrenti già online. Mi permetto di fare una riflessione sul tema. Il meccanismo di comparazione è certamente un importante fattore di aumento della conversione post-click: più offerte, per uno stesso prodotto, sono a disposizione dell'utente più elevata è la probabilità che il potenziale cliente visiti solamente il sito che ha messo in campo l'opportunità più attraente (non solo per il prezzo). In realtà però vale anche un'altra dinamica. Chi vende articoli che, per loro natura o per l'evoluzione attuale del mercato, sono pressoché senza concorrenti non trae per questo minori benefici dall’essere presente su un comparatore. Anzi. Semplicemente questo esercente la farà da padrone nella propria categoria merceologica e godrà della possibilità di raggiungere milioni di navigatori Internet che si affidano ai canali shopping per avere informazioni ed offerte: non vi sarà comparazione con offerte concorrenziali, ma neanche la relativa pressione sui prezzi e sui margini. C'è davvero poco da perdere quindi visto che il modello è quasi sempre a cost-per-click, a fronte di molto da guadagnare: utenti che potrebbero essere interessati proprio a quel bene e che non avrebbero saputo trovare altrimenti il sito del merchant o che semplicemente si fidano di più quando vi accedono da portali già conosciuti ed apprezzati. Ferrari: corporate blog a numero chiuso
Anche Ferrari ha un proprio corporate blog ma... non so com'è! :) Accendo dalla home page del sito istituzionale infatti si arriva a questa pagina, che, a mio parere, è tutto fuorchè invitante ed "inclusiva". Sinceramente è un apporoccio che mi trova in forte disaccordo: perchè richiedere l'iscrizione prima di accedere al blog? Perchè non lasciare che tutti possano leggere le opinioni ed i post dei piloti e del team? Occasione sprecata. Il passaggio da 1.0 a 2.0 è meno semplice del previsto ;-) Movie download: strane politiche di pricing
Visto che il download di musica in un modo o nell'altro si sta avviando al successo è normale che anche le major cinematografiche si avvicino (lentamente e con prudenza eh!) al web come strumento di distribuzione. Due notizie che ho letto nei giorni scorsi mi lasciano però un po' perplesso circa le politiche di pricing e di fruizione adottate: Il nuovo film di Alex Infascelli, H2Odio, uscirà direttamente in DVD e sarà scaricabile dai siti Repubblica/L'Espresso. Il download costa 4,90 € (la visione al cinema, di mercoledì, costa 5 € se non sbaglio), che già mi sembra altino come prezzo, considerando che: L'acquisto dei diritti ti permette di vedere il film direttamente sul monitor del PC, con Windows Media Player versione 9 o superiore. Inoltre: Dopo aver scaricato il film, per vederlo dovrai attivare la licenza (solo la prima volta) che verrà installata sul PC utilizzato per la visione. Ma non solo: La licenza ti consente di vedere il film fino a 6 volte, inclusa la prima. Infine: È possibile effettuare il pagamento esclusivamente se maggiorenni, residenti e connessi ad Internet in Italia, a San Marino e nella Città del Vaticano, titolari di carte di credito VISA o MASTERCARD. Sono solo io a considerare assurdo spendere 5 € per scaricare un film che puoi vedere solo sul PC e solo con Windows Media Player, non puoi vedere più di 6 volte (!) e per il quale devi attivare una licenza?
Ci metteranno ancora molto? Links for 2006-05-17
eBay: meno aste e più e-commerce
Trovo su Master New Media due interessanti novità che riguardano eBay. La prima è eBay Express, che permette di utilizzare eBay come fosse un normale sito di e-commerce, con tanto di carrello. Tra l'altro in questo modo è possibile effettuare un unico pagamento (con PayPal ovviamente). Un'altra novità molto 2.0 è RSS Auction, che permette di ricevere via RSS feed da eBay (e anche Buy, Books.com e Half.com) customizzati in base all'oggetto e/o al venditore. Infine qualche dato di una ricerca commissionata proprio da eBay a TnS Infratest Italia sul commercio elettronico in Italia. Il quadro che ne esce comunque è che eBay è in questo momento in Italia, vista la frammentazione e la numerosità dei player del settore, un punto di riferimento difficilemente arrivabile. La BBC intervista un mac-tassista :)
La BBC intervista un tassista pensando di intervistare un esperto Mac :) links for 2006-05-13
links for 2006-05-11
Database curato, prima di tutto
Secondo la recente ricerca di Sems/Nextplora 2006 sull'impatto dei motori di ricerca nelle decisioni d'acquisto, i comparatori come Kelkoo o Buycentral vengono visitati frequentemente dal 27% degli utenti mentre il il 45% degli intervistati li ha visitati più volte. Normale che i siti di commercio elettronico sempre di più si avvalgano dell'indicizzazione su questi siti per presentare le proprie offerte. Compra Viagra e parti per un gran bel viaggio!
Avranno avuto per poche ore il record di accessi su expedia.fr, anche se probabilmente si trattava di migliaia di utenti che il francese nemmeno lo capiscono e che non stavano certo prenotando un viaggio, ma volevano comprare Viagra. In rete se ne sta parlando da qualche giorno e ieri grazie alla segnalazione dei ragazzi di Altura e del post pubblicato su SEO black hat sono riuscita a vivere in diretta il mutamento e (quasi) annientamento di questi spammer. Nel frattempo Expedia ha dovuto redirigere TUTTI i blog creati grazie all'iniziativa blog di viaggio su Expedia.fr anche perchè gli attacchi di spam non si sono fermati al search Marketing (clicca sull'immagine qui a fianco per ingrandire). In questo modo scontenterà tutti i creatori dei blog e tutti coloro che li vogliono visitare pensando di trovare contenuto specifico e si ritrovano sulla homepage del sito di ecommerce. Ma si eviterà molte grane e un danno di immagine. La morale: "Hello, I am a Mac"
E' indubbiamente un momento molto delicato nell'evoluzione della brand image di Apple; negli ultimi mesi prima il passaggio agli odiati processori Intel, poi il rilascio di Bootcamp che consente sui nuovi prodotti basati il dual boot con Windows hanno scosso profondamente l'immagine della casa di Cupertino, in particolare modo tra i fedelissimi. Forse proprio per rispondere al disorientamento di molti affezionati, Apple ha prodotto una serie di spot TV con due personaggi che, ironicamente, si presentano come Mac (giovane, brillante e "attaccabottone" con una avvenente macchina fotografica giapponese) e Pc (avete presente Bill Gates? Un filo più ciccio). I due sono protagonisti di sei avventure dai titoli decisamente esplicativi: Viruses, Restarting, Better, iLife, Network e WSJ. Credo si tratti di un buon esempio di marketing virale, in linea con la comunicazione Apple degli ultimi anni e con la non trascurabile componente di una comparazione di prodotto onesta quando Mac ammette la superiorità di Excell come foglio di calcolo, e feroce, ad esempio, quando viene fatto notare che in bundle con Mac c'è la suite iLife, e con un Pc .. beh, la calcolatrice, l'orologio .... Insomma un modo facile, ma efficace (e credo anche poco costoso) per marcare, ancora una volta, la differenza tra "essere" un PC ed "essere" un Mac Ah, dimenticavo, questo post lo sto scrivendo sul mio Mac. :) Una nuova Suit per Google
Qualche tempo fa feci notare al mio amico Jacopo Gonzales che su Google erano presenti degli AdWords alquanto discutibili. Scrivemmo un paio di post, e la cosa sembrava finita lì; come al solito sembrava che la grande G non sarebbe stata minimamente intaccata dalle considerazioni di due appassionati italiani di web. Le cose sono andate invece diversamente, a dimostrazione che scrivere, parlare e contestare (anche chi appare inattaccabile) può servire, non tanto per punire (questo non accadrà), quanto piuttosto per migliorare un prodotto o un servizio (come quello di Google) che non migliora concretamente da tanti anni. Non contento di avere pubblicato la notizia su IMLI, Jacopo si decise a pubblicarla anche su un famoso forum U.S.A. dedicato proprio ai motori di ricerca; il thread fu molto letto (oltre 11 mila persone) e oltre al fatto che - come prima conseguenza - gli Adwords furono velocemente eliminati, c'è stato il fatto che un politico americano ha deciso di fare causa a Google per incitazione e distribuzione di pedopornografia. Sottolineo subito che non sono d'accordo con le affermazioni del parlamentare statunitense, ma sono contento che a Mountain View ci sarà adesso qualcuno che si chiederà se non sia il caso di fare più attenzione alla policy editoriale, ma soprattutto alla sua applicazione, che regola la pubblicazione degli annunci. Voglio infine sottolineare che la cosa più grave non sono gli annunci che possono essere trovati su Google, ma i risultati organici, che sono infinitamente più cliccati e che - nel caso della pornografia minorile - non sono filtrati in nessun modo, senza alcuna giustificazione che non sia quella di una fittizia 'libertà di ricerca'. P.S.: Oggi ne parla anche Ansa.it ;-) Legal Jeans. Ordem e regresso.
Non ho il tempo di scrivere un post lungo sull'argomento (che meriterebbe per le sue caratteristiche di stravaganza e assurdità, una particolare attenzione (me ne occuperò sicuramente in maniera più approfondita in seguito), ma non voglio perdere l'occasione di anticipare il più possibile il fallimento di una iniziativa che ha intrapreso da qualche settimana la società per la quale ho lavorato circa 5 anni, ovverosia: Godado Italia S.r.l.. Prima una breve introduzione storica; poco prima del natale del 2005, gli amministratori e proprietari di Godado, Diego Ratti e Pietro Cassago, hanno deciso di 'licenziarmi'. Il termine non è corretto perchè io non ero assunto come dipendente, ma come consulente che 'de facto' svolgeva funzioni di dirigente e sostituiva i signori in questione in tutte le attività durante le loro assenze per motivi di svago o di lavoro. Ho cominciato a lavorare in Godado nel febbraio del 2000 e ho visto crescere e decrescere e poi ancora crescere e poi decrescere questa societá tante volte, e tante volte l'ho risollevata dalla cattive acque in cui stava versando. Ho sempre pensato che il mio contributo fosse e fosse stato importante, ma mai come ora mi accorgo di quanto sia vero. In primis, l'iniziativa di TeleGodado, ovverosia l'idea di dare vita a una televisione online sfruttando un netwok cinese. L'iniziativa, intrapresa solo da qualche sito di calcio mesi e mesi prima e da nessun altro è stata poi repentinamente eliminata in un week-end, quando siti più noti di Godado erano finiti nel mirino della Guardia di Finanza. Il fatto che l'iniziativa di Telegodado.com sia stata un clamoroso flop non ha però impedito agli amministratori e manager di Godado di intraprendere un'altra intrapesa, ovverosia di dedicarsi allo shopping online. Più precisamente: - allo shopping online - allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana nel mercato morto dell' e-commerce italiano, che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni, prima di andare in mol (margine lordo operativo) positivo - allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis, e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana, nel mercato morto dell' e-commerce italiano che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni, prima di andare in mol positivo, puntando sull'abbigliamento che è uno dei settori meno floridi dell'ecommerce italiano e che presenta innumerevoli problemi di resi, di taglie sbagliate, di capi difettati etc, senza avere pensato minimamente a produrre un sito indicizzabile da uno qualsiasi dei motori di ricerca utilizzati in Italia - allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana, nel mercato morto dell'e-commerce italiano che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni prima di andare in mol positivo, puntando sull'abbigliamento che è uno dei settori meno floridi dell'ecommerce italiano e che presenta innumerevoli problemi di resi, di taglie sbagliate, di capi difettati etc, senza avere pensato minimamente a produrre un sito indicizzabile da uno qualsiasi dei motori di ricerca utilizzati in Italia, utilizzando un nome a dominio che per chiunque non sappia il portoghese brasiliano significa legale e non cool o 'fico' come si direbbe in Italia. Non mi ricordavo che nella ragione sociale di Godado Italia S.r.l. fosse possibile vendere prodotti (jeans, frutta o altro), ma sicuramente non capisco come sia possibile che, delle persone che hanno lavorato per anni in internet e che hanno avuto anche modo di conoscere persone e società, capaci di sfruttare in qualche modo i pochi spazi di crescita imprendioriale che permette il web italiano, non abbiano capito che non è sufficiente avere una fidanzata brasiliana, un padre che produce Nessuna attenzione al naming del sito o del prodotto, nessuna attenzione all'índicizzazione del sito stesso (che è per l'appunto non indicizzabile nella sua struttura attuale), nessuna attenzione alle più elementari norme di analisi della concorrenza e del mercato presente nel paese dove si opera (anche se i jeans legali si vendono anche all'estero), mi fanno pensare che veramente Internet sia un mercato più difficile del previsto, e che molto del dramma che internet ha vissuto e sta vivendo ora, sia dovuto a inziative sbalestrate come questa, che fanno allontanare i veri imprenditori da Internet (mostrando loro continui insuccessi) e fanno sì che se ne allontanino anche le persone (programmatori, grafici, commerciali) più capaci. Tutti sanno che le donne amano acquistare i prodotti di abbigliamento nei negozi fisici e non virtuali, non solo per motivi pratici (e, vedendo i prezzi, direi anche economici), ma anche perché per le donne, come anche per alcuni uomini, è fondamentale un approccio emotivo, con il negozio stesso, con la commessa che viene ripetutamente subissata di richieste notoriamente non realizzabili, con il fidanzato o il marito che aspetta fuori fumando e guardando dalla vetrina come sta con il nuovo vestito. Che senso ha vendere prodotti che probabilmente si trovano simili nel mercato sotto casa (non ho acquistato per vedere e forse non ha acquistato nemmeno qualche dipendente d Godado stessa)? Che senso ha mettersi in concorrenza (si licet) con leader come Yoox, che vendono solo prodotti di marche conosciute e apprezzate e che puntano, pur nelle difficoltà del mercato e pur investendo grosse cifre, solo a prodotti che sono difficilmente trovabili (ma che sono desiderati) in molte parti del nostro e soprattutto di altri paesi? Ora vivo in Thailandia e non posso che ringraziare Godado Italia S.r.l., nelle persone dei suoi lungimiranti amministratori di avermi permesso di vivere questa esperienza. Forse troverò una fidanzata thailandese, magari recuperata in qualche 'bar' del posto e mi dedicherò a vendere massaggi. Ovviamente, massaggi online. Skype festeggia in Italia e scopro il FON
Ieri sera sono stato alla festa di Skype Italia qui a Milano. L'evento era organizzato un po' per festeggiare i 100 milioni di download, un po' per presentare la struttura italiana, con a capo Enrico Noseda (ex Parla.it). Nulla di particolare, se non la possibilità di fare un po' di networking, conoscere persone e ritrovarne altre in un'ottima location. La cosa più interessante che mi è successa invece è stata incontrare Aghenor/Stefano Vitta, che si occupa di FON in Italia e ne cura il blog. Insomma, come funziona lo potete vedere sul sito, io sono tornato a casa con un router (deriso da Stefano, Massimo, Mafe e Vanz) e l'impegno ad utilizzarlo appena possibile per condividere la connessione con chi passa nei dintorni di casa mia. E non è un controsenso che uno senza capelli come me faccia il tifo per il FON! :) Internet addiction... :)
Pirelli: la TV per promuovere il web!
Un film online promosso con spot televisivi è una cosa già di per sè abbastanza strana. Se a farlo poi è un'azienda offline che più offline non si può è un vero e proprio "caso da manuale". Pirelli sta promuovendo da qualche giorno "The Call", che viene identificato come "il primo film Pirelli" e per il quale ha reclutato nientemeno che John Malkovich e Naomi Campbell (già testimonial per altre campagne). The Call viene promosso con spot tv e cartellonistica, con un esborso economico non da poco immagino. Il sito, pur essendo interamente in flash e non del tutto utilizzabile con Firefox, non è affatto male. C'è la sezione "Extra", c'è quella "Donwload", c'è perfino un gioco (bruttino), oltre ovviamente alla possibilità di inviare il video ad un amico. Anche se a dire il vero il link è un po' nascosto, considerando le potenzialità virali dell'iniziativa. Il fatto poi che il sito sia Pirellifilm.com lascia pensare che ci sia la volontà di continuare su questa strada e di aggiungere altri video. La finalità non può essere altra che quella di fare branding (non che ci sia nulla di male eh!), ma in ogni caso ben venga ogni iniziativa che possa dare visibilità al web sugli altri mezzi e verso un pubblico diverso. PS: sono malato io o anche qualcun altro ha pensato che il fatto che il calendario Pirelli venga chiamato "The Cal" abbia influito sulla scelta del titolo? |